UNIVERSITÀ E SCUOLA

Oltre i muri culturali, la lezione di Tamsir e Karamba

I due nuovi insegnanti sono arrivati a fine febbraio nella scuola e gli studenti hanno risposto con interesse all’iniziativa. “I ragazzi fanno molte domande durante le lezioni. Si documentano, vogliono saperne di più sulla nostra cultura. È una curiosità positiva verso ciò che non conoscono e il confronto è importante”. A parlare è Tamsir Njie, trentaduenne originario del Gambia, che all’istituto di istruzione superiore “Cattaneo-Mattei” di Monselice e Conselve affianca i docenti di inglese e storia. Karamba Diouf, un senegalese di trent’anni, nelle stesse scuole insegna inglese, francese e storia. I due sono in Italia da circa tre anni, Tamsir ha ottenuto lo status di rifugiato politico, Karamba è in attesa di risposta. Nell’istituto del padovano hanno un incarico di 100 ore complessive di insegnamento nell’ambito del programma Clil – Content and Language Integrated Learning (apprendimento integrato di contenuto e lingua) che prevede l’insegnamento di una materia curricolare in una lingua diversa dall’italiano.

Il progetto, che proseguirà fino a maggio, è il risultato di uno sforzo congiunto tra più istituzioni del territorio. Il preside dell’istituto, Nicola Soloni, ricorda i due curricula arrivati qualche tempo fa sul tavolo del suo ufficio. Karamba si è laureato in Letteratura inglese e francese all’Université Cheikh Anta Diop di Dakar e qui ha ottenuto anche un master di primo livello; per tre anni ha insegnato lingua inglese e francese in alcune scuole private di Dakar, senza contare l’impegno come operatore sociale di sostegno a tossicodipendenti, a vittime di prostituzione e malati di Aids. Tamsir invece è laureato in matematica e lingua inglese alla University of the Gambia, ha già insegnato matematica in istituti primari e secondari di primo grado nel suo Paese e per un paio d’anni ha lavorato in un’organizzazione non governativa impegnata nella lotta alla tossicodipendenza.

Subito dopo aver esaminato i curricula, il preside riceve una e-mail da Gloria Dicati, volontaria dell’associazione Bassa Padovana Accoglie, che gli propone un progetto di educazione interculturale nell’ambito del programma Clil, sfruttando le competenze di Karamba e Tamsir. L’idea piace, il preside e gli insegnanti sono d’accordo. A questo punto grazie alla collaborazione con la Caritas, che finanzia progetti di inserimento lavorativo e sociale, e con la Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, si trovano i fondi per far partire l’iniziativa.

“Karamba e Tamsir sono due ragazzi in una moltitudine di persone che arrivano in Italia, ognuno con le proprie competenze, con un proprio bagaglio culturale e umano”. A parlare è Loris Ramazzina, volontario dell’associazione Bassa Padovana Accoglie: “Il lavoro che stanno facendo con gli studenti è molto importante, perché questi ragazzi saranno i protagonisti di domani. Ormai non è più immaginabile una società che ponga confini e barriere. È necessario andare nella direzione opposta per evitare fonti di conflitto. Questa consapevolezza si raggiunge soprattutto attraverso l’educazione, il confronto. Ed è questo lo scopo del progetto: far incontrare culture diverse per far cadere i pregiudizi”.

In classe ai ragazzi Karamba e Tamsir raccontano (in inglese o in francese) la cultura africana, spiegano il colonialismo e lo schiavismo. Approfondiscono temi che di solito si toccano solo superficialmente. La domanda che gli studenti pongono più frequentemente è sempre la stessa: quale sia la ragione che li ha spinti ad abbandonare l’Africa. I due insegnanti non ne parlano facilmente, ma ai ragazzi raccontano la loro storia. “Sono persone in formazione – dicono – che un giorno potrebbero avere una responsabilità politica o sociale. È necessario far loro conoscere ciò che abbiamo dovuto subire, perché le stesse azioni non siano commesse in futuro”.  

Entrambi vorrebbero continuare a insegnare in Italia, perché l’insegnante è il “formatore dell’uomo”; intanto si impegnano anche su altri fronti. Tamsir, che ha trovato impiego anche come magazziniere, è impegnato come mediatore culturale con richiedenti asilo nelle cooperative sociali Ecofficina. di Battaglia Terme e Orizzonti di Padova. Con le stesse collabora anche Karamba, oltre a lavorare come traduttore in un tribunale. “Mi piacerebbe continuare a studiare – confessa – e mi sto appassionando alla giurisprudenza”.

Karamba talvolta chiede ai suoi studenti cosa ne pensino di un’Italia con tante culture. “È un obiettivo importante – gli rispondono – ma dobbiamo aspettare un po’. Piano, piano”.

Monica Panetto   

 

© 2018 Università di Padova
Tutti i diritti riservati P.I. 00742430283 C.F. 80006480281
Registrazione presso il Tribunale di Padova n. 2097/2012 del 18 giugno 2012