CULTURA
Una luce sul passato per illuminare il presente: l’importanza della storia ambientale
Ripercorrere i fatti storici e conoscere il passato è un’ottima strategia per comprendere il presente e per provare a migliorarlo, evitando di ripetere errori già commessi in precedenza. Questo è particolarmente evidente se si considera il nostro rapporto con la natura: la storia ambientale, studiando le complesse catene causali da cui è derivata l’attuale relazione fra uomo e ambiente, può fornire una chiave di lettura inedita e molto interessante per affrontare con consapevolezza i problemi ecologici posti dal modello di sviluppo corrente. Questo è quanto sostiene, su Nature, il giornalista scientifico Mark Peplow, che recensisce due volumi di recente pubblicazione nei quali si traccia con modalità ed esiti diversi una storia dell’inquinamento che può risultare molto istruttiva per il presente.
Quella dell’inquinamento derivato dalle attività umane non è solo una storia “ambientale”, ma ha importanti risvolti politici, sociali ed economici. Proprio l’economia, infatti, è un fattore rilevante di questa vicenda: la trasformazione di scala dell’inquinamento, che da locale diviene globale, avviene tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, con l’industrializzazione su larga scala, l’espansione dei mercati e, soprattutto, il massiccio impiego di combustibili fossili per ogni genere di attività produttiva. Se, fino a quel momento, gli effetti negativi delle attività umane erano di dimensione locale, e potevano perciò essere gestiti dalle singole comunità, la rapida affermazione del modello di produzione industriale a livello mondiale rende impossibile una gestione separata del problema, il quale assume dimensioni troppo vaste per poter essere governato solo dalle amministrazioni, e in generale dalla politica, in assenza di un reale impegno da parte degli attori economici.
Inquinamento atmosferico - National Geographic
Con l’avvento dei combustibili fossili e la conseguente conversione dei processi produttivi verso una maggiore velocità ed efficienza, il conflitto tra salute – umana e ambientale – e lavoro si è acuito sempre più. I decisori politici hanno dovuto riconoscere, infine, la crescente importanza delle realtà industriali: a un certo punto si è data maggiore importanza alla dimensione produttiva che ad altri valori, come la tutela della salute umana e del benessere ambientale, e ha prevalso la narrazione (apparentemente) razionale che presentava l’inquinamento come un “male necessario”, il prezzo da pagare per il progresso e il generale miglioramento delle condizioni di vita. Attuare interventi di limitazione dell’inquinamento, hanno sostenuto gli stessi scienziati che erano stati creatori di tecnologie inquinanti, avrebbe avuto pesanti ricadute sull’economia, portando a una massiccia perdita di posti di lavoro e a un crollo dell’economia. Inoltre, le future innovazioni tecnologiche avrebbero sicuramente risolto il problema senza dover necessariamente rinunciare alla promessa della crescita.
Plastica: storia e inquinamento - National Geographic
Tuttavia non è stato così: la maggiore efficienza, effettivamente raggiunta grazie alle continue migliorie tecnologiche, non ha potuto far altro che rendere l’inquinamento più invisibile, senza però riuscire a ridurlo; inoltre, la crescita economica illimitata si è rivelata un mito irrealizzabile, impossibile da conciliare con gli insuperabili limiti ecologici imposti dal pianeta, dai quali l’economia non può in alcun modo svincolarsi.
Ripercorrendo la storia dell’inquinamento di origine antropica – descritta magistralmente anche da un’opera classica della storia ambientale, Qualcosa di nuovo sotto il sole di John McNeill (Einaudi 2000) – si possono trarre numerosi consigli e spunti di riflessione per il presente: il periodo storico che stiamo vivendo, dominato dalla crisi climatica, ha bisogno di un radicale ripensamento del rapporto tra uomo e ambiente, come sostengono gli autori di uno dei libri recensiti da Peplow (F. Jarrige & T. Le Roux, The Contamination of the Earth: A History of Pollutions in the Industrial Age, MIT Press 2020). Ponderando non solo i costi economici, ma anche i vantaggi sociali e ambientali che si potrebbero trarre da un’eventuale transizione dalle tecnologie inquinanti verso soluzioni dal ridotto impatto ambientale, diviene chiaro come una strada sia già tracciata: ma percorrerla è una scelta. Riesaminare i punti salienti della storia della “contaminazione della Terra” induce alla riflessione; e persino, sostiene Peplow, «dovrebbe indurre scienziati e cittadini a chiedersi: “sono complice di questo sistema? Oppure cercherò di oppormi?”».