Grandi novità arrivano dalla missione egiziana che lavora da alcuni anni nell’importante sito archeologico di Saqqara, circa 30 chilometri a sud del Cairo: sito Unesco dagli anni Settanta del secolo scorso, l’area ha restituito nel tempo numerose necropoli connesse a Menfi, capitale faraonica all’epoca delle prime dinastie dell’Antico Regno.
Qui infatti si trova la più antica piramide funeraria conosciuta, costruita a gradoni e appartenuta al re Djoser verso la metà del III millennio a.C. e sempre qui alla fine del 2018 fu riportata alla luce la tomba intatta di Wahtye, sacerdote della V dinastia (seconda metà del III millennio), interamente ricoperta di decorazione pittorica.
Il luogo fu frequentato anche nelle epoche successive e le recenti scoperte dimostrano che anche durante il periodo tardo e l’epoca tolemaica, tra il VI e il I sec, a.C., in quest’area si continuava a seppellire; secondo il noto archeologo egiziano Zahi Hawass l’importante rinvenimento dei giorni scorsi sarebbe prova che questa fu anche la principale necropoli della 26esima dinastia, tra la fine del VII e il VI sec.a.C.
Dallo scorso settembre ad oggi sono stati riportati alla luce numerosissimi sarcofagi, un centinaio solo in questi giorni di novembre, nella maggior parte dei casi ben conservati e ancora sigillati, con i corpi mummificati al loro interno. Dai pozzi funerari sono emersi anche decine di statue, un paio in legno di acacia e alcune dorate, maschere in cartonnage dipinto, vasi canopici, scatole lignee di Horus, amuleti.
Ma altre importanti scoperte sono state annunciate dal Ministro del Turismo e delle Antichità egiziano Khaled el-Enany, probabilmente già prima della fine dell’anno.
Lo straordinario rinvenimento dei giorni scorsi è stato pubblicamente presentato alla comunità internazionale con l’esposizione di un centinaio di sarcofagi proprio ai piedi della piramide di Djoser; in questa occasione si è anche voluto condividere l’emozione della scoperta, con l’apertura in diretta di uno dei sarcofagi, contenente un corpo mummificato, che è stato contestualmente sottoposto a scansione.
Grandi novità si annunciano anche in questa direzione: le più avanzate tecnologie saranno utilizzate per ottenere nuove informazioni sulle tecniche di mummificazione ed è anche possibile che a Saqqara possa essere individuato il laboratorio dove si preparavano i corpi per l’ultimo viaggio verso l’eternità.
È già stato annunciato che molti di questi materiali saranno esposti nella nuova sede del Grand Egyptian Museum, che sarà inaugurato il prossimo anno a Giza, vicino al Cairo.