CULTURA

Le ombre della storia d'Italia

Pubblichiamo in anteprima alcune pagine del capitolo sulla morte di Cavour, ricostruita anche con documenti inediti.

 

È certo che l’ambasciatore [britannico] seguì minuto per minuto l’evoluzione della malattia del Conte, sino all’ultimo istante di vita. E che disponeva di fonti di primissima mano e ad altissimo livello. Cavour morì il 6 giugno, e quello stesso giorno Hudson inviò a Londra un rapporto segretissimo. Per lui, non c’era alcun dubbio:

Dire che Cavour è morto stamani alle ore 7.05, non sarebbe la corretta definizione di un evento così nefasto. Sarebbe invece più veritiero dire che Cavour è stato condotto alla morte dai suoi fisiatri. Lo affermo apertamente, giacché penso di non essere lontano dalla verità nel qualificare il decesso di Cavour come un assassinio compiuto dai medici.

Quindi ricostruì quello che era accaduto:

I dottori – che per sette giorni non sono mai stati in grado di individuare la sua malattia – hanno prima dichiarato trattarsi di un’infiammazione e, quindi, salassato Cavour per ben sei volte, estraendogli dieci libbre di sangue. Poi hanno affermato essere una febbre «perniciosa», poi hanno ipotizzato una febbre da tifo, poi una doppia febbre terzana, poi ancora un’infiammazione cerebrale, infine un attacco di gotta. Anche ammettendo che fosse stato colpito da una di queste infermità, com’è stato curato?

È stato salassato (dieci libbre di sangue); ha assunto del chinino-oppio; è stato fatto sanguinare (dal naso, utilizzando una coppa di vetro); gli hanno poi collocato del ghiaccio sulla testa. Il giorno precedente il decesso, alle 6 del pomeriggio Cavour ha ingerito un infuso di lauroceraso, e del vino bordeaux e della minestra alle 10.

Un infuso di lauroceraso? Sir Hudson riferì nella sua lettera un dettaglio del tutto inedito, che non compare in nessuna delle ricostruzioni della «malattia» del Conte basate sulle testimonianze dell’epoca. Ed è un dettaglio tutt’altro che secondario. Il prunus laurocerasus è una pianta altamente tossica contenente glicosidi cianogenetici che liberano l’acido cianidrico, da cui si ricava per infusione il cianuro, uno dei veleni più potenti. L’avvelenamento avviene solo per ingestione, e una persona intossicata può presentare i seguenti sintomi: nausea, vomito, diarrea, delirio, vertigini, allucinazioni, convulsioni, coma. Proprio quelli che cominciò ad accusare Cavour dopo aver ingerito una bevanda in casa della Ronzani e che poi, via via, si aggravarono, sino a portarlo alla morte. Ma chi aveva suggerito di far bere al primo ministro l’infuso di lauroceraso?

La risposta la diede lo stesso Hudson:

A mezzogiorno, il re aveva comunicato alla famiglia di Cavour che avrebbe inviato il suo chirurgo, Riberi. E Riberi, a sua volta, ha fatto sapere che sarebbe andato da Cavour alle ore 6 del pomeriggio! È infatti arrivato alle 6, ed ha completato l’opera iniziata dai suoi colleghi.

Al ministro degli Esteri inglese le notizie contenute nel rapporto dell’ambasciatore a Torino dovettero sembrare talmente sconvolgenti da indurlo a chiedere conferme ad alcuni dei più illustri medici britannici.

Il primo a cui si rivolse fu il dottor William Jones, a cui fece avere la lettera di sir Hudson chiedendogli un parere scientifico. Il responso arrivò a stretto giro di posta, l’8 giugno 1861. Scrisse il dottor Jones: «Pratico la professione medica dal 1805. Di conseguenza, ho valutato con grande preoccupazione la continua perdita di sangue da parte del Conte di Cavour. [...] Se fosse stato curato in maniera razionale, egli sarebbe ancora in vita».

 

Intrighi d'ItaliaProprietà Letteraria Riservata© 2012 Sperling & Kupfer Editori S.p.A.

 

 

Giovanni Fasanella e Antonella Grippo, Intrighi d’Italia. Sperling & Kupfer, 2012

 

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