SCIENZA E RICERCA

La minaccia degli asteroidi diventa anche un business. In America

Pilota collaudatore, 37 anni, decorato con una medaglia d’argento al valore aeronautico: è il profilo di Luca Parmitano, l’italiano scelto dall’Esa (European space agency) per una missione di sei mesi a bordo della Iss (la stazione spaziale internazionale), assieme a un’altra collega, Samantha Cristoforetti. Parmitano sarà il primo italiano a passeggiare nello spazio, impegnato in attività extraveicolari. La notizia è in grado di occupare per un giorno e mezzo le pagine di scienza dei quotidiani e la cosa finisce lì.

Poche altre emozioni suscita la notizia scientifica e astronomica in Italia, dove spesso, viceversa, attecchiscono di più le chiacchiere che poco hanno di scientifico. Qualche brivido provocherà probabilmente il passaggio dell'asteroide di oggi 31 maggio: molti sono a conoscenza che passerà non troppo lontano dalla Terra. Pochissimi sanno che rispetto al pericolo asteroidi in Valle d'Aosta c'è qualcuno che sorveglia il cielo per noi; per l'esattezza all'Osservatorio astronomico a Nus - diretto peraltro da un laureato all'università di Padova, Enzo Bertolini - dove tra gli altri opera Albino Carbognani, l'unico non statunitense tra i cinque scienziati ad aver ottenuto quest'anno il prestigioso finanziamento dell'americana Planetary Society destinato a chi si occupa di asteroidi di passaggio vicino alla Terra (i Nea: Near earth asteroids). "Il finanziamento è riservato all'acquisto di nuovi strumenti o per la messa a punto di quelli già disponibili - spiega Carbognani - il nome deriva da quello del geologo statunitense Eugene Shoemaker, padre delle scienze planetarie. Fu il primo a riconoscere l'importanza dei processi da impatto per l'evoluzione delle superfici dei pianeti".

Il gruppo valdostano è stato premiato con il finanziamento più alto: "Il progetto consiste nel rialluminare gli specchi del telescopio principale dell'Osservatorio Astronomico della Regione Autonoma Valle d'Aosta (un riflettore da 81 cm di diametro) - precisa Carbognani - in modo da renderli più riflettenti così che si possano osservare asteroidi più deboli, e installare un riduttore di focale, in modo da avere un campo di vista più ampio. Tutto questo perché ho portato l'osservatorio all'interno della collaborazione internazionale Gaia-Fun-Sso. Si tratta del Gaia Follow-Up Network for Solar System Objects, il cui compito sarà il follow-up dei Neo (asteroidi e comete) che saranno individuati dalla missione Gaia dell’Esa con lancio previsto per l'autunno di quest'anno".

Carbognani compie i suoi studi sugli asteroidi anche in collaborazione con l’Inaf-Oato (Osservatorio astrofisico di Torino) e con l’agenzia aerospaziale tedesca, il Dlr di Berlino: con loro porta avanti una ricerca in particolare sugli asteroidi Troiani, sulla distribuzione dei periodi di rotazione di questi particolari planetoidi (che condividono l'orbita con Giove) per cercare di capirne, confrontandoli con gli asteroidi della Fascia principale (tra Marte e Giove), l’origine ed evoluzione nell'ambito del Sistema solare.

Tornando in America leggiamo che la Nasa sta dedicando energia e fondi proprio al tema asteroidi, con un piano dedicato supportato anche dalla Planetary Society e cui Obama ha incrementato il budget (mentre pare taglierà quello riferito alle esplorazioni planetarie; per provare a fargli cambiare idea si può scrivere a Barack, anche dall'Italia) "L'idea della Nasa - spiega Carbognani - è di catturare un piccolo asteroide di 7-8 metri di diametro e parcheggiarlo in orbita lunare, sia per studiarlo sia per sfruttarlo come miniera. Gli asteroidi possono contenere grosse quantità di metalli che potrebbero essere estratti usando tecniche minerarie. Il futuro dell'esplorazione del Sistema solare e dello spazio interstellare passa di qua: solo gli asteroidi hanno i metalli necessari per costruire le astronavi interplanetarie e interstellari". Non a caso, il budget per gli asteroidi richiesto dall'amministrazione Obama è arrivato a 17,7 miliardi di dollari. "Non possiamo permetterci di rischiare la caduta di un asteroide sulla Terra - prosegue - la posta in gioco è troppo grande. Da qui l'impegno degli Usa, ma anche i russi si stanno svegliando e pure la Ue non dorme del tutto. I tagli per le missioni su Marte ed Europa, satellite di Giove, rallenteranno invece il programma di esplorazione del Sistema solare ed è un peccato: basterebbe ridurre le spese militari".

L'argomento astronomico e la ricerca scientifica negli Usa sono talmente presi sul serio che la Casa Bianca coglie l'occasione del passaggio dell'asteroide come topic per una conversazione con gli abbonati alla newsletter: ai nostri governanti non verrebbe mai in mente di fare qualcosa del genere in un sito istituzionale. Noi siamo fantascienza (poca pure quella) non scienza.

Intanto l’asteroide passerà comunque vicino al nostro pianeta: "L'asteroide - argomenta Carbognani-  che farà il flyby con la Terra il 31 maggio alle 23, ora estiva, si chiama 1998 QE2 e ha 2,7 chilometri di diametro. È circa un terzo del diametro di quello che ha provocato l'estinzione dei dinosauri 65 milioni di anni fa. Passerà a 5,8 milioni di chilometri dal nostro pianeta, 15 volte la distanza Terra-Luna". Ma in caso di pericolo reale per noi terrestri, come ci si difende dall'asteroide?

"Sono state pensate varie tecniche per deflettere gli asteroidi (nessuna provata sul campo), quale scegliere dipende dal tempo di preavviso per l'impatto. Se è breve, si può usare la forza bruta (missili nucleari ad esempio), se è più lungo si può usare una sonda che si affianchi all'asteroide e con il suo campo gravitazionale perturbi l'asteroide in modo da cambiarne il periodo orbitale (si chiama trattore gravitazionale). Serve una variazione di soli sette minuti (su circa un anno di periodo) per far mancare l'impatto con la Terra". Che dire, lasciamoli lavorare.

Silvia Veroli

© 2018 Università di Padova
Tutti i diritti riservati P.I. 00742430283 C.F. 80006480281
Registrazione presso il Tribunale di Padova n. 2097/2012 del 18 giugno 2012