IN ATENEO

Il rapporto Federconsumatori sui costi degli atenei

Università del Nord Italia più care rispetto a quelle del Centro-Sud, mentre nella media nazionale rispetto al 2011, le tasse sono aumentate del 7%. Sono questi alcuni dei risultati contenuti nel rapporto nazionale della Federconsumatori sui costi degli atenei italiani. 

L’indagine tiene conto delle università nelle regioni con il maggior numero di studenti: Lombardia, Piemonte e Veneto per il Nord, Emilia Romagna, Toscana e Lazio per il Centro e Campania, Puglia e Sicilia per il Sud. In ognuna di queste regioni sono poi stati scelti, in base alla grandezza, due atenei. Secondo lo studio, le università del Nord si rivelano mediamente più costose: solo considerando la fascia di reddito più bassa (fino ai 6.000 euro), gli importi degli atenei settentrionali sono più alti dell‘8,4%, del 4,8% per la terza fascia (fino ai 20.000 euro) e del 30% per la fascia più alta (oltre i 30.000 euro). 

A richiedere le tasse più alte è l’università di Parma, che impone rette annuali minime di 931 euro per le facoltà umanistiche e di 1.074 euro per quelle scientifiche per la fascia di reddito più bassa. Al secondo posto si piazza l’università di Milano (769 euro) e a seguire l’università di Verona (644 euro), sempre considerando i redditi più bassi. 

Considerando la media nazionale, l’aumento è stato dell’11% dell’importo per la prima fascia, del 10% per la seconda fascia, del 2,8% per la terza, dell’1% per la quarta e del 5,5% per l’ultima fascia. 

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