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In Salute. Inappetenza nelle persone anziane: come prevenire la sottonutrizione?

"L'inappetenza è un fenomeno abbastanza frequente: non tutti i soggetti anziani ne soffrono, ma parliamo comunque di una percentuale che oscilla tra il 15 e il 30% della popolazione anziana". Lo scarso appetito in età avanzata può innescare una serie di problemi in grado di compromettere la salute generale dell'individuo. La persona anziana inappetente non riesce a far fronte alle esigenze nutrizionali attraverso la consueta alimentazione e questo non fa altro che accelerare i processi di invecchiamento, con la perdita di massa muscolare associata a una riduzione della forza e, in generale, della capacità di svolgere le normali attività quotidiane. 

Per prevenire la sottonutrizione in soggetti anziani è necessario mettere in atto strategie e soluzioni capaci di associare una corretta alimentazione all'attività fisica attraverso percorsi personalizzati per poter impedire la perdita muscolare, prevenire patologie cardiovascolari, metaboliche, aumentare la massa ossea e contribuire al benessere cognitivo della persona.

L’attenzione dei media per le problematiche nutrizionali dell’anziano è molto scarsa - si legge nel documento del Ministero della Salute, dedicato al Miglioramento della salute dell’anziano per gli aspetti nutrizionali (con particolare riguardo alla malnutrizione per difetto) - l’interesse si rivolge soprattutto verso l’anziano attivo e non problematico. Proviamo dunque a colmare (anche solo in parte) questo vuoto informativo, partendo dalle parole di un esperto e da un progetto europeo appena avviato.

Abbiamo parlato di inappetenza nelle persone anziane e strategie per favorire un invecchiamento attivo e in salute con Giuseppe De Vito, professore ordinario di Fisiologia umana presso il dipartimento di Scienze biomediche dell'Università di Padova, direttore del polo biomedico Vallisneri, ora alla guida del progetto Appetite, un percorso per over 65 inappetenti che combina attività fisica e indicazioni nutrizionali personalizzate.

Intervista: Francesca Boccaletto. Montaggio: Barbara Paknazar

“Le cause dell’inappetenza nelle persone anziane sono multifattoriali: possono essere fisiologiche o più legate all’ambito psicologico - spiega De Vito -. Dal punto di vista fisiologico, con l'età, alcune persone iniziano a riscontrare disturbi nella masticazione, un problema che può portare a ridurre l'introduzione di una quantità adeguata di un certo tipo di alimenti. Alcuni anziani hanno anche problemi di salivazione, e questo determina una riduzione dell'appetito perché porta con sé anche difficoltà nella deglutizione. Inoltre, spesso, l'anziano è soggetto a variazioni di tipo ormonale: in certi casi, anche una minima quantità di cibo introdotta può generare sazietà".

"Il problema non è solo legato alla quantità, ma anche alla qualità: è necessario considerare la composizione della dieta, che nell'anziano può essere carente di proteine, con l'avanzare dell'età infatti si tende ad assumerne poche", e questo comporta un rischio di deficit proteico. L'anziano deve essere stimolato di più, "deve assumere una adeguata quantità di nutrienti e deve muoversi, perché la chiave sta proprio nella combinazione tra corretta alimentazione e attività fisica regolare, i due stimoli anabolici fondamentali per mantenere la sintesi proteica. L'attività più stimolante è l'allenamento alla forza, la contro-resistenza, ma non tutti gli anziani vogliono o possono praticare questa attività; in alternativa si può camminare, un esercizio che non richiede un grande impegno e può essere praticato da tutti. In generale, è consigliabile dedicare il giusto tempo al movimento, almeno tre volte a settimana".

Il soggetto inappetente rischia “la malnutrizione, che determina importanti problemi di salute generale: pensiamo ai muscoli, che non sono solo preposti al movimento ma hanno anche funzioni endocrine, sono una riserva di energia, contribuiscono alla termoregolazione. Sostanzialmente, se una persona non sta bene con i muscoli, generalmente non sta bene a livello di salute complessiva. Questo argomento interessa molti ricercatori, anche a livello internazionale: si stanno portando avanti diversi studi relativi alle strategie di mantenimento della massa muscolo-scheletrica". E per quanto riguarda l'aspetto psicologico? "Spesso l'inappetenza si lega alla depressione: in molti studi, noi (De Vito e i suoi ricercatori, ndr) effettuiamo screening anche per verificare se il soggetto presenti sintomi depressivi o se risulti nella norma dal punto di vista cognitivo".

Appetite: il progetto si rivolge a persone over 65 con scarso appetito

La proposta dell'equipe del professor De Vito si rivolge a persone ultrasessantacinquenni. Sì cercano volontari da inserire in un progetto della durata di dodici mesi, completamente gratuito: persone sane ma con scarso appetito (non determinato dall'assunzione di farmaci) e non particolarmente attive. Il percorso prevede sessioni di attività fisica, sotto la guida di personale altamente qualificato, e programmi personalizzati per una corretta alimentazione.

Per comprendere pienamente lo stato di salute della persona, solitamente viene effettuato un test Snaq: "Questo test dà un punteggio che, quando risulta al di sotto di una certa soglia, ci dice se quel soggetto è da considerare inappetente o a rischio di inappetenza", spiega De Vito. Prima dell'inserimento, dunque, verrà effettuata una valutazione attenta, partendo proprio da uno screening.

L'attività fisica sarà svolta in piccoli gruppi, due volte alla settimana, e verterà sull'incremento graduale delle capacità del singolo partecipante, attraverso esercizi di forza degli arti inferiori e superiori, equilibrio e flessibilità. Verrà, inoltre, valutato il profilo nutrizionale di ogni partecipante, per fornire indicazioni ottimali per il suo miglioramento: "Ogni partecipante riceverà una dieta personalizzata, integrata con una supplementazione proteica su base vegetale sviluppata proprio per questo progetto".

Verranno inoltre eseguiti esami strumentali avanzati, tra i quali analisi della densitometria ossea e della composizione corporea, esami del sangue, indagine dei livelli di forza degli arti inferiori e superiori, test sulla funzionalità motoria e cognitiva, per poter fornire a ognuno aggiornamenti sul proprio stato di salute. Per maggiori informazioni scrivere a: federica.gonnelli@unipd.it

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