Scienza e Ricerca

09 Maggio 2021

Alla ricerca di nuovi siti archeologi con l'intelligenza artificiale

Si può insegnare a un computer a scoprire depositi archeologici ancora sepolti? Questa è la sfida raccolta dal progetto Cultural landscapes scanner, realizzato in collaborazione tra l'Istituto italiano di tecnologia (IIT) e l'Agenzia spaziale europea (ESA). Lo scopo è quello di utilizzare tecniche di machine learning per riconoscere e individuare strutture antiche ancora sconosciute presenti nel sottosuolo. A coordinare il progetto è Arianna Traviglia, direttrice del Centre for Cultural Heritage Technology dell’IIT con sede all'università Ca' Foscari di Venezia. A lei abbiamo chiesto di raccontarci in cosa consiste questo innovativo progetto, che darà una svolta ai metodi tradizionali di telerilevamento di cui si servono attualmente gli archeologi.

L'intervista completa ad Arianna Traviglia. Montaggio di Elisa Speronello

“L'archeologia è tra le discipline umanistiche che tra le prime ha adottato tecnologie digitali, e non solo l'intelligenza artificiale”, spiega Traviglia. “La più famosa conferenza di applicazione informatica all'archeologia compie 50 anni l'anno prossimo. Durante questo tempo è diventato sempre più importante per gli archeologi sviluppare competenze informatiche, che stanno diventando sempre di più un patrimonio per i giovani che vengono formati in questo settore negli ultimi anni. Ormai, infatti, quasi tutte le università offrono corsi specifici sia riguardo alle scienze che supportano l'archeologia, sia alla tecnologia digitale, che è ormai diventata una parte indispensabile della formazione dell'archeologo”.