SOCIETÀ

L'adattamento climatico deve passare anche per la lotta all'abusivismo edilizio

Più di 620 mila frane, una mosaicatura che include tutte le regioni italiane e quasi un evento al giorno accaduto negli ultimi tre anni. La situazione del dissesto idrogeologico in Italia è purtroppo ben nota da anni e gli enti preposti monitorano quotidianamente una situazione tanto delicata quanto rischiosa. Rischiosa anche e soprattutto perché siamo un Paese in cui  l’abusivismo è troppo presente e a volte ciò che non è abusivo lo è solo perché a sanarlo è intervenuto un condono.

Nella notte tra il 25 ed il 26 novembre scorso, a Ischia, un forte nubifragio ha colpito l’intera zona e le piogge hanno causato una frana situata nella zona del Celario. Un luogo di circa 8 mila abitanti, dei quali più di 2mila è a rischio frane. A fare questa stima, ben prima del tragico avvenimento, è stata l’Ispra che, sulla piattaforma italiana sul dissesto idrogeologico, mappa in modo estremamente dettagliato la pericolosità di tutto il nostro territorio.

Il primo dato che balza all’occhio, sia guardando i numeri che la visualizzazione grafica dell’inventario, è che in Italia le zone ad alto rischio sono numerosissime. Si stima che complessivamente sia il 93,9% dei comuni italiani (7.423) a rischio per frane, alluvioni e/o erosione costiera. 

Gli abitanti a rischio frane invece sarebbero 1,3 milioni, 6,8 milioni quelli a rischio alluvioni. Questo significa anche che le famiglie a rischio sono quasi 548.000 per frane e oltre 2,9 milioni per alluvioni, mentre su un totale di oltre 14,5 milioni di edifici, quelli ubicati in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata sono oltre 565.000 (3,9%), quelli in aree inondabili nello scenario medio sono oltre 1,5 milioni (10,7%).

Le regioni con i valori più elevati di popolazione a rischio frane e alluvioni sono Emilia-Romagna, Toscana, Campania, Veneto, Lombardia, e Liguria.

Cercando di concentrarci solamente sul rischio frane, vediamo come il totale censito nell’inventario, dal 1116 al 2022 è di 620.503 frane, di cui la maggior parte con un movimento a scivolamento rotazionale/traslativo. Se prendiamo in considerazione solamente gli eventi monitorati dal 2018 in poi, non va certo meglio a livello numerico. 846 eventi significa circa 23 eventi al mese negli ultimi tre anni, un dato che non può non far riflettere sulla natura del nostro territorio. 

Insomma l’Italia per il 20% del suo territorio è attenzionato per un rischio frane. Analizzando le varie regioni vediamo come la Valle d’Aosta abbia il 94,9% della sua area a rischio frane. Guardando poi la mappa sottostante è facile capire come sia decisamente alta la pericolosità del rischio frane. Purtroppo era noto che a Casamicciola Terme, la zona della frana accaduta solo pochi giorni fa,  il 25,1% della popolazione era a rischio in aree a pericolosità da frana elevata o molto elevata. Su un totale di 8.080 abitanti, quelli a rischio erano 2.030.

Tornando proprio a Casamicciola Terme, i motivi dell’alto rischio di frane vengono proprio dal suo territorio. La zona è situata alle pendici di un monte di origine vulcanica ed alto 789 metri. È il punto più alto di Ischia e si chiama Monte Epomeo. La sua conformazione ed origine fa si che in situazioni di forti piogge le colate di detriti non siano rare. Dal 2018 in poi sono stati due gli eventi segnalati nell’inventario dell’Ispra. Entrambi sono accaduti il 24 febbraio 2018, e sono stati causati dalle infiltrazioni di acqua dovute alle forti piogge dei giorni precedenti. Nella prima frana un muro di contenimento è franato a valle causando ingenti danni e l’evacuazione di due persone, mentre nella seconda la frana ha interessato un’abitazione.

Quando si parla di territorio italiano è bene considerare sempre sia la sua conformazione che l’utilizzo che ne facciamo. Sappiamo che il consumo del suolo è problematica d cui troppo spesso si fa finta di nulla a favore di nuove costruzioni, ma sappiamo anche che c’è un altro problema atavico italiano: l’abusivismo edilizio. Il BES 2021, cioè quell’insieme di indicatori che cercano di tracciare l’andamento del benessere e sviluppo della nostra nazione, ha evidenziato come alcune regioni abbiano un evidente ed importante problema di abusivismo. Questo significa costruire dove non si dovrebbe, e non è che non si dovrebbe per dei sciocchi vincoli, non si dovrebbe costruire perché spesso quelle zone possono essere ad alto rischio di dissesto idrogeologico.

Condonare o ancora peggio far finta di non vedere significa esporre la popolazione a eventi tragici che possono anche costare la vita alle persone, ma che spesso sono anche prevedibili. Diciamo questo anche alla luce dei cambiamenti che sono già avvenuti al nostro clima. Si parla sempre più spesso di adattamento ai cambiamenti climatici, ma la strada da fare per l’Italia sembra essere ancora molto lunga e toruosa.

               

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