Nei primi anni dell’Ottocento la riscoperta dell’Egitto faraonico era in Europa un tema di attualità. La scoperta di tombe dalle meravigliose decorazioni, degli oggetti preziosi che esse racchiudevano, delle migliaia di geroglifici che via via venivano alla luce non facevano che alimentare l’interesse per quel mondo sepolto dalla polvere dei secoli. Il padovano Giovanni Battista Belzoni di quegli eventi era un protagonista indiscusso.
Mentre Belzoni si dava da fare in Egitto, in Francia Jean François Champollion studiava alacremente i geroglifici. Nel settembre del 1822 presentava all’Académie des Inscriptions et Belles-Lettres di Parigi una relazione in cui spiegava come, dopo anni di studi, era riuscito a penetrare nel segreto racchiuso da quel mondo di segni e a interpretare la scrittura degli antichi egizi.
Il 27 settembre del 1822 Champollion aveva redatto la sua relazione sottoforma di lettera, inviata a Monsieur Bon-Josef Dacier, allora segretario a vita dell’Académie: Lettre à M. Dacier relative à l'alphabet des hiéroglyphes phonétiques. Una relazione rivoluzionaria, destinata a segnare la storia dell’egittologia.
Il 20 aprile del 2023 Marco Zatterin (biografo di Belzoni) e Silvia Einaudi (studiosa di Belzoni) si rivolgono a Madame Francesca Veronese, direttrice dei Musei Civici di Padova, con una nuova relazione, anch’essa sottoforma di lettera e anch’essa forse rivoluzionaria, in ogni caso destinata a sollevare interesse e curiosità.
Partecipazione libera, su iscrizione.
- QUANDO 20 APRILE - ORE 17:30
- Sala del Romanino ai Musei Eremitani piazza Eremitani 8 - Padova
- PER MAGGIORI INFORMAZIONI Eventbrite