Ogni anno a Ferragosto, il ministero dell’Interno pubblica tutti i dati relativi alle sue attività. Lo fa attraverso un dossier ed una conferenza stampa. Anche nel 2024 il ministro Piantedosi ha illustrato come sono cambiate le prospettive sui più disparati argomenti.
Uno dei temi caldi è quello dell’immigrazione. Su questo abbiamo fatto un approfondimento che ha unito i dati rilasciati dal Viminale a quelli pubblicati dall’IOM sulle persone decedute nel mare nostrum.
Oltre al tema dell’immigrazione però, nel dossier ritroviamo molti altri argomenti cruciali. Dalla situazione delle forze di polizia alle azioni contro la criminalità organizzata, dall’andamento annuale dei delitti fino ad un focus sulla violenza di genere.
Il primo dato che balza all’occhio è quello delle vittime di sesso femminile. Dal 1 gennaio 2023 al 31 luglio 2024 sono state 175. Conosciamo bene purtroppo i fatti di cronaca dietro queste storie, così come sappiamo che il 31,5% delle donne in Italia ha subito nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale. Al 18 agosto (data di scrittura di questo articolo) i femminicidi sono stati 62 su un totale di 175 omicidi volontari, confermando come questo sia un tema cruciale, e debba esserlo sia per l’opinione pubblica che per la politica. (Al 1 settembre le donne uccise sono salite a 65 su un totale di 192 omidici)
Se non bastano questi due dati, proseguiamo con il dire che dal 1 gennaio 2023 le denunce per stalking in Italia sono state 29.946, 8.738 sono stati gli ammonimenti provenienti dalle Questure (di cui 5.375 per violenza domestica) e 1.166 gli allontanamenti. Parlare di violenza di genere, dire chiaramente che cos’è un femminicidio e chiamarlo con il suo nome è più che mai necessario, anche alla luce di queste statistiche.
Oltre alla violenza di genere poi, il dossier del Viminale si concentra sugli atti discriminatori che, sempre nel periodo preso in questione, sono stati 885. È importante ribadire però che questo è un dato che non ha rilevanza statistica ed è stato censito dall’osservatorio interforze, attivato nel 2010, per il contrasto dei crimini d’odio.
Gli atti intimidatori contro i giornalisti sono stati 144, di cui 18 provenienti dalla criminalità organizzata. Contro gli amministratori locali invece, gli atti discriminatori sono stati 880. Avevamo già analizzato il fatto che un dato interessante fosse che il 21% dei 326 casi censiti nel 2022 erano avvenuti in Comuni che in un passato più o meno recente erano stati sciolti per infiltrazioni mafiose.
A proposito di criminalità organizzata, il dossier del Viminale dedica un’intera sezione a questo tema. Il ministero dell’Interno ci dice che dal 1 gennaio al 31 luglio 2024 ha effettuato 70 operazioni di polizia di maggior rilievo ed arrestato 18 latitanti. I beni sequestrati o confiscati sono stati 7.118, cioè il 36% in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. 1.273 infine, sono state le interdittive antimafia rilasciate nel 2024 dalle Questure.
Il dossier ferragostano del ministero dell’Interno è quindi un buon modo per scattare una fotografia dell’anno in corso. Una pubblicazione di un’istantanea che necessita d’essere approfondita per comprendere a fondo qual è l’andamento delle delittuosità e dei temi più importanti.