CULTURA

Accesso ai libri per i non vedenti: miracolo a Marrakech

Soltanto il 5% dei libri pubblicati nel mondo - meno dell'1% nei Paesi in via di sviluppo - è disponibile in formati accessibili per gli oltre 287 milioni di non vedenti e ipovedenti – in termini tecnici, visually impaired persons, persone con danni visivi - che non hanno accesso alla cultura nei supporti a stampa e in video, essendo inabilitate alla lettura per disabilità fisica.

A fare fin qui da ostacolo il numero relativamente ristretto dei potenziali fruitori e, soprattutto, i vincoli posti dalle leggi a protezione dei diritti di proprietà intellettuale. Ma la situazione potrebbe cambiare: contro ogni aspettativa, si è concluso positivamente in questi giorni lo storico trattato di Marrakech, in seno alla conferenza diplomatica Ompi (Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale, Wipo) tenutasi  dal 17 al 28 giugno 2013.

Il lavoro di lobbing dei diretti interessati, appoggiati dalla Chiesa cattolica che si è ufficialmente schierata a favore del trattato, non ha precedenti in termini di efficacia. L’Unione mondiale dei ciechi (Wbu) denunciava il rischio che quattro anni e mezzo di negoziati su un nuovo trattato per le persone cieche o con difficoltà di lettura potessero concludersi con un vuoto accordo “di facciata” o con un nulla di fatto. “Un trattato per i non vedenti o per chi detiene i diritti?” ci si chiedeva anche tra le associazioni bibliotecarie, dopo la sessione informale e la sessione speciale del Comitato permanente per il diritto d’autore e diritti connessi dell’Ompi.

Grande l’entusiasmo per l’accordo raggiunto tra i partecipanti alla conferenza diplomatica. "Lo scopo di questo trattato è di garantire l’accesso ai libri ai non vedenti e porre fine alla 'carestia di libri' a cui dobbiamo far fronte" ha dichiarato Fred Schroeder, Primo vicepresidente dell’Unione mondiale dei ciechi. Il timore era infatti che non vi fossero sufficienti garanzie in merito alla condivisione transnazionale dei libri, di cui i non vedenti hanno un estremo bisogno. Il continuo riaffermare la tutela del diritto di autore, che peraltro è già prevista nei pertinenti strumenti internazionali, preoccupava anche le associazioni dei bibliotecari.

È stata resa pubblica una bozza grezza del trattato, che deve ancora passare la necessaria "ripulitura" (drafting committee). Simonetta Vezzoso, dal 2009 osservatore per l'Associazione italiana biblioteche (Aib) alle riunioni dei settori “Copyright and related rights” e “Ip Laws and standards” dell'Ompi, da una prima e veloce lettura della bozza ci racconta che si tratta di una soluzione necessariamente di compromesso, ma che implementa dei meccanismi abbastanza soddisfacenti sul piano pratico, in particolare la trasmissione transfrontaliera delle opere in formato accessibile senza troppe remore e precauzioni che ne vanificherebbero l'utilità.

Secondo la Commissione europea, che risponde così a una interrogazione, “il futuro trattato può fornire un contributo significativo per migliorare l'accesso ai libri da parte di non vedenti e ipovedenti, soprattutto se contiene disposizioni che garantiscano la certezza giuridica per quanto riguarda lo scambio transfrontaliero di libri in formato accessibile. La Commissione favorisce inoltre la cooperazione volontaria fra editori e organizzazioni dei non vedenti per assicurare ai gruppi interessati un accesso ai libri quanto più ampio possibile”.

Attualmente i pochi libri scritti in braille, a grandi caratteri (per ipovedenti) o in formato audio prodotti in tutti i paesi sono protetti dal diritto d’autore. Per Simonetta Vezzoso, il bilancio di Marrakech è indubbiamente positivo: “Da un punto di vista più "tecnico", e in considerazione di possibili sviluppi futuri, si è trattato sicuramente di un esercizio utilissimo; per la prima volta si è consacrata a livello internazionale l'importanza delle eccezioni e limitazioni al diritto d'autore, e si è fatta luce su alcuni dei meccanismi "universalmente" necessari a garantirne il rispetto, nonostante le inevitabili particolarità nazionali”. Il trattato, aggiunge Vezzoso, “non è un "cavallo di Troia" come temuto da alcuni, ma offre un quadro di riferimento più netto, all'interno del quale dovrebbe risultare più agevole discutere razionalmente di esigenze diverse da quelle dei titolari del diritto d'autore, a livello internazionale ma con ripercussioni possibili anche a livello regionale (EU) e nazionale”.

Anche l’osservatore permanente della Santa sede all’Onu di Ginevra, l’arcivescovo Silvano Maria Tomasi, è intervenuto sul tema, durante la conferenza di Marrakech, sottolineando l’obsoleto contesto giuridico del diritto d’autore che si pone come “una barriera”. La protezione della proprietà intellettuale “è un valore importante, che dobbiamo rispettare” ha detto Tomasi, ma “vi è un’ipoteca sociale su tutti i beni, compresa la proprietà intellettuale. La spinta molto creativa e innovativa, che il sistema di diritti di proprietà intellettuale offre, esiste principalmente per servire il bene comune della comunità umana”, citando l’enciclica sociale Caritas in Veritate di Benedetto XVI: un documento che va alla radice più profonda della domanda sull'etica e sulle regole da dare alla globalizzazione e che al punto 22 afferma espressamente che “ci sono forme eccessive di protezione della conoscenza da parte dei Paesi ricchi, mediante un utilizzo troppo rigido del diritto di proprietà intellettuale”.

L’Associazione europea dei ciechi (Ebu) aveva richiamato più volte l’Ompi a trattare la questione a livello internazionale e nel gennaio 2012 aveva presentato un’interrogazione alla Commissione e al Consiglio europei per chiedere chiarimenti sulla loro posizione nei negoziati Ompi. A seguito di queste sollecitazioni il Parlamento europeo si è fatto promotore di un trattato Ompi giuridicamente vincolante sulla disciplina per il copyright riguardo i libri e le stampe prodotti per ciechi e ipovedenti.

L’Ompi per parte sua aveva cominciato a considerare il problema dell’accesso ai libri da parte dei non vedenti dal 2004, collocando la discussione “teorica” entro la sfera delle eccezioni al diritto d’autore e tentando di  trovare un modo per armonizzare tali eccezioni a livello internazionale. Nel 2009 Brasile, Ecuador e Paraguay avevano proposto un trattato di solidarietà verso coloro che hanno problemi di vista. I numerosi negoziati preliminari sono sfociati nel dicembre 2012 in una sessione straordinaria dell’assemblea generale dell’Ompi, dove gli Stati membri concordarono che si era raggiunto uno stato sufficientemente avanzato da garantire una conferenza diplomatica.

Nei due successivi incontri ginevrini di febbraio e aprile del 2013 gli Stati membri raggiungevano un accordo su diversi elementi essenziali: beneficiari, definizioni chiave ed entità autorizzate, oltre alla necessità di includere una richiesta ai singoli Stati di introdurre eccezioni e limitazioni nelle loro leggi sul copyright per permettere la produzione di libri in formato accessibile per lo scambio internazionale. Marrakech porta a frutto questi sforzi.

Antonella De Robbio

 

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