IN ATENEO

Una nuova vita per la Casa dello studente Fusinato: finanziato il progetto Unipd per il recupero

È stato approvato dal ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca il finanziamento per il progetto dell'università di Padova cha ha come protagonista la ex Casa dello studente Fusinato: lo stabile, infatti, verrà ristrutturato per riportarlo alla sua funzione originale, ospitando in un futuro gli studenti della Scuola Galileiana di Studi Superiori. La costruzione dell'edificio risale al 1922: l'obiettivo era quello di creare un complesso polifunzionale per gli studenti meritevoli dell'università, comprendendo anche spazi complementari come la palestra e la biblioteca. La Casa viene inaugurata nel 1935, diventando simbolo delle opere realizzate a favore degli studenti.

Nel 2005 la residenza viene chiusa per problemi legati alla sicurezza e i lavori di manutenzione sono impossibili. Nel 2015 la proprietà dell'immobile ritorna all'università e nel 2016 la Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio inserisce la Casa dello studente Fusinato tra i beni culturali dello Stato italiano, grazie al suo importante valore storico.

Nel 2017 l'università di Padova candida il progetto di ristrutturazione del complesso al bando Miur per le “Disposizioni in materia di alloggi e residenze per studenti universitari” e richiedere quindi i fondi necessari a riqualificare l'immobile. L'obiettivo è di riportarlo alla sua funzione originale, destinando agli studenti eccellenti della Scuola galileiana. Il ministero, approvato il progetto, stanzierà un importo pari a 11 milioni di euro.

Questo progetto mi sta molto a cuore – dichiara il magnifico rettore Rosario Rizzuto – perché rappresenta il recupero di un'area identitaria dell'università di Padova. Essendo da molti anni chiusa e in condizioni di degrado, abbiamo ritenuto che, anziché investire in altri e nuovi posti, sia necessario riprendere un posto storico dell'università, con una doppia valenza: fornire degli alloggi ai nostri studenti e rigenerare un bene universitario”. L'ateneo è impegnato in altri due progetti di riqualificazione: l'ex caserma Piave e l'ex ospedale geriatrico.

"Il finanziamento del Ministero riesce a coprire la quasi totalità dei lavori, tranne la parte progettuale: il contributo è stato dato non solo per il progetto di ristrutturazione dell’immobile - spiega il direttore generale dell'università di Padova Alberto Scuttari - ma anche per l’obiettivo di ospitare gli studenti della Scuola galileiana. Dei 6.000 metri quadri complessivi, circa 3.000 saranno occupati dai 187 posti letto previsti dal progetto; circa 600 per i servizi culturali e didattici come le aule studio e le aule informatiche, aperte non solo ai chi risiede ma a tutti gli studenti del polo universitario. 430 metri quadri saranno destinati a servizi ricreativi per tutti gli universitari. Altri metri quadri saranno destinati all’amministrazione perché sarà un edificio presidiato. "

Recuperiamo un pezzo di storia, guardando al futuro rettore Rosario Rizzuto

La Scuola galileiana di studi superiori, rappresentata durante la conferenza stampa dal vicedirettore prof. Michele Maggini, accoglie circa 150 studentesse e studenti dell'università: “Sono studenti tra i più bravi del nostro Ateneo che per essere parte della Scuola galileiana, oltre ad avere importanti benefit (vitto, alloggio, bonus per viaggiare o per comprare libri di testo) devono laurearsi in tempo, finire gli esami ogni anno ed avere una media di voti elevate. Sono studenti normali – spiega il prof. Maggini -che si sono messi in gioco: per loro questa è un'esperienza molto bella, non solo studiano ma seguono un percorso formativo ad hoc. Non vedono l'ora di andare nella nuova sede, auspicando di entrare in un luogo “aperto” dove possono accogliere altri studenti per una contaminazione intellettuale in uno spirito di condivisione e confronto”.

Il progetto di ristrutturazione sarà in linea anche con la legislazione in materia di efficienza energetica e di norme antisismiche: “Naturalmente nel progetto ci sarà il rispetto di questi requisiti - commenta la Francesca Da Porto, prorettrice all'Edilizia e alla sicurezza -, ma un'attenzione particolare sarà posta alla sostenibilità ambientale: è prevista una dotazione impiantistica e di controllo che consentirà un'alta efficienza, di andare al di là dei requisiti minimi richiesti per questo tipo di edificio”.

"È un ottimo progetto - continua il direttore generale Alberto Scuttari - perché è sostenibile: è prevista una gestione domotica avanzata di tutti gli impianti. Inoltre ci sarà un impianto di geotermia con pompa di calore per il riscaldamento e il raffrescamento: sostanzialmente si prende l’energia della Terra e la si trasforma, eliminando così le emissioni di CO2 e di polveri sottili". L'università prevede di iniziare i lavori nel 2020.

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