SCIENZA E RICERCA
Fusione nucleare: firmata l'intesa per il progetto DTT al Centro di ricerca ENEA di Frascati
Computer-generated image of the JET divertor tiles, in red: Eurofusion
Il grande polo scientifico-tecnologico sulla fusione DTT (Divertor Tokamak Test) sembra essere realtà. Nella mattinata di mercoledì 29 gennaio è stato presentato il progetto internazionale che verrà realizzato nel Centro Ricerche ENEA di Frascati (Roma) dalla società DTT Scarl, di cui Eni avrà il 25%, ENEA il 74% e il Consorzio CREATE l'1%.
L'intesa è stata firmata oggi presso il Centro Ricerche ENEA di Frascati dal presidente di ENEA Federico Testa e dall'amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi, alla presenza del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro, del ministro dell'Università e della Ricerca Gaetano Manfredi, del ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli e del presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.
“Il passo di oggi – ha dichiarato il ministro dell’Università e della Ricerca Gaetano Manfredi – getta le basi per una collaborazione strategica tra mondo della ricerca ed industria, che rilancia nel panorama internazionale le grandi competenze scientifiche e tecnologiche che l’Italia è in grado di esprimere, proprio in una delle più promettenti frontiere della ricerca scientifica”
Abbiamo raggiunto Piero Martin, professore di fisica sperimentale all’università di Padova, che ci ha spiegato l’importanza di questo accordo e il ruolo dell’Italia. Secondo le stime infatti le ricadute di questo progetto sul PIL nazionale sarebbero di circa due miliardi di euro con la creazione di 1.500 nuovi posti di lavoro, dei quali i 500 diretti, tra scienziati e tecnici.
Che cos’è il DTT
Il DTT - Divertor Tokamak Test verrà realizzato in 7 anni e vedrà la partecipazione di Unione europea, del Consorzio Create, della BEI (con un finanziamento record di 250 milioni di euro garantiti dal Fondo Europeo per gli Investimenti Strategici FEIS, pilastro del Piano Juncker), dal Consorzio europeo EUROfusion (con 60 milioni a valere sui fondi Horizon 2020), il Ministero dello Sviluppo Economico e il MUR (con 80 milioni di euro circa) e la Regione Lazio (con 25 milioni più le spese per la connessione alla rete elettrica nazionale) e altri 30 milioni da partner internazionali.
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