IN ATENEO

Il CUN e alcune domande senza risposta sulle abilitazioni nazionali

Con una nota del 28 settembre, rispondendo al Ministro Profumo, il CUN ribadisce che una semplice lettera non vale come interpretazione autentica.

Scrive il CUN: “alla luce dell’incertezza tuttora perdurante all’interno della comunità accademica in merito alla corretta interpretazione del DM 7 giugno 2012, n. 76, quanto al margine di discrezionalità di cui potranno usufruire le commissioni per le abilitazioni scientifiche nazionali, questo Consesso ritiene opportuno che le precisazioni ricevute si traducano in un provvedimento ministeriale di chiarimento, la cui adozione e diffusione assicuri la certezza del quadro normativo di riferimento”.

A questo punto, manca appena un mese e mezzo alla data del 20 novembre, termine entro cui i candidati dovranno aver presentato le domande.

Sorgono alcuni interrogativi:

1) Il Ministero procederà all’interpretazione autentica del D.M. 76 (regolamento ministeriale) con nuovo D.M. avente anch’esso natura di regolamento? O intende perseguire qualche altra strada, come ad esempio una direttiva interpretativa?

2) Il Ministero intende assicurare certezza o, invece, lascerà le commissioni e i candidati nella totale incertezza giuridica, accollando ogni rischio e responsabilità in capo ai commissari?

3) Può il Ministero garantire con certezza ai candidati e ai commissari che l’iter dell’interpretazione autentica  si concluderà entro il 20 novembre 2012?

4) Non sarebbe più opportuno, anziché adottare un nuovo e ulteriore D.M. o produrre una direttiva interpretativa, affrontare alla radice il problema, modificando il D.M. 76 e sostituendo le mediane con criteri diversi, di natura statica e non statistica, per scongiurare i contenziosi già in essere sulla legittimità delle mediane?

Infatti, per più di un verso la discussione di queste settimane circa le mediane è fuorviante. Il punto non è se esse debbano essere o meno derogabili.

Il punto è che si è giunti a una situazione tale – grazie alle ammissioni e agli errori di ANVUR – per cui tutti sanno che le mediane sono illegittime e aleatorie (calcolate in modo arbitrario, su dati carenti e non verificabili, sulla base di formule discutibili) e dunque, a rigor di logica, inapplicabili come criterio di valutazione, quand’anche si trattasse di un criterio fra i tanti disponibili.

Il ministro desidera davvero insistere con una procedura fondata su di un criterio “inapplicabile ma derogabile” o meglio ancora “derogabile perché inapplicabile”, che tuttavia sarà utilizzato per la selezione delle commissioni e che ha già contribuito a determinare candidature mancate e ritirate?

Non sarebbe meglio prendere atto dell’inapplicabilità?

L’avvio delle procedure di Abilitazione nazionale non è partito sotto buoni auspici. Una correzione di rotta sarebbe pertanto auspicabile.

 

Redazione ROARS - www.roars.it

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