SCIENZA E RICERCA

Adriatico. Comportamenti responsabili e sostenibilità a tavola

"La gestione degli ambienti costieri come il mare Adriatico e la laguna di Venezia è un tema complesso perché, quando si tratta di tutelare la natura e la biodiversità di questi ecosistemi, entrano in gioco molti fattori. Da un lato ci sono le esigenze della conservazione e dall'altro quelle degli esseri umani che fanno uso di questi ambienti, dalla pesca alle attività ricreative. Si tratta di trovare soluzioni capaci di mettere assieme due grandi obiettivi, la conservazione della natura e gli usi da parte dell'uomo, in modo duraturo e sostenibile".

L'apertura del quarto episodio di Adriatico è affidata, ancora una volta, ad Alberto Baràusse, ricercatore in Ecologia: "I comportamenti individuali possono contribuire a raggiungere gli obiettivi di sostenibilità. Noi ricercatori siamo abituati a osservare dall'alto problemi come il sovra-sfruttamento della pesca, l'eutrofizzazione, la perdita di forme naturali in laguna, cercando di considerare la complessità del legame tra sistemi ecologici e dinamiche socio-economiche: nella ricerca si fa così, ma non dobbiamo sottovalutare l'importanza delle azioni che partono dal basso, ovvero il ruolo dei singoli individui nell'attuare comportamenti virtuosi che come tante gocce formano un mare".

Riprese e montaggio: Massimo Pistore

Pulizia delle spiagge

Seguiamo l'intervento di beach litter attuato da studentesse e studenti della laurea magistrale in Biologia marina dell'università di Padova, con sede a Chioggia. "Si tratta di una iniziativa che permette agli studenti di capire le problematiche legate all'inquinamento delle plastiche e di fare pratica su metodologie di pulizia delle spiagge, classificazione delle plastiche e di analisi dei dati", spiega Laura Airoldi, docente di Ecologia dell'università di Padova, che si occupa proprio di ecologia, conservazione e ripristino degli ecosistemi costieri. Questa attività si inserisce all'interno di un progetto PRIN attivato per indagare il destino delle plastiche e delle microplastiche, partendo dallo studio delle dinamiche e della distribuzione nell'ambiente.


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Le dune di Ca' Roman

"Le dune di Ca' Roman sono ambienti molto particolari. Siamo abituati a pensarli come ambienti statici, in realtà sono dinamici e si evolvono - spiega Baràusse -. Nascono dall'interazione tra la forza del mare, l'azione del vento e quella delle piante che, con le loro radici, stabilizzano il suolo e rendono le dune, fatte di sabbia, più resistenti, più coesive. Un po' alla volta queste dune vengono colonizzate da diverse piante, fino a diventare dune boscate".

La fragilità di questi ambienti, essenziali per la conservazione della biodiversità, esige cura e rispetto, per evitarne la scomparsa. Una piccola ma importante attenzione? Non camminarci sopra, non calpestarle. Questo per non rompere la struttura coesiva e far morire le piante. 

E a proposito di biodiversità e natura: "In questo momento le dune di Ca' Roman ospitano la nidificazione di gabbiani, che al riparo dall'azione del mare depongono qui le loro uova".

Le dune forniscono benefici concreti agli esseri umani stessi, proteggendo l'entroterra dalla forza del mare e quindi dall'erosione costiera.

Ognuno ha la sensazione di aver qualcosa da dire del mare e del suo aspetto e che si tratti di una cosa effettivamente importante Breviario mediterraneo, Predrag Matvejević

Sostenibilità a tavola

"Parliamo di consumo sostenibile e responsabile: non esiste una ricetta magica che ci consenta di capire in ogni periodo quale sia la scelta corretta in relazione alla specie che andiamo a consumare, questo perché la maggior parte del pescato che portiamo sulle nostre tavole proviene dalla pesca a strascico che opera pescando in maniera abbastanza indiscriminata - spiega Federico Calì -. Un discorso diverso va fatto invece per il pescato che proviene dalle attività artigianali svolte su imbarcazioni di piccoli dimensioni, spesso inferiori ai dodici metri, in cui non vi è stato un significativo progresso tecnologico e che si svolge oggi come nel passato seguendo la stagionalità del pescato. I pescatori artigianali si concentrano su determinate specie in determinati periodi dell'anno. Pensiamo alla seppia, che nel periodo primaverile raggiunge le acque basse del sotto costa per la riproduzione: la seppia ha un ciclo annuale, si riproduce dopo una anno di vita e al termine della riproduzione muore. In questo periodo si pesca la seppia a livello artigianale con i tramagli o con le nasse. Le nasse sono attrezzi sostenibili perché consentono, per l'ultima volta, la riproduzione prima della cattura: quindi, consumando la seppia in questo periodo, provenendo da una pesca artigianale attuata nell'immediato sotto costa (la pesca a strascico invece non può avvenire all'interno della fascia delle tre miglia nautiche dalla costa), operiamo una scelta responsabile".

Un altro prodotto d'eccellenza delle acque dell'Alto Adriatico è la canocchia. Si tratta di un crostaceo molto delicato, acquistato nei mesi freddi: "Utilizzando le nasse si è visto che è possibile consumare la canocchia anche nei mesi primaverili ed estivi, mantenendo intatte le caratteristiche organolettiche e riducendo l'effetto di svuotamento dovuto alle alte temperature". Anche durante il fermo pesca del mese di agosto, periodo in cui, un tempo, era impossibile pensare di gustare canocchie fresche e piene, oggi diversi pescatori dividono le loro attività tra la pesca della sogliola e quella, appunto, della canocchia".

Un consiglio utile: è importante "informarsi rispetto al pescato da acquistare: i venditori sono obbligati a indicare nell'etichettatura la provenienza del prodotto e la metodologia di cattura. Chi compra deve cercare di capire cosa acquista e se lo sta facendo nel periodo corretto. Scegliamo i prodotti di provenienza locale, che spesso sono pescati in maniera più sostenibile rispetto a quelli di provenienza estera con schemi che, invece, guardano di più alle grandi produzioni e distribuzioni. Favoriamo le realtà locali, per il nostro bene e per un miglioramento del tessuto economico e sociale del territorio in cui viviamo". 

Protagonisti del quarto episodio

Alberto Baràusse, ricercatore in Ecologia - Università di Padova. Si occupa di modellistica ecologica e gestione e conservazione degli ecosistemi costieri

Laura Airoldi, docente di Ecologia - Università di Padova. Si occupa di ecologia, conservazione e ripristino degli ecosistemi costieri

Martina Ciprian, studentessa di Biologia Marina - Università di Padova

Luca Ferrarese, studente di Biologia Marina - Università di Padova

Federica Poli, borsista post dottorato - Università di Padova. Si occupa di ecologia e riproduzione di specie ittiche e pesca lagunare

Federico Calì, dottorando - Università di Bologna (in collaborazione con Università di Padova). Si occupa di gestione della pesca nel mar Adriatico

Eros Grego, pescatore Laguna sud


Un'idea di Francesca Boccaletto e Massimo Pistore
Riprese e montaggio: Massimo Pistore
Responsabile di produzione: Francesca Boccaletto
Fotografie: Andrea Signori e Massimo Pistore
in collaborazione con Stazione idrobiologica Umberto D'Ancona, Chioggia 
Dipartimento di Biologia, ​Università di Padova

Le citazioni sono tratte dal libro Breviario mediterraneo di Predrag Matvejević (Garzanti)

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