SCIENZA E RICERCA

Tartarughe fantastiche e dove trovarle

Per oltre un secolo si erano perse le sue tracce, tanto che la si considerava ormai una specie estinta. Poi nel 2019, è accaduto l’impensabile: sull’isola di Fernandina alle Galapagos, è stata ritrovata una femmina ancora in vita. E ora c’è finalmente la prova del DNA: Fernanda, così è stata ribattezzata, è davvero un esemplare di tartaruga fantastica gigante (Chelonoidis phantasticus). L’ultimo individuo – a quanto se ne sa – di questa specie endemica dell’isola di Fernandina. La conferma, pubblicata sulla rivista Communications Biology dai ricercatori dell’Università di Princeton e dell’Università di Yale, coordinati dalla biologa italiana Adalgisa Caccone, riaccende la speranza e pone nuovi interrogativi sull’evoluzione e la conservazione delle tartarughe giganti delle Galápagos.

Il primo esemplare di tartaruga fantastica gigante di Fernandina mai rinvenuto era stato trovato nel 1906 dall’esploratore Rollo Beck durante una spedizione. Si trattava di un maschio, oggi conservato al museo di storia naturale di San Francisco, il California Academy of Sciences. Fu in quell’occasione che la specie venne battezzata Chelonoidis phantasticus – “fantastica” appunto – per la curiosa forma del carapace: svasato ai lati e rialzato all’altezza del collo, a formare una “sella”, che favorisce l’allungamento del collo verso l’alto per nutrirsi di foglie. Da quel momento, però, nessuno ha più visto una tartaruga fantastica. Di certo la natura vulcanica dell’isola di Fernandina non è stata d’aiuto: è considerata la più grande isola incontaminata della Terra, rimasta in gran parte inesplorata, proprio a causa di vasti campi di lava che bloccano l’accesso all’interno dell’isola. Le poche ricerche e i sorvoli condotti in questi decenni hanno portato scarsi risultati: una ventina di possibili escrementi di tartaruga nel 1964 e uno nel 2014.

Così, quando nel 2019, è stata ritrovata Fernanda nessuno ha creduto subito che si trattasse davvero di una femmina di Chelonoidis phantasticus, anche perché la “sella” era poco pronunciata e le dimensioni del carapace erano un po’ più piccole di quanto ci si aspettasse da una tartaruga gigante di quell’età.

Così, per avere la prova certa che Fendanda fosse davvero “fantastica”, il team guidato dall’italiana Adalgisa Cacconi, docente di ecologia e biologia evoluzionistica all’Università di Yale e direttrice del Centro di sistematica molecolare e genetica della conservazione, ha sequenziato il genoma di Fernanda e quello dell’unico esemplare maschio noto alla scienza, confrontandoli poi con il genoma delle altre 13 specie di tartarughe giganti delle Galápagos. E ha dimostrato che Fernanda e il suo antenato maschio sono effettivamente membri della stessa specie, geneticamente distinti da tutte le altre.

«Oggi alle Galápagos vivono 14 specie di tartarughe giganti, tutte inserite nelle Red List dell’IUCN, perché considerate in pericolo di estinzione» spiega a Il Bo Live Adalgisa Caccone. «Da quando le Galápagos sono state scoperte, le tartarughe giganti sono state decimate: si calcola che, da allora, la popolazione su tutte le isole si sia ridotta del 90%, per lo più per colpa nostra! Innanzitutto ce le siamo mangiate: i marinai che attraccavano alle Galápagos per rifornirsi di acqua e cibo, ne hanno catturate a migliaia. Le tartarughe potevano stare nelle stive senza nutrirsi per circa sei mesi, insomma erano un’ottima fonte di carne fresca all’occorrenza in un’epoca in cui ancora non esisteva la refrigerazione. Nell’ultimo secolo invece, il problema sono diventate le specie aliene introdotte alle Galápagos dalle navi che vi approdano: sono specie non native del posto, che sono diventate invasive. Predano le uova delle tartarughe delle Galápagos oppure si nutrono delle stesse piante, entrando in competizione alimentare» continua Adalgisa Caccone. «Eppure queste tartarughe iconiche e minacciate hanno un ruolo importantissimo nel fragile ecosistema insulare delle Galápagos, tanto che sono state definite “ecological engeneers”, cioè ingegneri ecologici».

Anche per questo il ritrovamento di Fernanda ha acceso nuove speranze. Oggi Fernanda vive nel Galápagos National Park Tortoise Center, sull’isola di Santa Cruz, dov’è protetta e dove gli esperti stanno vedendo cosa possono fare per mantenere in vita la sua specie. Si stima che abbia circa 50 anni, ma ha una “sella” poco pronunciata e dimensioni piuttosto contenute per la sua età e la sua specie: probabilmente perché la sua crescita è stata rallentata per via della vegetazione scarsa e molto localizzata presente sull’isola vulcanica.

«Il ritrovamento di un esemplare vivo dà speranza e apre anche nuove domande: restano ancora molti misteri» sottolinea Adalgisa Caccone. «Ci sono altre tartarughe su Fernandina che possono essere riportate in cattività per avviare un programma di riproduzione? In che modo le tartarughe hanno colonizzato Fernandina e qual è la loro relazione evolutiva con le altre tartarughe giganti delle Galápagos?». Rispondere a queste domande è complesso e per trovare altri individui sarà necessaria un’indagine completa su Fernandina.

«Sono più di venti anni che lavoro su questi animali» racconta Adalgisa Caccone a Il Bo Live. «Ogni anno penso che abbiamo capito cosa è successo, ma con nuovi dati si aprono nuove possibilità, emergono nuove ipotesi e in diversi casi abbiamo scoperto che quello che pensavano 5-10 anni fa deve essere rivisitato perché nuovi dati ci stanno suggerendo possibilità diverse. È una storia che ci stimola continuamente a cercare risposte migliori e mi ha fatto capire più di qualsiasi altro progetto quanto sia importante avere il contributo di diversi gruppi (ecologi, paleontolgi, tassonomisti, storici, geologi). Senza di loro, senza il supporto dell’agenzia che si occupa della loro protezione, il Galápagos National Park, i loro rangers e il supporto logistico non avrei potuto fare nulla. Per me, da biologa, lavorare alle Galápagos è un divertimento continuo, le Galápagos sono una “mecca”: scoprire come queste tartarughe sono approdate su questo arcipelago e quali sono stati i processi evolutivi che hanno permesso la loro rapida diversificazione è un onore» conclude Adalgisa Caccone.

La storia di Fernanda non è però unica nel suo genere. Sembra infatti ricalcare quella di un suo “parente” alla lontana: il più famoso Lonesome George, l’ultimo esemplare maschio di tartaruga gigante dell’isola di Pinta (Chelonoidis abingdonii). Anche Lonesome George, infatti, era stato ritrovato per caso nel 1971, quando la sua specie era data per estinta. Diventato un simbolo delle isole Galapagos, Lonesome George però morì nel 2012 più che centenario, senza lasciare eredi. E ovviamente per Fernanda, ci si augura un futuro diverso. A lieto fine.

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