Cultura
Una mostra a Padova racconta la vita umana, fra incontri e abbracci
S'intitola "Incontro e abbraccio nella scultura del Novecento, da Rodin a Mitoraj" la mostra ospitata al Palazzo del Monte di Pietà di Padova dal 16 novembre 2019 al 9 febbraio 2020. Il percorso espositivo padovano delinea un racconto del tutto originale: non è infatti una mostra monografica, ma un'esposizione che sceglie un altro registro, quello tematico, calibrato con attenzione dal curatore Alfonso Pluchinotta, medico e storico della medicina. È, per dirlo con le sue parole, "un racconto in cui c'è un filo che collega le opere: un racconto che parte dall'uomo per arrivare all'uomo. È una storia della vita dell'uomo, del suo cammino".
A collaborare nell'organizzazione è in primo luogo l'Università di Padova, con i dipartimenti di Salute della donna e del bambino e di Psicologia dello sviluppo e della socializzazione; a promuovere l’iniziativa è la Fondazione Salus Pueri, onlus che aiuta bambini e famiglie a sentirsi un po’ più “a casa” nella Pediatria di Padova.
Collegati alla mostra sono diversi e interessanti incontri di approfondimento, a partire dalla lectio inaugurale di Vittorino Andreoli, il 15 novembre.
Le sculture, tantissime, sono disposte per sezioni che in qualche modo rispecchiano la persona, la sua vita, gli incontri, fra cadute e risalite, gli abbracci, i sentimenti, la morte.
In Inizio troviamo, fra gli altri, anche l'imponente Figliol prodigo di Arturo Martini, Il bacio dell'angelo di Igor Mitoraj, un bassorilievo di Ernst Oldenburg, e poi in Formazione la dolcissima La mère di Auguste Rodin, il tenero bacio dell'Amore materno di Luigi Panzeri. È poi la volta del Cammino, che vede affiancati i bronzi di Salavador Dalì, Auguste Rodin e Gaetano Cellini; quindi in Incontro, torna Arturo Martini accanto a Novello Finotti, alle Two figures di Henry Moore e al Ricongiungimento di Ernst Barlach. Nella sezione Azione, la mano fanciullesca di Pablo Picasso e quella vibrante di Louise Bourgeois, in Tatto/carezza le mani d'amanti di Lorenzo Quinn e la carezza rosa di Remo Brindisi, il fenomenale Prière de toucher di Marcel Duchamp e il Mother and child di Henry Moore. E poi le sezioni Abbraccio e Attesa, raccolte ricchissime di sculture talora struggenti o misteriose, nelle tensioni che ritornano in Sospensione, fra aspettativa e inquietudine, con autori come Henri Matisse, Fernand Léger ed Ernst Oldenburg.
Le ultime tre sezioni sono dedicate a Lontananza, Compassione e Aiuto, nelle quali spiccano diverse opere di Käthe Kollwitz ed Ernst Barlach. La mostra è chiusa idealmente da un Epilogo dedicato ai Pompeiani II di Igor Mitoraj che, come ogni persona, con le loro screpolature "portano il peso delle ferite delle battaglie che hanno evitato o che non sono stati in grado di affrontare", termina Pluchinotta.