UNIVERSITÀ E SCUOLA

Museo diffuso Unipd. Separare, pesare e distinguere: la collezione del dipartimento di Scienze Chimiche

La didattica e la ricerca condotte a Padova nel corso dei secoli e fino ai nostri giorni hanno lasciato in eredità un eccezionale patrimonio di carattere tecnico scientifico. A comporlo sono numerosi oggetti storici che raccontano alcune delle principali tappe nell'evoluzione del sapere scientifico e rappresentano un'importante testimonianza degli strumenti con cui veniva portata avanti la scienza nel passato, dell'ingegno con cui sono stati costruiti e delle scoperte che hanno reso possibili. 

Il progetto del Museo diffuso, intitolato "Scienza e tecnica. Storia e storie dell’Ateneo Patavino" e portato a compimento in occasione delle celebrazioni per gli ottocento anni dell'università, offre adesso l'opportunità di vedere da vicino questi strumenti grazie a un percorso che si sviluppa lungo le 12 postazioni allestite nei dipartimenti che hanno aderito all'iniziativa e che afferiscono a quattro Scuole diverse (Scienze, Ingegneria, Medicina e Psicologia).

Collocate negli atri di ingresso dei dipartimenti coinvolti, le collezioni si aprono alla vista di chiunque abbia la curiosità di avvicinarsi alle strutture modulari degli espositori che li contengono e gli strumenti presenti sono accompagnati da informazioni in grafica che permettono di contestualizzare meglio la loro storia. Un'occasione per tutti gli studenti che frequentano gli edifici dell'università, ma anche per un pubblico più ampio visto che le postazioni sono liberamente visitabili durante i normali orari di apertura dei dipartimenti. 

Vi proponiamo su Il Bo Live un viaggio all'interno delle 12 collezioni del Museo diffuso e cominciamo da quella del dipartimento di Scienze Chimiche, la prima nella mappa che indica le postazioni in cui si dispiega il progetto. 

"Per la nostra installazione siamo partiti da una famosa frase di Primo Levi che parla della chimica definendola come la scienza che separa, pesa e distingue" spiega il professor Antonino Polimeno, responsabile scientifico della collezione insieme al direttore di dipartimento Michele Maggini. 

In esposizione - racconta Polimeno - è possibile vedere una colonna di rettificazione di Riccoboni, professore dell'università di Padova negli anni '60 del secolo scorso, che serve per separare diversi componenti chimici utilizzando il principio della termodiffusione. 

Il secondo punto citato da Levi si concretizza nella presenza di una bilancia di precisione degli anni '30. "Un pezzo abbastanza raro che si può apprezzare anche esteticamente grazie al suo stile che richiama un'architettura liberty".

Il terzo punto è distinguere e, come spiega Polimeno, buona parte della chimica moderna è anche caratterizzazione spettroscopica. "Abbiamo in mostra due elementi tipici di questo tipo di indagine come degli spettri UV visibili degli anni '50 di composti organici e un cristallo di salgemma usato invece in uno spettrometro ad infrarossi".

La seconda sezione dell'allestimento ha invece carattere storico. La prima cattedra di Chimica fu istituita a Padova nel 1759 e divenne effettiva a partire dal 1767. "Nel corso del tempo le sedi furono spostate e diventarono sempre più grandi. L'ultimo grande intervento edilizio è stato la costruzione dell'attuale edificio di via Marzolo che risale alla metà degli anni '70 del secolo scorso".

"Manteniamo salde le nostre radici ma naturalmente la chimica sta andando molto avanti rispetto al passato, come raccontano anche giovani chimici del nostro dipartimento che, nello schermo integrato alla collezione, presentano le attività didattiche e di ricerca del nostro dipartimento", conclude Polimeno.

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