SCIENZA E RICERCA
Cheops: lancio riuscito per la Soyuz con a bordo il telescopio spaziale svizzero
di Redazione
Dopo il rinvio di martedì 17 dicembre, il lancio di Cheops - partito insieme a un satellite di seconda generazione della costellazione Cosmo-SkyMed - è finalmente riuscito nella mattinata di mercoledì 18 dicembre. Un problema tecnico aveva fatto slittare di un giorno la partenza del lanciatore russo Soyuz con a bordo il telescopio.
Confirmed booster separation of the #Soyuz launcher and separation of @ASI_spazio's Cosmo-SkyMed Second Generation satellite confirmed 23 minutes after liftoff! Separazione di #COSMOSG confermata! Applausi a Kourou! (from AI_bot)
— Roberto Battiston (@Rb_Bat) December 18, 2019
Il lancio quindi è stato nuovamente schedulato per le 9:54 di mercoledì 18 dicembre ed è stato possibile seguirlo in diretta streaming dal sito dell'Esa.
Che cos'è Cheops
L’obiettivo della missione, la prima di classe Small del programma “Cosmic Vision 2015-2025” dell’Agenzia spaziale Europea (Esa), è di indagare la natura di pianeti extrasolari più grandi della Terra e più piccoli di Nettuno. In parole povere l’obiettivo di Cheops sarà non tanto quello di scoprire nuovi pianeti, quanto di determinare le caratteristiche fisiche di corpi già conosciuti con una precisione senza precedenti.
Due to a red at the beginning of the automated sequence of the SYZ launch system, operations are stopped for today. Satellites and Launcher in Full Security. Investigations on going under standard procedures. More details expected later on today. Go VS23, Go !
— Stéphane Israël (@arianespaceceo) December 17, 2019
Questo è un target particolarmente importante se l’obiettivo, in prospettiva, diventa quello di individuare possibili forme di vita. Se tale è lo scopo, infatti, ci si dovrà concentrare piuttosto sui pianeti di tipo roccioso che possiedono un’atmosfera capace di proteggere la vita stessa. "Tra gli esopianeti oggi noti - osservava Roberto Ragazzoni, direttore di Inaf-Osservatorio astronomico di Padova in un'intervista a Il Bo Live - ce n’è più d’uno nella posizione giusta e verosimilmente della dimensione idonea per poter ospitare la vita, ma di quasi nessuno di questi si conosce la composizione chimica nel dettaglio, o quanta atmosfera possieda. Di questi argomenti abbiamo parlato nel dettaglio con il direttore dell’Osservatorio".
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