SOCIETÀ
Rapporto Caritas: è in corso una nuova “normalizzazione” della povertà
Il rapporto su povertà ed esclusione sociale in Italia redatto dalla Caritas, nella sua edizione 2020 è impietoso e mette in luce come i risvolti della pandemia siano ben visibili sia dal punto di vista economico che sociale. Il punto di partenza è quello economico, con l’intera Europa che ha subito una grave flessione del Pil, la più marcata da quando si dispongono delle serie storiche, cioè dal 1995.
Spagna, Francia ed Italia sono le più colpite, con una variazione in percentuale rispetto al secondo trimestre 2019 che è rispettivamente del -22,1%, -18,9% e 17,7%.
Sappiamo che il Pil non può essere l’unico indicatore per il benessere di un Paese, ma sicuramente è uno dei più autorevoli che fa capire l’aspetto economico di uno Stato. Aspetto economico che inevitabilmente ricade poi sulla sua popolazione ed è su questo punto che il Rapporto della Caritas si è maggiormente soffermato. Secondo il documento nell’intera UE, nel secondo trimestre, c’è stata una flessione della spesa per consumi finali delle famiglie pari al -12%, un calo degli investimenti del -15,4%, un -18,8% delle esportazioni e un -17,8% delle importazioni. Minori consumi dovuti anche alla decrescita degli occupati che, nell’intera UE è stata del - 2,9%, mentre, in termini numerici, in Italia ci sono stati 841mila occupati in meno rispetto al 2019 (-3,6%). A fronte del calo dell’occupazione però in Italia non si è registrato un aumento della disoccupazione. Questo significa che sono aumentati in modo vertiginoso gli inattivi, cioè quelle persone che non sono occupate e non sono nemmeno in cerca di occupazione.
Ad aumentare, in Italia, sono anche le disuguaglianze di genere. Tra le donne infatti è maggiore il calo del tasso di occupazione che si attesta al -2,2%, rispetto al -1,6% degli uomini ed è invece maggiore il tasso di inattività (+3,9% donne, +3,2% uomini).
Tutto ciò è stato evidenziato dalla Caritas che ha messo in luce anche come l’incidenza dei “nuovi poveri” sia passata dal 31% al 45% rispetto a un anno fa. Questo significa che quasi una persona su due si rivolge alla Caritas per la prima volta.
“ Ad aumentare, in Italia, sono anche le disuguaglianze di genere
Un’anomalia rispetto ai passati Rapporti, è che questa volta la maggioranza di persone che si rivolge alla Caritas è di cittadinanza italiana (61,6% rispetto al 38,4% di stranieri). In particolar modo sono i nuclei familiari che hanno avuto bisogno di aiuto (52%).
Aiuto che i centri Caritas hanno quantificato con un aumento del 12,7% rispetto ad un anno fa. In quasi tutti questi centri sono state le persone disoccupate a fare domanda d’aiuto, alle quali si aggiungono anche coloro i quali hanno visto il proprio lavoro bloccarsi a causa del lockdown che, secondo i dati Istat, sono stati circa 8 milioni di lavoratori.
“ Quasi una persona su due si rivolge alla Caritas per la prima volta
Una situazione quindi che evidenzia come i “nuovi poveri” siano di fatto quasi la metà degli assistiti Caritas. Una fotografia della realtà che è mutata solo con la fine del lockdown quando, da giugno ad agosto, erano assistite in media 1200 persone a diocesi, contro le quasi tremila del periodo primaverile.
“ La maggioranza di persone che si rivolge alla Caritas è di cittadinanza italiana
Una fotografica che però rischia di riemergere con la “seconda ondata” dell’epidemia. Le proteste e gli scontri degli ultimi giorni evidenziano un malessere interiore che è sicuramente fomentato da frange estremiste e malavitose ma che non si può ricondurre solamente alla provocazione. Il Rapporto Caritas evidenzia uno stato di salute precario, in cui c’è una nuova “normalizzazione” della povertà, come già avvenuto nel 2008. “A fare la differenza - si legge però nel Rapporto -, rispetto a dodici anni fa è il punto dal quale partiamo: nell’Italia del pre-pandemia (2019) il numero di poveri assoluti è più che doppio rispetto al 2007, alla vigilia del crollo Lehman Brothers”.
“L’orizzonte di povertà per il prossimo futuro - conclude il Rapporto Caritas - appare quindi segnato da previsioni altamente pessimistiche se non si introdurranno importanti correttivi in grado di invertire tali tendenze”, tendenze che sembrano sul punto di esplodere con la risalita dei contagi.