Putin e Lukashenko. Foto: Reuters
Due uomini, due dittatori, intenti a supervisionare delle esercitazioni militari congiunte a pochi giorni dall’invasione dell’Ucraina. L’immagine ritrae Vladimir Putin e Aleksandr Lukashenko. Non sono un politologo e non intervengo in questioni di geopolitica. Ma posso parlare di loro da un punto di vista evoluzionistico.
Sono due maschi, di una certa età, rappresentanti – non so quanto degni – della specie Homo sapiens. Sono due scimmie antropomorfe, due ominidi.
Sono due maschi, da un punto di vista etologico, alfa e pieni di testosterone, l’ormone prevalentemente maschile che nello sviluppo porta alla differenziazione dei caratteri sessuali maschili.
I due sono intenti, probabilmente, a dare ordini e a premere pulsanti per lanciare missili che si ereggono per il loro ego felice.
Ora immaginiamo una scena del futuro: due capi di stato, uno russo e uno dell’Ucraina, portano una corona di fiori in un sacrario pieno di caduti della guerra. Giovani, sacrificati che stanno morendo in questi giorni da entrambe le parti. E in quei sacrari ci sono tanti civili, innocenti. Quelle vite non torneranno mai più e si chiederanno “a cosa è servito?”. A questo rispondiamo noi: a niente. La storia insegna: le guerre non sono mai servite a nulla, tanto meno per risolvere i conflitti. Certo, sicuramente arricchiscono qualcuno: i signori della guerra e in questo caso del gas. È una violenza inutile, che ammazza i bambini.
“Molti anni fa anche l’abolizione della schiavitù sembrava utopistica. Nel XVII secolo possedere degli schiavi era ritenuto normale e fisiologico. Un movimento di massa, che negli anni ha raccolto il consenso di centinaia di migliaia di cittadini, ha cambiato la percezione della schiavitù. Oggi, l’idea di esseri umani incatenati ci repelle. Quell’utopia è diventata realtà. Un mondo senza guerra è un’altra utopia che non possiamo attendere oltre per essere trasformata in realtà. Dobbiamo convincere milioni di persone del fatto che abolire la guerra è una necessità urgente e realizzabile. Questo concetto deve penetrare in profondità nelle nostre coscienze fino a che l’idea della guerra divenga un tabù e sia eliminata dalla storia dell’umanità”. Questo discorso è stato pronunciato, nel 2015, a Stoccolma, da un medico italiano mentre ritirava un prestigioso premio. Il suo nome era Gino Strada.