SCIENZA E RICERCA

Non solo Apollo 11: quattro anni di esplorazioni lunari

La prima volta non si scorda mai, soprattutto se parliamo di esplorazioni spaziali. La missione Apollo 11 è l’esempio perfetto, un momento che ha regalato un nuovo sguardo sullo spazio. La Luna, la grande protagonista del progetto Apollo della Nasa, non è stata "conquistata" solo una volta: il satellite ha ospitato le passeggiate di diversi astronauti e di un rover lunare, fino al 1972 quando il progetto si concluse.

19 novembre 1969. Il secondo allunaggio avvenne pochi mesi dopo l’Apollo 11; l’equipaggio era composto da Charles Pete Conrad, comandante, Richard Francis Dick Gordon jr, comandante del modulo, e Alan LaVern Bean, pilota del modulo lunare. La partenza non fu tra le più “tranquille”, dato che la navicella iniziò il suo viaggio durante una tempesta, trasformando il Saturn V in un gigantesco parafulmini. 

L'Apollo 12 racchiudeva numerosi obiettivi, in primis quello di perfezionare gli atterraggi lunari in vista delle prossime esplorazioni spaziali. Le attività svolte sul suolo lunare, invece, si concentrarono principalmente nel posizionamento dell’Apollo Lunar Surface Experiments Package, o ALSEP, un congegno per monitorare le attività sismiche, nella raccolta di ulteriore materiale lunare e nel monitorare la sopravvivenza per un periodo prolungato dell’uomo in ambiente lunare .

11 aprile 1970, “Houston, we've had a problem”. La missione Apollo 13, composta da John Swigert, Fred Haise e James Lovell, non portò purtroppo nessun astronauta sul suolo lunare. Appena trascorse 55 ore e 55 minuti dalla partenza, il serbatoio d’ossigeno numero 2 esplose dopo la richiesta dell’equipaggio di eseguire la procedura ordinaria di rimescolamento dell’ossigeno. La missione venne immediatamente annullata: l’obiettivo era diventato quello di salvare i tre astronauti.

Il modulo di comando era fuori uso e l’equipaggio decise di utilizzare il modulo lunare come “navetta di salvataggio”. Lo spazio di questa navicella non era progettato per trasportare tre persone. Le condizioni del viaggio di ritorno, quindi, risultarono difficili: l’acqua e il cibo furono razionati per permettere la sopravvivenza e il rientro sulla Terra. Furono modificati anche gli strumenti per lo smaltimento del biossido di carbonio presenti sul modulo, per evitare sovraccarichi durante il viaggio. La missione si concluse il 17 aprile 1970 quando l’equipaggio fu recuperato nell’Oceano Pacifico.

5 febbraio 1971. Con l’Apollo 14 la Nasa decise di tentare nuovamente l’allunaggio nella regione Fra Mauro della Luna, meta della precedente missione; l’equipaggio era composto da Alan B. Shepard Jr, Edgar D. Mitchell e Stuart A. Roosa. Gli obiettivi questa volta furono puramente scientifici: la check list prevedeva due attività extra veicolari in cui utilizzare diversi strumenti e congegni per il monitoraggio e lo studio del satellite.

Nella prima EVA (Extra-Vehicular Activity), in ritardo di un’ora rispetto all’orario previsto, fu piazzato l’ALSEP: l’attività durò in totale 4 ore e 49 minuti. La seconda EVA, invece, ebbe un carattere più esplorativo: Shepard e Mitchell, infatti, camminarono più di mezzo miglio, in direzione del cratere Cone, raccogliendo campioni e conducendo indagini selenologiche. Quest’attività durò 4 ore e 35 minuti, un nuovo record per la Nasa, e furono raccolti 94 chilogrammi di materiale lunare che fu poi studiato da 187 gruppi di ricerca negli Stati Uniti e 14 a livello mondiale. Il successo della missione rallegrò gli astronauti, tanto che il comandante Shepard decise di lanciare due palline da golf con un’asta improvvisata, diventando così il primo e unico uomo ad avere mai giocato a golf sulla Luna. 

30 luglio 1971. David Scott, Alfred Worden e James Irwin furono i protagonisti dell’Apollo 15, il quarto allunaggio completo della Nasa. La missione venne inserita nella categoria J, contenente quindi attività scientifica avanzata. Gli astronauti, infatti, presero parte a un addestramento geologico intenso, dato che era prevista una permanenza sul suolo lunare più estesa. Questo fu reso possibile grazie ai miglioramenti del modulo lunare, testati nella precedente missione, e delle tute spaziali, che permisero agli astronauti di rimanere più tempo al di fuori del modulo. L’allunaggio avvenne nella regione di Hadley-Appennino.

Gli obiettivi dell’Apollo 15, da completare durante le tre EVA, furono la valutazione delle modifiche al modulo e alle tute, l’installazione del terzo ALSEP, il prelievo di ulteriore materiale lunare e la prova del Lunar Roving Vehicle, il primo veicolo lunare, ed altre attrezzature. 

La missione Apollo 15 batté numerosi record: il carico più pesante portato in orbita, la distanza maggiore percorsa sulla superficie lunare lontano dal modulo (circa 28 km), la durata totale maggiore delle attività extra-veicolari, il tempo più lungo trascorso nell’orbita lunare e la missione Apollo più duratura (295 ore totali). Ed è anche la missione più “italianizzata”: il logo fu disegnato dallo stilista Emilio Pucci.

21 aprile 1972. Il quinto allunaggio portò sul satellite John W. Young, Thomas K. Mattingly e Charles M. Duke; questa volta la Nasa scelse come luogo di atterraggio un altopiano, in particolare quello di Descartes, un terreno diverso da quelli precedenti. L’arrivo sulla Luna dell’Apollo 16 fu di 5 ore in ritardo, a causa di alcuni problemi riscontrati nel sistema di propulsione che diminuì anche la permanenza degli stronauti sul satellite. Anche in questa missione fu utilizzato il rover lunare per prelevare campioni e fotografare l’area, fornendo informazioni utili su questo terreno non ancora esplorato (quasi 96 chilogrammi).

Per la prima volta, durante questa missione, un astronauta provò l’ebrezza di cadere letteralmente sulla Luna, riuscendo non con poca fatica a rialzarsi anche a causa della ridotta forza di gravità.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Apollo 16, 1972: la prima volta che un astronauta cadde sulla Luna. 👨‍🚀 • • • #Repost @spaceclub

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11 dicembre 1972. L’ultima missione con equipaggio umano che sbarcò sulla Luna: l’Apollo 17 si contraddistinse per l’elevata qualità tecnologica dei suoi strumenti e l’utilizzo ormai collaudato del rover lunare. Il territorio scelto per questa missione fu l’altopiano Taurus-Littrow, dove la Nasa sperava di trovare rocce più antiche da poter analizzare. Come per le precedenti due missioni, anche questa fu categorizzata come J, cioè con scopi altamente scientifici. L’equipaggio era formato da Eugene Cernan, Ron Evans e Harrison Schmitt, il primo astronauta-scienziato ad atterrare sulla Luna.

L’equipaggio dell’Apollo 17 percorse con il rover quasi 34 km e riuscì a raccogliere più di 110 chilogrammi di materiale lunare. In questa missione, inoltre, si riuscì per la prima volta a fotografare anche il Polo Sud, riportando così un’immagine completa della Terra.

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