CULTURA

"Classe 2013": Musil ed Edith Stein liberi dal copyright

The Public Domain Reviews o Rassegna del Pubblico Dominio è un progetto no-profit di Open Knowledge Foundation (OKF), dedicato alle più interessanti e insolite opere fuori copyright che sono disponibili online. L’Open Knowledge Foundation è un’organizzazione no-profit, fondata nel 2004, con lo scopo di promuovere la conoscenza aperta, nel tentativo di rendere sempre più ampia e organizzata la condivisione di dati e contenuti per renderli utilizzabili, riutilizzabili, ridistribuiti per scopi sociali benefici. Tutte le opere che ricadono fuori dei termini di protezione del copyright, siano essi classici, relativi all’arte, alla musica o alla letteratura, o anche frammenti di opere dimenticate, piani sperimentali o progetti abbandonati, entrano nel pubblico dominio.

E proprio in questi giorni la Rassegna ha pubblicato l’annuncio intitolato Classe del 2013 a indicare tutti quegli autori che dal 1 gennaio di quest’anno ricadono – assieme a tutte le loro opere - nel del dominio pubblico in tutti quei paesi dove vige la regola dei settant’anni dopo la morte (per la maggior parte Paesi membri dell’Unione Europea, brasile, Israele, Nigeria, Russia, Turchia …). Sono Bruno Schulz scrittore e pittore polacco, Robert Musil scrittore e drammaturgo austriaco, la scrittrice canadese Lucy Maud Montgomery, autrice di numerosi libri per l'infanzia, l’austriaco Stefan Zweig che tra gli anni venti e gli anni trenta è stato uno degli scrittori più famosi del mondo, Edith Stein religiosa e filosofa tedesca dell'Ordine delle Carmelitane Scalze (in religione Teresa Benedetta della Croce) morta ad Auschwitz-Birkenau, assistente di Edmund Husserl e studiosa di Martin Heidegger.

Nell’ironico fotomontaggio in testa all’articolo (un’ipotetica foto di gruppo alla loro laurea)  vi troviamo anche i due padri fondatori dell'antropologia, il tedesco-statunitense Franz Boas e il polacco Bronisław Malinowski, l’inglese Sir Francis Younghusband ufficiale dell'esercito e scrittore mistico, tristemente famoso per il massacro di soldati e civili durante la Spedizione Inglese del 1904 in Tibet da lui guidata, il pittore Grant Wood noto per una delle immagini più iconiche d'America, Gotico Americano, in cui ritrae una coppia di agricoltori dallo sguardo fiero e austero davanti alla propria abitazione. Molti di loro sono morti in conseguenza, direttamente o indirettamente, della seconda guerra mondiale.

Il pubblico dominio è un commons, un bene comune di inestimabile valore, un bene indispensabile che - come il nostro ambiente naturale e il patrimonio fisico - merita di essere esplicitamente riconosciuto, protetto e apprezzato. Ogni anno decine di autori (e le loro opere) – uscendo dai termini di protezione del copyright – entrano in questo territorio libero dove le produzioni intellettuali sono liberamente fruibili e condivisibili senza restrizioni e possono concorrere alla costruzione di nuova conoscenza. Ma non è così contemporaneamente in tutto il mondo. È noto che le peculiarità delle norme sul diritto d'autore presentano differenze più o meno marcate nelle diverse giurisdizioni europee e comportano durate di protezione differenti da Paese a Paese. Non solo, ma notevoli sono anche le differenze rispetto al sistema anglosassone noto come copyright.

Per esempio, semplificando al massimo, per la legge sul copyright degli Stati Uniti un’opera può rientrare nel pubblico dominio se pubblicata prima del 1924, mentre in Europa vale la regola del settant’anni dopo la morte dell’autore (se non vi sono altri “intoppi”). Per la verità stabilire se un’edizione ricade o meno nel pubblico dominio non è così semplice – nemmeno negli USA – soprattutto a seguito del Digital Millennium Copyright Act (DMCA) del 1998 che recepisce i due trattati internazionali del 1996 dell'Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale (OMPI) avvicinando la norma statunitense a quella europea. Esistono linee guida, siti, tavole, ma conoscere con precisione se un’opera rientra o meno nelle zone libere richiede il contributo di esperti (avvocati, giuristi ed esperti di diritto in genere) le cui competenze sono indispensabili a confermare o meno che i lavori e/o i loro autori siano effettivamente eleggibili al pubblico dominio per quel determinato Paese e per quella determinata legislazione.

Amelia Andersdotter, europarlamentare del Partito Pirata, ha promosso una Public Domain Call for Arts, sul sito di Creative Commons, volta alla segnalazione di artisti le cui opere entreranno nel pubblico dominio nel 2013.

The Public Domain Review si propone analogamente di aiutare i lettori a esplorare questo terreno ricco e spesso sconosciuto, fungendo da galleria, una sorta di piccola mostra all'ingresso di una immensa rete di archivi e magazzini che si trovano al di là. Vi si trovano numerose collezioni suddivise per categoria. Nella collezione immagini vi si trovano foto, di dipinti, di persone, mappe, paesaggi, illustrazioni, anche scientifiche, film anche pre-1900 e fino al 1960, fruibili in streaming, come per esempio The snows of Kilimanjaro (1952), basato su una novella di Hemingway o la prima edizione del 1918 di Tarzan delle Scimmie tratto dal romanzo di Edgar Rice Burroughs, o ancora The Kiss, del 1896, video di circa 15 secondi che mostra il bacio tra May Irwin e John Rice tratto dalla scena finale del musical di Broadway The Widow Jones, uno dei primi film ad essere mostrato commercialmente al pubblico e che all’epoca causò scandalo e disapprovazione da parte dei giornali, tanto che in alcuni luoghi in cui la pellicola veniva proiettata fu chiesto l'intervento della polizia. Solo nel 1999 il corto è stato ritenuto "culturalmente significativo" dalla Biblioteca del Congresso e selezionato per la conservazione nel National Film Registry. I film sono tutti anche scaricabili in differenti formati grazie al collegamento con Internet Archive.

Tra gli audio, oltre a pezzi di musica scaricabile e fruibile liberamente, vi sono anche letture di opere da parte degli stessi autori, come le letture di brani dell’Ulisse di Jame Joyce registrate a Parigi presso gli studi HMV su insistenza di Sylvia Beach, la donna che creò nel 1919 la storica libreria parigina Shakespeare and Company, che pubblicò la prima edizione dell’Ulysses nel 1922 e che negli anni venti divenne luogo di incontro per scrittori come Ezra Pound, Ernest Hemingway, James Joyce e Ford Madox Ford, tutti autori rientranti nel pubblico dominio e che si possono recuperare nella collezione testi.

Antonella De Robbio

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