CULTURA

Una coppia di chimici giallisti: c’è dell’umorismo sentimentale fra di loro

Giallo o Crime o Mystery o Kriminal o Polar o Noir che dir si voglia, si tratta sempre di un cappello per definizioni arbitrarie di romanzi belli e brutti, comunque utile a molti lettori. La questione se sia un genere letterario è aperta da quasi un paio di secoli. Lo resterà. Come per il “rosa”, la fantascienza, il romanzo di formazione, la narrazione storica, e via discorrendo nella letteratura di fiction. Fra l’altro, negli eventuali sottogeneri del giallo vi sono tutte le commistioni possibili con gli altri eventuali “generi”: c’è chi scrive e legge solo gialli storici, ambientati in varie differenti epoche storiche, anche dallo stesso autore; c’è chi scrive e legge di preferenza gialli matematici, imbastiti su trame di scienza o scacchi, con competenza propria o acquisita; c’è chi scrive e legge soprattutto gialli comici, intrattenimento con una boccata energizzante di sorrisi e ironie. Si dà il caso che negli ultimi anni si stia affermando in Italia una coppia di vita che scrive a quattro mani deliziosi gialli umoristici, entrambi pure scienziati, chimici per l’esattezza, entrambi appena cinquantenni, coetanei dunque.

Si chiamano Marco Malvaldi e Samantha Bruzzone, probabilmente a molti risulta più noto il primo per quanto già pubblicato e premiato. Malvaldi (Pisa, 27 gennaio 1974) è divenuto un apprezzato originale vendutissimo giallista dal 2007 con l’inizio della celebrata divertente serie del BarLume, finora nove romanzi (l’ultimo nel 2023) e oltre una quindicina di racconti. Nel 2011 iniziò a intervallare le avventure comico matematiche dei vecchietti di Pineta con altri romanzi di genere e con saggi di natura scientifica, almeno una ventina di altri volumi, metà e metà, un paio di volte a quattro mani, più l’umorista per i primi, più lo scienziato per i secondi (dei quali tre volte abbiamo già raccontato: nel 2019, nel 2020 e nel 2021). Le divagazioni sono via via divenute prevalenti, per il gusto nostro e di lettori curiosi che cercano intrattenimento e divulgazione.

Il giallo (umoristico) di coppia è una variante recente. Malvaldi aveva scritto con la moglie Samantha Bruzzone (Genova, 1974) due testi per ragazzi nel 2015 e nel 2022. La moglie era sempre ringraziata dal marito per il contributo preventivo alle stesure dei propri libri. Si erano sperimentati ben oltre un paio di decenni nella vita quotidiana, pratica e teorica. Ci si poteva provare, insomma, a scrivere insieme, con due protagoniste, adottando una modalità di stesura paritaria e rispettosa delle differenze, mescolando su carta le comuni appassionate competenze per la scienza chimica e per il giallo umoristico. Due anni fa e pochi mesi fa sono usciti romanzi favorevolmente accolti dal pubblico e dalla critica: Marco Malvaldi e Samantha Bruzzone, Chi si ferma è perduto, Sellerio Palermo 2022, pag. 346; Marco Malvaldi e Samantha Bruzzone, La regina dei sentieri, Sellerio Palermo 2024, pag. 338 euro 16. Entrambi sono ambientati dalle loro (pisane) parti, con le dovute licenze poetiche e una collaudata suddivisione dei compiti.

Il primo della serie occupa un’intensa settimana a Ponte San Giacomo, vicino Pisa. La 45enne Serena Martini ora non viene retribuita per il lavoro che fa, ha due figli in piena dipendente età scolastica, da accudire nutrire accompagnare, Pietro (quasi tredici anni, studia violoncello) e Martino (dieci, si allena con lo judo), il pur ottimo marito (da più di venti anni) Virgilio insegna all’Università, ordinario di Intelligenza Artificiale a Informatica. Lei si era laureata e aveva un po’ lavorato in quanto bravissima esperta di chimica sopramolecolare dei metalli (inorganica), aveva da sempre uno straordinario olfatto (organico) ancor più evidente da quando era divenuta sommelier (talora con collaborazioni retribuite in ristoranti), continua a domandarsi se cercare o accettare lavori a tempo pieno, cibandosi di una continua vis polemica (interna ed esterna). Quella domenica mattina scopre per caso un cadavere.

Durante la tradizionale camminata con le amiche Giulia e Debora (interlocutrici costanti, anche con le loro dinamiche affettive e sociali), a Serena sono cadute le chiavi ed è rimasta fuori casa (i congiunti sono sulla spiaggia a giocare con il drone). Torna sullo stradone del percorso e s’accorge di dover fare urgentemente pipì, s’inoltra appena nel boschetto, vede un corpo senza più vita e sente almeno due odori (da polvere da sparo e da acidemia isovalerica), farà tardi al pranzo dalla suocera, una personalità rilevante e invadente (come capita nella vita, non proprio sempre) Augusta, soprannominata “Pino” (autoritaria come il dittatore cileno): ex sua arcigna temuta docente di matematica del liceo, ora in pensione.

Torniamo al delitto. Qualcuno ha sparato al 54enne Luigi Caroselli, professore pro tempore di musica presso la scuola privata Della Casa di Procura Missionaria, solitario appartato e senza familiari, ecologista cacciatore, colto apprezzato clavicembalista e insegnante, abbastanza rompicoglioni a detta di molti. La scuola dell’obbligo è l’unica del posto, la discutibile gestione è delle suore, ci vanno tutti in paese, compresi i figli di Serena e delle sue amiche. La sovrintendente Ana Corinna Stelea indaga con buon piglio, rigore giuridico e gran senso del dovere; è alta un metro e novantuno, capelli biondi e occhi grigi orlati di verde, bellissima e intelligente; non sposata né fidanzata, senza figli, effettiva coprotagonista delle avventure. Serena e Corinna s’intenderanno, dopo qualche sana diffidenza. Verranno a capo del “whoduit”.

Gli autori, la chimica scrittrice Samantha Bruzzone e il chimico scrittore Marco Malvaldi, come detto stanno (non proprio) incidentalmente insieme nella vita da una venticinquina d’anni, da sempre appassionati di gialli per deformazione professionale e di divulgazione scientifica per attitudine culturale. Nel loro primo romanzo della serie a quattro mani fanno di continuo riferimento alle differenze fra fiction e no fiction, fra letteratura o cinema e realtà, scherzano. La narrazione è binaria, a capitoli intervallati senza rigidità: in prima persona al femminile sono i monologhi di Serena, quelli in terza persona su Corinna vengono esposti però da un narratore maschile esterno (che spesso si manifesta per pratica ironia). Sceneggiatura curata, dialoghi brillanti, intelligente divulgazione scientifica.

Le acrobatiche digressioni sul lato comico o paradossale o assurdo o triste della vita sono continue e simpatiche e ruotano intorno all’indiscutibile fatto che “non sempre i genitori sono in grado di parlare con i figli”, fatto salvo che l’intreccio resta giallo e il dipanarsi della vicenda un’indagine su un crimine per scoprirne il o la colpevole (il o la?). Le pillole “scientifiche” sono salutari e benvenute (talora condite di polemiche contemporanee), si rintracciano anche qualche ricetta di pasticceria e spiegazioni sulla conservazione degli alimenti in frigo. Il paesino è minuscolo e inventato, il contesto quello pisano di San Giuliano Terme. Alla cena finale degustano Vorberg 2019 (Pinot bianco) per la pasta alla bottarga e San Leonardo 2016 (Merlot) per il pecorino al forno, poi rum. Molto gettonato Fabrizio De André.

Stessa ambientazione di partenza e progressione si trovano nel secondo romanzo della serie, ma qui troviamo pure le mitiche colline di Bolgheri, nella Maremma settentrionale. Siamo nell’ottobre 2023. L’ora 46enne Serena Martini non lavora da quattro anni, convive abbastanza serenamente con i due figli Pietro (verso i quattordici anni) e Martino (undici) e il marito Virgilio, molto impegnato all’Università di Pisa. L’anno prima si era trovata invischiata in un’indagine, aveva dato un contributo e si era sentita viva come non le accadeva da tempo. Così si lascia ancora una volta coinvolgere dalla sovrintendente Ana Corinna Stelea. Nel laghetto di una tenuta vitivinicola di successo è stato (finalmente) trovato il motocarro Ape del mitico marchese produttore di vino della blasonata tenuta limitrofa Crisante Olivieri Frangipane, pure lui scomparso il 20 ottobre 2013 e allora 75enne.

Le due aziende coinvolte e parzialmente concorrenti (nei rossi d’eccellenza) avevano vinto i tre bicchieri del “Gambero Rosso” (Basileus 2010 e Alcielo 2010), insieme a un’altra ventina di produttori toscani, e tutti dovevano festeggiare quel dì a Firenze, ma lui aveva mandato la figlia. Serena ricorda l’orizzontale di Bolgheri superiore a Castagneto Carducci proprio quell’anno, dove aveva conosciuto molti dei protagonisti. Corinna la manda in avanscoperta, le due marciano in parallelo, anche il cadavere verrà fuori e qualche intrigo dovrà essere svelato, prima o poi. Ancora una volta la godibile narrazione al passato alterna capitoli narrati liberamente in prima persona femminile da Serena (non sempre in ordine cronologico, giorni della settimana nel titoletto), a capitoli sulla libera Corinna (nel titoletto le relative disposizioni del codice penale o di procedura penale), con l’obiettivo (abbastanza riuscito) della “fusione di punti di vista” di genere.

Il titolo fa riferimento ai percorsi fisici e virtuali del camminare di Serena, le analisi chimiche e psicologiche le piacciono davvero, scientificamente. E la suocera Augusta incombe. Le godibili accurate digressioni questa volta ruotano intorno all’enologia (si impara tanto, fra l’altro su: annate e ampelografia, tappi e bottiglie, degustazioni e temperature, truffe e affari), fatto salvo che l’intreccio resta giallo e il dipanarsi della vicenda un’indagine criminale per scoprire colpevoli. Accanto ad attenzione e pillole scientifiche, battute e toscanismi sono salutari e benvenuti (talora conditi di polemiche sociali contemporanee), si rintracciano anche la ricetta della carbonara e spiegazioni sulla conservazione del vino in frigo. Le bontà e qualità del liquido odoroso (con nomi ed etichette da appuntarsi) sono molteplici.

Il romanzo umoristico non piace a tutti, a prescindere dalla grandezza degli scrittori che vi si cimentano e dalla qualità dei romanzi che viene pubblicata. Certo è che ha una lunga benemerita storia nella letteratura. I romanzi gialli umoristici (in inglese sono i Cosy crime) non piacciono a tutti gli amanti del genere, non tanto perché evitano aspetti violenti e sanguinolenti, ciò non è un’esclusiva, quanto perché sembrano voler trattare con leggerezza le storie serie di crimini e delitti. Eppure, forse vanno evitati i rifiuti pregiudiziali e le ritrosie saccenti, la letteratura è intrattenimento e in quella “presunta” di genere giallo ci sono memorabili tic e manie di ogni investigatore che si rispetti, sviamenti e digressioni in ogni trama. Senza dimenticare che da oltre un secolo esistono le parodie mirate o i capovolgimenti sarcastici del “genere” e che si può fare humour anche con divulgazione scientifica o denuncia sociale. Moltissimi grandi scrittori hanno all’interno della propria bibliografia testi umoristici, pure fra quelli “presunti” più di genere, pensate agli statunitensi Donald Westlake, Joe Lansdale ed Elmore Leonard, o in Italia a Carletto Manzoni e allo stesso Andrea Camilleri. 

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