UNIVERSITÀ E SCUOLA

Matematica, scienze e lettura: l'Italia è ancora divisa in due

Per l’Italia risultati inferiori alla media internazionale in matematica, scienze e lettura, pur con notevoli miglioramenti tra il 2003 e il 2012. A metà strada tra chi è in cima alla classifica (Shanghai, Singapore, Hong Kong) e chi è in fondo (Qatar, Indonesia, Perù). A parlarne è il rapporto dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), Programme for international student assessment (Pisa), che tra i 65 Paesi coinvolti nel progetto ha reclutato in Italia 38.142 studenti quindicenni intervistati nel 2012 e 1.186 istituti scolastici. 

Sebbene, dunque, il nostro Paese si collochi solo alla trentaduesima posizione in matematica, con una media di 485 punti, i risultati tra il 2003 e il 2012 sono migliorati di 20 punti, avvicinandosi molto alla media Ocse (494 punti). Un ragazzo su quattro ottiene un punteggio inferiore a 2 su 6, mentre uno su dieci tra il 5 e il 6. Si tratta tuttavia di risultati che vedono tra il 2003 e il 2012 una diminuzione del 7% di chi si colloca nella fascia più bassa e un aumento del 3% di chi occupa invece i primi posti della scala di valutazione. Brillano su tutti gli studenti del nord-est, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trento, che nella media superano sia i loro coetanei nazionali che quelli oltreconfine (con un punteggio rispettivamente di 524, 523, 523).  

Stesse considerazioni per le performance in scienze: sebbene i ragazzi italiani risultino meno preparati rispetto alla media degli studenti dei Paesi Ocse (494 punti contro i 501), tra il 2006 e il 2012 si è visto un miglioramento di 18 punti. La lettura subisce invece una battuta d’arresto: con i 490 punti contro i 496 della media Ocse, gli studenti del nostro Paese non hanno dimostrato miglioramenti nei risultati negli ultimi 12 anni. Circa uno studente su cinque, tanto in Italia che nelle nazioni dell’Organizzazione, ottiene risultati inferiori al livello base di riferimento per la lettura. A far eccezione, come per la matematica, alcune regioni del Nord, in questo caso ancora Veneto e Trento e Lombardia che superano ampiamente i risultati medi nazionali e quelli dei Paesi Ocse con un punteggio di 521. 

Se al nord dunque si trovano gli studenti migliori, al sud  in particolare in Calabria, in Sicilia, in Campania, e in Sardegna, si concentrano i ragazzi che non superano il primo livello di competenze. 

Pur considerando tre ambiti disciplinari differenti, il rapporto Ocse si concentra in modo specifico sulla matematica e sottolinea innanzitutto che nel 52% dei casi la variabilità dei risultati è riconducibile al divario tra gli istituti frequentati dagli studenti.  

Ma a incidere sui risultati sono anche fattori di altro genere. Dalle risorse a disposizione delle scuole, allo status socio-economico dei ragazzi, alla motivazione e fiducia dello studente nelle proprie capacità. 

Tasto dolente del  nostro Paese, la riduzione dei finanziamenti alla scuola: se infatti nella maggior parte dei Paesi Ocse tra il 2001 e il 2010 la spesa per studente è cresciuta, nello stesso periodo l’Italia ha visto una riduzione dell’8%. Tagli che sono avvenuti, oltre che nel  nostro Paese, solo nel Messico e in Islanda. E non si tratta del problema minore se si considera che l’autonomia dei dirigenti scolastici nella gestione delle risorse a disposizione è molto limitata. Al contrario invece di ciò che accade negli altri Stati in cui i presidi hanno maggiori responsabilità quando si tratta di definire il budget della scuola, assumere e licenziare gli insegnanti.  Il 93% degli studenti, sottolinea il rapporto, frequenta istituti con presidi senza alcun potere decisionale in materia di spesa per il personale.  

A ciò si aggiunga la presenza in Italia di un numero sempre maggiore di studenti immigrati che, pur rappresentando il 7,5% del totale contro il 12% dei Paesi Ocse, tra il 2003 e il 2012 ha registrato un aumento di 5 punti percentuali. Le barriere linguistiche costituiscono per questi ragazzi il primo ostacolo all’apprendimento cui si unisce spesso una situazione socioeconomica disagiata che incide ulteriormente. Risultato: gli immigrati ottengono risultati inferiori di 48 punti rispetto agli studenti indigeni, un gap che supera quello degli altri Stati in cui si attesta sui 34 punti. 

A pesare sul rendimento anche disciplina e motivazione. Se in Italia, stando ai dati Ocse,  la disciplina nelle scuole sembra essere migliorata (per quanto incredibile a dirsi), il 35% degli studenti ha dichiarato di non essersi presentato almeno una volta a una lezione nelle due settimane precedenti l’indagine e il 48% di essere rimasto assente uno o più giorni. Un altro 35% segnala almeno un ritardo nei 15 giorni che precedono l’intervista. Ebbene, l’indagine ha dimostrato come questo incida negativamente sui risultati che si ottengono in matematica, con un calo rispettivamente di 19, 33 e 31 punti. 

Che la matematica poi sia lo spauracchio di molti studenti è risaputo: in Italia i ragazzi che dichiarano di sentirsi in difficoltà di fronte alla materia e molto nervosi quando si tratta di risolvere dei problemi sono il 43% contro il 30% nei Paesi Ocse. Con una perdita in termini di rendimento di 31 punti. Al contrario la fiducia nelle proprie capacità premia, con una differenza di 47 punti nei risultati.        

“Non possiamo trascurare il fatto che l'Italia registri risultati inferiori alla media Ocse – sottolinea il ministro Maria Chiara Carrozza in un videomessaggio durante la presentazione dei risultati del rapporto a Roma – tuttavia l'indagine rivela che siamo uno dei Paesi che ha registrato i maggiori progressi in matematica e scienze e questo deve essere da stimolo per continuare a lavorare per migliorare le performance dei nostri studenti”. Come rimane da vedere.

Monica Panetto

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