UNIVERSITÀ E SCUOLA

Contro la pigrizia digitale

Qualche anno fa Roberto Casati ha scritto un importante libro contro il “colonialismo digitale”, cioè contro la crescente dipendenza dalle onnipresenti protesi elettroniche che ministri incompetenti e provinciali volevano introdurre anche nella scuola. Sacrosanto. Ora, però, come docenti, abbiamo bisogno di fare un passo in più: rimettere al centro del dibattito nell’università la questione di come insegnare l’abitudine alla riflessione, all’approfondimento e al pensiero critico. È una questione urgente: tra i nostri studenti, i cosiddetti “nativi digitali”, non si trova alcuna particolare competenza nell’usare le enormi potenzialità della Rete: prevale piuttosto la pigrizia e il taglia-incolla dei primi dieci risultati forniti da Google.

Per esempio, nei giorni scorsi ho ricevuto la tesina di una studentessa sul rapporto tra religione e politica negli Stati Uniti scoprendo che ha inserito, a guisa di introduzione, una descrizione della banconota da 1 dollaro, che cito qui sotto integralmente:

 

In the American One-dollar bill there is a sign: “In God Trust”. This is the American national motto, which was taken in 1956 during Eisenhower's presidency (...) Next to this motto, the American eagle is also depicted, that squeezes the war's arrows in its claws and an olive branch on both sides, while holding a ribbon in its beak saying: “Pluribus Unum” (By many, one). The sentence is made up of 13 stars, that correspond to the number of the colonies that shaped the new Republic, the eagle is dominated by 13 stars (...) The pyramid is formed by 13 block of stone, representing (…) self-government, whereas the incompleteness of the construction aims at conveying the possibility of new States joining the American Republic. The pyramid is surrounded by a ribbon and  at the basis of it Virgilio is quoted: “A new order of the centuries”. On top of the pyramid a sacred triangle is portrayed  and it has a divine eye overlooked by a 13-words Latin sentence : “It has favoured our endeavour”. Therefore, this bill has a strong religious value, but it is not so clear what religion it identifies with. 

La lunga citazione non ha lo scopo di mettere in evidenza l’inglese approssimativo di una candidata alla laurea magistrale: mi interessa mostrare fino a che punto può spingersi la credulità dei giovani nei confronti di fonti incerte. Si tratta di un elaborato che inizia con una citazione sbagliata alla seconda riga: “In God Trust” invece che “In God WE Trust” e prosegue, qualche riga sotto, riportando la scritta “Pluribus Unum” invece che “E Pluribus Unum”.

Le stelle sopra l’aquila americana sono effettivamente 13 ma certamente non compongono una “sentence”, cioè una frase. Non ci sono affatto 13 blocchi di pietra nella piramide (basterebbe contare) e neppure 13 parole nel motto latino "Annuit coeptis" dove ovviamente sono solo due.

Per evitare questi errori pacchiani non c’era bisogno di studiare il manuale: sarebbe stato sufficiente osservare con attenzione la banconota (on line ovviamente se ne trovano centinaia di immagini) e fare le considerazioni personali del caso. Magari sarebbe sfuggito il fatto che l’occhio divino al di sopra della piramide è un simbolo massonico ma non si sarebbero scritte altre sciocchezze.

Un altro studente mi manda una tesina che analizza alcuni tweet di Salvini, di cui il primo è questo:  “Cifre ufficiali alla mano, nel 2018 cresce ancora la spesa per accogliere e mantenere centinaia di migliaia di finti profughi: - 5 MILIARDI in un anno (!) - 13,7 MILIONI al giorno (!!) - 570 MILA euro all’ora (!!!)”.

Il commento della candidata è: “Questo tweet è parzialmente falso, infatti si tratta solo di una previsione: la spesa prevista è tra i 4,6 e i 5 miliardi”. Ovviamente, il commento non è adeguato: in questo caso, l'elemento essenziale non era la cifra delle spese messe a bilancio, bensì l'effetto che Salvini voleva ottenere usando l’espressione "finti profughi" da "accogliere e mantenere". Si sa, infatti, che lo stanziamento riguarda categorie di persone molto diverse, essenzialmente richiedenti asilo a cui la Costituzione (art. 10) PRESCRIVE di garantire aiuto, anche se si presentassero alla dogana di Trieste, invece che farsi salvare da un gommone che sta affondando.

Inoltre, parlando di "mantenere" queste persone il tweet dà l'impressione che i soldi vadano direttamente ai "profughi" quando in realtà le cifre indicate rappresentano il costo di funzionamento dell’intero sistema, quindi essenzialmente stipendi di personale dello Stato e appalti a cooperative italiane per l'accoglienza. Questi aspetti non sono stati approfonditi, e nemmeno considerati, da studenti che sono iscritti a una laurea magistrale, la quale permetterà loro di accedere a posizioni dirigenziali nella pubblica amministrazione.

In un ecosistema dell’informazione sempre più vasto e opaco c’è ancora qualche simpatico personaggio televisivo, come Massimo Polidoro, che si illude di trovare "Una bussola per navigare sicuri nel grande mare dell’informazione". Purtroppo le sicurezze sono appannaggio dei fanatici o degli sciocchi, due tribù che sembrano ingrossarsi ogni giorno: ciò che possiamo fare noi è una lenta opera di “rieducazione” dei nostri studenti per abituarli a diffidare delle notizie ambigue, opache, troppo belle per essere vere. La pigrizia digitale è il vero nemico da combattere nei prossimi anni.

fabrizio tonello

FABRIZIO TONELLO

Fabrizio Tonello insegna un corso sulla politica estera americana in prospettiva storica: “Republic” and “Empire” in American Political Thinking. Ha insegnato anche Storia del giornalismo e Istituzioni politiche dell’America del Nord. Ha insegnato anche nel dipartimento di Scienze della Comunicazione presso l’università di Bologna e nella Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste. È stato Visiting Fellow della Columbia University di New York e Fulbright Scholar presso la University of Pittsburgh (PA).

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