IN ATENEO

Atene chiude le porte dell’università

Nella seduta del 23 settembre 2013 il Senato accademico dell’Università nazionale capodistriana di Atene (Ekpa) ha dichiarato di essere costretto a interrompere le attività dell’ateneo, dunque le nuove immatricolazioni, le lezioni, gli appelli d’esame, le sessioni di laurea e qualsiasi altra attività accademica e sociale, oltre ai propri compiti internazionali. La decisione, si legge nel comunicato, deriverebbe “dall’oggettiva e assoluta impossibilità dell’università di Atene di svolgere le sue funzioni didattiche, di ricerca e amministrative” ed è successiva all’annuncio da parte del Ministero dell’istruzione del licenziamento di 1.655 impiegati pubblici nelle università del Paese che creerebbe gravi disagi bloccando le attività.

È esplicita da parte del Senato l’imputazione di responsabilità alle politiche governative di austerità che, con l’obiettivo di superare la crisi sociale e finanziaria del paese, minano invece il sistema di istruzione superiore delle nuove generazioni, causando il collasso di un ateneo che dal 1837 offre un contributo importante alla didattica e alla ricerca. 

Il responsabile della Federazione ellenica dei professori universitari (Posdep), Stathis Efstathopoulos, avrebbe scritto una lettera al primo ministro Antonis Samaras nella quale parla di “università al collasso” e chiede un incontro urgente per “evidenziare nei dettagli la tragica situazione” delle università del Paese.

L’annuncio dell’università di Atene è stato seguito da uno dello stesso tenore da parte del National Technical University of Athens (Ntua).

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