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Protesi biotech per il cuore, Padova all'avanguardia nella ricerca biomedica

Curare patologie cardiache, anche gravi, grazie all’utilizzo di bio-tessuti, ingegnerizzati e resi biocompatibili per l’impianto nel corpo umano. A questo sta lavorando l’équipe medica del professor Gino Gerosa, che ha ottenuto un finanziamento di oltre 700.000 euro da parte del progetto europeo Tecas (Soluzioni di ingegneria tissutale per la chirurgua cardiovascolare). 

Il progetto vede la partecipazione, assieme all’azienda ospedaliera e all’università di Padova, di altre cinque università in un network che ha come scopo principale quello di collegare i massimi esperti europei dell’ingegneria dei tessuti cardiovascolari per migliorare tecniche e conoscenze della medicina rigenerativa. Nello specifico per soddisfare le crescenti esigenze cliniche per l’applicazione e la produzione di valvole cardiache sostitutive vitali per il trattamento delle disfunzioni cardiache. 

“L’idea è quella di produrre sostituti valvolari cardiaci per la cura nelle tecniche riparative cardiache, oltre alla produzione di porzioni muscolari e tessuti venosi su impalcature tridimensionali – spiega Gerosa - Attraverso questi fondi saremo in grado di affinare le tecniche di decelurarizzazione della struttura e la semina ex vivo o una rigenerizzazione guidata della matrice all’interno del corpo umano che necessita dei nuovi tessuti”. In pratica il tessuto, privato dagli antigeni e dalle cellule che potrebbero mettere a rischio di risposta immunitaria il paziente, sarà poi ricoperto dalle cellule ricreate in modo endogeno dal corpo dello stesso ricevente.

L’équipe padovana dovrà provvedere alla registrazione di tre brevetti e allo sviluppo di bioprotesi cardiache ingegnerizzate e impiantabili per via venosa attraverso un catetere, senza prevedere, quindi, un’operazione a cuore aperto e la circolazione sanguigna extracorporea. A questo si aggiunge lo studio di adeguate tecniche per la conservazione e la sterilizzazione delle protesi stesse. Le implicazioni per il futuro della medicina cardiovascolare sono parecchie come la possibilità di impiantare in pazienti pediatrici cardiopatici valvole che non necessitano di sostituzione ogni cinque anni per problemi dovuti alla crescita del bambino: la protesi in pratica potrebbe accrescersi assieme al paziente stesso. Gli esperimenti e la ricerca proseguono, in attesa di poter avviare la sperimentazione anche su casi clinici umani. 

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