SOCIETÀ

Tabacco e lockdown: in Italia un milione di fumatori in più

Un giovane su tre tra i 14 ed i 17 anni ha già avuto un contatto con il fumo di tabacco ed il 42% con la sigaretta elettronica. I dati emergono da uno studio dell’Istituto Superiore di Sanità svolto in collaborazione con l’Istituto Farmacologico Mario Negri e presentato in occasione della Giornata mondiale senza tabacco del 31 maggio scorso.

L’allarme lanciato dall’ISS parte da un’indagine su un campione di 2775 studenti tra 14-17 anni frequentanti una scuola secondaria di secondo grado. È emerso anche un altro dato che non è da sottovalutare: il 43,4% infatti, avrebbe iniziato a consumare tabacco alle scuole medie mentre il 4,1% addirittura alle elementari.

Un dato che lo stesso Istituto Superiore di Sanità valuta “particolarmente preoccupante”, considerando anche che poco meno di uno studente su quattro sperimenta per la prima volta proprio i prodotti immessi sul mercato nel corso degli ultimi anni e che dovrebbero avere come target di riferimento solamente i fumatori di sigarette tradizionali. Il primo contatto con il fumo, infatti, non è esclusività delle sigarette. Il 20,1% ha utilizzato, come primo prodotto la sigaretta elettronica, il 2,3% la sigaretta a tabacco riscaldato mentre il 77,6% la sigaretta tradizionale.

L’analisi dell’ISS focalizza l’attenzione proprio sull’utilizzo delle sigarette elettroniche che non sono certo esenti da problematiche. Secondo l’Organizzazione Mondiale di Sanità “i ragazzini che utilizzano le sigarette elettroniche hanno il doppio delle probabilità rispetto ai coetanei che non lo fanno di diventare fumatori di sigarette tradizionali nel corso della loro vita”.

Parlando di queste ultime poi, vediamo come il 26,3% dei fumatori tra i 14 e il 17 anni fuma dieci o più sigarette al giorno e tra questi, l’1,5% ne fuma più di 20. Il consumo di tabacco poi, che sia esso occasionale o abituale, sembra essere seguito in percentuali non elevate ma indubbiamente rilevanti, anche dall’utilizzo di alcool. Più si fuma e più si rischia di abusare anche di alcolici. Potremmo riassumere così il dato che vede come l’1,0% dei non fumatori dichiari di aver bevuto fino a perdere il controllo 3 o più volte nel corso dell’ultimo mese antecedente l’intervista, mentre questa percentuale sale a circa il 7,0% tra i fumatori occasionali o abituali di sigarette tradizionali e a circa il 9,0% tra i consumatori di sigarette elettroniche.

La stessa tendenza la vediamo anche se parliamo dell’utilizzo di cannabis. In questo caso l’1,1% dei non fumatori e il 2,2% dei ragazzi che non utilizzano la sigarette elettroniche ha dichiarato di consumare cannabis, percentuale però sale ad oltre il 30,0% tra i fumatori o i consumatori di sigarette elettroniche, arrivando a toccare il 50,0% tra i fumatori abituali e il 37,0% tra gli utilizzatori abituali di sigarette elettroniche.

Sono proprio le sigarette elettroniche e le sigarette a tabacco riscaldato che negli ultimi 4 anni hanno visto un enorme incremento delle vendite. Per quanto riguarda il primo caso l’aumento dal 2017 al 2020 è stato del 616%, mentre per le seconde addirittura del 1089%. Su questo dobbiamo però dire che le sigarette a tabacco riscaldato sono apparse sul mercato proprio nel 2017, quindi l’aumento vertiginoso di vendite dev’essere analizzato consci di questa premessa. La vendita di sigarette tradizionali invece è calata del 4,5% dal 2019 al 2020, mentre i trinciati sono aumentati del 6,8%.

Il 26,3% dei fumatori tra i 14 e il 17 anni fuma dieci o più sigarette al giorno

Dati che dobbiamo unire anche ad un’altra indagine dell’ISS su un campione di 3.000 persone tra i 18 ed i 74 anni. In questo caso si nota come le restrizioni delle libertà e lo stress causato dalla pandemia abbiano fatto aumentare di oltre 1 milione sia i fumatori che le fumatrici. A maggio 2021 infatti la prevalenza di fumatori in Italia era del 26,2%. Parlando in termini quantitativi si stima che i fumatori fossero aumentati a 11,3 milioni di cittadini, di cui il 25,7% sono maschi (5,5 milioni) e il 26,7% sono femmine (5,8 milioni).

Sono più di 8 milioni le persone che muoiono ogni anno a causa delle conseguenze consumo di tabacco

In particolare poi, l’indagine rivela che il 4,7% dei mai fumatori di sigarette tradizionali a novembre 2020, ad aprile sia diventato fumatore. Fumare una sigaretta elettronica poi, sembra che nel periodo di restrizioni più forti nel 19,6% sia stato anche un viatico per fumare anche sigarette tradizionali. Anche che era un ex fumatore nel 17,2% dei casi è tornato a consumare sigarette tradizionali.

Insomma, come abbiamo visto, dallo studio “emerge che dopo una riduzione della percentuale dei fumatori osservato ad aprile rispetto a gennaio (pre lockdown) (21,9% vs 23,3%) ci sia stato un incremento significativo che ha portato al 24% di fumatori a novembre 2020 e a 26,2% a maggio 2021. Lo stesso fenomeno è stato riscontrato tra i fumatori e le fumatrici, rispettivamente (uomini 24,4% - 22,9% -24,6% - 25,7%) (femmine 22,2% - 20,9% - 24,5% - 26,7%)”.

Infine è stato analizzato anche il numero di sigarette fumate al giorno. Nella rilevazione di maggio 2021 la quantità è tornato ad essere come in situazione di pre lockdown, cioè mediamente di 10,8 sigarette al giorno (11,4 maschi, 10,1 femmine). Tutti questi dati sono sicuramente stati influenzati dalla situazione creata dalla pandemia, dallo stress accumulato a causa delle restrizioni fino alla paura di contagiarsi o che qualche caro potesse ammalarsi. Inoltre la pandemia ha inciso anche sull’operatività dei Centri Antifumo, come su molti altri settori sanitari, di fatto bloccando eventuali visite e approfondimenti.

Un altro numero da non sottovalutare, quando si parla di tabacco, è quello delle patologie correlate al suo consumo. Secondo l’OMS sono più di 8 milioni le persone che muoiono ogni anno a causa delle conseguenze consumo di tabacco, cioè quasi il doppio del totale dei decessi causati dal Covid-19.

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