UNIVERSITÀ E SCUOLA

Dall’Olanda a Padova: storie di straordinaria follia

Lo aveva sempre sostenuto nelle sue scelte, ma in quell’occasione non gli nascose le sue perplessità: “Non vorrei che arrivassi a 40 anni pensando che avresti potuto fare una brillante carriera”. Quando comunicò al suo mentore la decisione di trasferirsi in Italia, Leonard Jan Prins, di origini olandesi, aveva 28 anni e stava lavorando come post-doc al California Institute of Technology (Caltech) a Pasadena, una delle più prestigiose università private statunitensi nel settore della scienza e della tecnica. Lui però non si è fatto scoraggiare e oggi, a distanza di 16 anni, è ordinario di Chimica all’università di Padova, dirige un laboratorio composto da ricercatori provenienti da Spagna, India, Cina, Malta oltre che dall’Italia e qualche anno fa ha ottenuto dal Consiglio europeo della ricerca uno dei finanziamenti più ambiti con il progetto Dycoca (Dynamic covalent capture).

Sapevo che la strada sarebbe stata rischiosa, ma non mi sono mai tirato indietro davanti alle situazioni difficili

“All’estero – racconta lo scienziato – l’idea è che in questo Paese sia difficile dedicarsi alla ricerca in ambito accademico, ma a quell’età non facevo previsioni per il futuro”. Prins, classe 1974, aveva alle spalle una laurea in Tecnologia chimica all’università di Twente e un dottorato in Chimica supramolecolare nello stesso ateneo sotto la guida di David Reinhoudt. Poi con quella che sarebbe diventata sua moglie, un’italiana conosciuta in Olanda durante un periodo di Erasmus, si trasferì a Pasadena.

“Prima di venire in Italia – ricorda lo scienziato – chiesi un parere a un amico che avevo conosciuto durante un periodo di studio trascorso a Parma, che mi suggerì di cercare lavoro nell’industria e di lasciar perdere l’accademia. A quel punto decisi per un post-doc, un contratto più facile da ottenere rispetto ad altri che mi avrebbe permesso di capire com’era la situazione. Sapevo che la strada sarebbe stata rischiosa, ma non mi sono mai tirato indietro davanti alle situazioni difficili”. La scelta cadde su Padova. Giulia Marina Licini cercava una nuova figura per il suo gruppo al dipartimento di Scienze chimiche. Era il 2002. Prins ricorda i primi mesi come un periodo un po’ duro. C’era molta competizione con gli altri assegnisti e la sua natura, tipicamente olandese, di persona molto diretta non lo aiutava nelle relazioni. Pian piano la situazione migliorò. “L’ambiente mi piaceva e lavoravo bene nel gruppo di cui facevo parte”.

Dopo un paio d’anni il concorso da ricercatore. Un’“opportunità” la definisce il docente, che bisogna essere pronti a cogliere forti di una buona preparazione. Molti i traguardi raggiunti da allora in ambito scientifico. Solo per parlare degli ultimi tempi, nel 2009 Prins vince un Erc starting grant, un finanziamento di un milione e 400.000 euro da parte del Consiglio europeo della ricerca per portare avanti un progetto di cinque anni dedicato allo studio dell’interazione tra molecole, nello specifico lo sviluppo di una nuova metodologia per studiare e utilizzare il riconoscimento non covalente tra due molecole, concentrandosi su recettori e catalizzatori biomolecolari. Partecipa alla rete Cost, network europeo che favorisce lo scambio di conoscenze tra ricercatori su tecniche e protocolli nel settore della chimica dei sistemi complessi. Dal 2015 coordina lo studio Multivalent Molecular Systems for Innovative Applications (Multi-App), cui partecipano altre sette università europee e due partner industriali, finanziato dall’Unione europea con 2,3 milioni di Euro nell’ambito delle azioni Marie Skłodowska Curie e dedicato allo studio di sistemi molecolari polivalenti per applicazioni innovative nell’ambito della diagnostica medica, nella terapia e per la realizzazione di materiali avanzati. “L’obiettivo è di formare una nuova generazione di giovani ricercatori in questo settore scientifico in rapido sviluppo attraverso interazioni con laboratori di eccellenza a livello europeo”. E non mancano nemmeno i riconoscimenti: è il 2008 quando gli viene conferito l’European Young Chemist Award da parte dell’European Association for Chemical and Molecular Sciences e il 2009 quando si aggiudica la medaglia “Ciamician” della Società chimica italiana per ricerche di notevole originalità nel campo della chimica organica.

A conti fatti, dunque, la scelta di venire a Padova pare non essersi rivelata così controproducente come temeva il professore di Pasadena. “Università come Caltech, Oxford, Harvard sono certamente ambienti molto stimolanti che attirano studenti e docenti con un’ottima preparazione, ma in altre università la situazione non è molto differente. Ritengo non si debba generalizzare soprattutto in termini di qualità. Si prenda l’Italia: esistono atenei in cui si può fare ricerca a livelli di eccellenza, diversamente da altri”.

Secondo Prins i giovani che studiano nel nostro Paese sono molto preparati e apprezzati all’estero per la loro formazione a tutti i livelli. “La società italiana però deve chiedersi cosa è in grado di offrire loro, dato che le risorse per consentire una carriera accademica non sono molto elevate. È naturale che i giovani guardino alla Germania o all’Olanda, dove gli investimenti in ricerca sono ritenuti strategici. In Italia manca questa cultura e c’è una continua battaglia per i finanziamenti. In questo Paese ci sono molti scienziati brillanti che potrebbero dare impulso alla ricerca, ma serve dare loro anche i mezzi. È inutile reclutare personale senza fornire gli strumenti per poter lavorare. Finché questo non cambia, non deve stupire la scelta di andare all’estero dove le risorse ci sono in abbondanza”. Prins non trascura un’ultima osservazione. “In questo momento i finanziamenti, quando sono disponibili, vengono spesso assegnati a progetti di ricerca applicata, trascurando di fatto la ricerca di base che non ha risvolti pratici immediati”. Secondo il docente invece non si dovrebbe dimenticare che talvolta servono anche 20 anni per portare avanti un progetto e vedere i risultati: non tenerne conto significa pagarne il prezzo più avanti.

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