CULTURA

Sepoltura di Neve: nuove informazioni su cultura e società nel Mesolitico ligure

Circa 10.000 anni fa, fra ciondoli e perline fatti di conchiglia, una bambina vissuta non più di 40 o 50 giorni veniva sepolta nella grotta di Arma Veirana, nell’entroterra di Albenga, in Liguria. Oggi questo luogo è un sito archeologico di grande interesse per il gruppo internazionale di archeologi che dal 2015 si occupano continuativamente delle attività di scavo.

La sepoltura della piccola, soprannominata “Neve”, è la più antica mai scoperta finora in Eurasia di una neonata. Sui resti della bambina sono state condotte diverse analisi, come quella del genoma e quella delle proteine delle gemme dentarie, i cui risultati sono stati descritti in uno studio da poco pubblicato su Nature.

Tra gli archeologi che hanno partecipato alla scoperta c’è Fabio Negrino, professore di preistoria e protostoria all’università di Genova, che, a partire dal 2014, ha coordinato le attività di scavo nel sito di Arma Veirana nell’ambito di una collaborazione internazionale tra gli atenei di Bologna, Ferrara, Montreal e Denver.

“L’Arma Veirana è una cavità profonda circa una quarantina di metri che si trova nell'entroterra di Albenga, nella Liguria di Ponente, a qualche centinaio di metri d'altitudine e a una decina di chilometri nell'entroterra”, ha raccontato il professor Negrino a Il Bo Live. “Proprio grazie alla sua particolare posizione geografica si è preservata intatta, nel corso degli ultimi 150 anni, sfuggendo quasi totalmente a quelle attività di ricerca (clandestine e non) che durante questo lungo periodo hanno danneggiato, seppur non consapevolmente, i siti archeologici più prossimi alla linea ferroviaria.

L'intervista completa al professor Fabio Negrino. Montaggio di Elisa Speronello

La grotta fu scoperta nel 2006 da Giuseppe Vicino, ex conservatore del Museo archeologico del Finale, e le attività di ricerca hanno cominciato a svolgersi in maniera continuativa sul sito a partire dal 2015.

Nel 2017 è stata scoperta, inaspettatamente, una sepoltura mesolitica che costituisce l'unità stratigrafica più recente e si trova vicino all'ingresso del sito”, continua il professore. “L’articolo pubblicato di recente illustra nel dettaglio l’importanza di questa sepoltura che è indubbiamente la più antica ritrovata finora in Europa di una neonata. I resti di Neve e degli oggetti rinvenuti nella sepoltura sono stati sottoposti a diverse analisi, come il sequenziamento del genoma, lo studio degli isotopi per l'alimentazione e l’analisi della crescita delle gemme dentali. Sarà poi dedicato un articolo specifico, che al momento è in corso di pubblicazione, alla contestualizzazione del corredo funerario”.

“In Europa, l'inizio dell'Olocene ha coinciso sostanzialmente con il primo Mesolitico, un periodo culturale che probabilmente ha catalizzato importanti cambiamenti sociali quando gli esseri umani si sono adattati a significativi mutamenti ambientali dopo la fine dell'ultima era glaciale”, scrivono gli autori nello studio.

“Per queste antichissime fasi della storia umana, le sepolture di infanti sono molto difficili da trovare”, commenta il professor Negrino. “Nella necropoli epigravettiana nella Caverna delle Arene Candide, nel comune di Finale ligure in provincia di Savona, sono state identificate, nella metà del secolo scorso, le sepolture di due persone molto giovani di cui purtroppo, però, non è rimasto nulla. In Austria, invece, è stata ritrovata una sepoltura datata intorno ai 27.000 anni fa di due gemelli maschi risalenti alla cultura gravettiana. Non erano però stati trovati altri casi di neonati antecedenti al mesolitico recente e al neolitico antico europeo. Quella dell’Arma Veirana è perciò la più antica sepoltura di un individuo di sesso femminile in età neonatale ritrovata finora e risalente al mesolitico antico”.

Lo studio delle pratiche funerarie dei popoli è molto utile per acquisire informazioni importanti sulla loro cultura e sulla loro struttura sociale. Osservando le decorazioni delle sepolture e gli oggetti contenuti in esse, gli archeologi possono cercare di capire in che considerazione fosse tenuta la persona defunta all’interno del gruppo e quali ruoli, attributi e identità le fossero riconosciuti. Anche il ritrovamento di Neve, quindi, può fornire delle informazioni importanti sulla cultura e la struttura sociale degli esseri umani che vivevano in quest’area della Liguria nel Mesolitico antico.

“La particolare attenzione con cui è stata sepolta la neonata ci fa pensare che anche a una persona così giovane e di sesso femminile venisse riconosciuto un particolare ruolo all'interno di questi gruppi di cacciatori e raccoglitori”, spiega Negrino. “Comportamenti analoghi sono stati osservati anche in siti più recenti nel nord Europa e in Serbia, lungo il Danubio, dove si trovano delle necropoli in cui i giovani soggetti di sesso femminile sono sepolti nella stessa maniera dei loro coetanei maschi.

Per trovare un confronto coevo con il caso di Neve, bisogna però uscire dall’Europa. Nel sito archeologico di Upward Sun River, in Alaska, è stata identificata una neonata sepolta con elementi di corredo risalente all’inizio dell’Olocene antico, intorno agli 11.500 anni fa. È interessante quindi indagare come società di cacciatori e raccoglitori sostanzialmente egualitarie si comportassero nei confronti di soggetti molto giovani”.

“Tornando a Neve, analizzando il corredo funerario della sepoltura, abbiamo trovato una novantina di piccoli gasteropodi che sono stati forati e cuciti addosso al fagotto utilizzato per avvolgere la neonata. Più nel dettaglio, si tratta di un gasteropode chiamato Columbella rustica che inizia a essere usato come elemento decorativo a partire proprio dal Mesolitico antico in una vasta area europea.

È interessante notare che i gasteropodi presentino tracce d'uso prolungato, come se fossero stati staccati da abiti di altre persone del gruppo (forse i genitori), e poi ricuciti addosso all’abito della neonata. È stata trovata anche una sorta di collana con quattro pendenti composti da frammenti di un bivalve chiamato Glycymeris glycymeris. Abbiamo poi osservato la presenza di ocra rossa e di una lama in selce – che potrebbe addirittura essere stata usata per tagliare il cordone ombelicale alla nascita – trovata accanto al cranio della piccola.

Infine, un elemento interessante che possiamo associare con un certo grado di probabilità alla sepoltura, è la falange terminale di un gufo reale. Questo artiglio di rapace ha probabilmente un significato totemico legato alla singola persona o al gruppo. D’altronde, l’offerta di frammenti di origine animale di vario tipo è una pratica osservata anche in altri contesti sepolcrali della Liguria. Nella Caverna delle Arene Candide, gli inumati sono stati deposti insieme a un ricco corredo costituito anche da reperti provenienti da uccelli o piccoli mammiferi. Si tratta di un rito riconducibile alla cultura epigravettiana che, a quanto pare, si è mantenuto ancora tempo dopo. D’altronde, grazie all’analisi del genoma, abbiamo appurato che Neve discendeva da un gruppo di persone che abitava quest’area fin dal Paleolitico, e quindi ben prima dell’arrivo in Liguria delle comunità neolitiche a partire dal 6000 a.C.”.

Il desiderio degli archeologi è quello di trovare, durante le attività di scavo future, altri reperti risalenti allo stesso periodo. Infatti, come spiega Negrino, il Mesolitico ligure è ancora molto poco noto e il ritrovamento di Neve rappresenta, per certi versi, un unicum. Bisogna sperare, perciò, che l’Arma Veirana e gli altri siti del territorio siano teatro di nuove scoperte che aiutino a sciogliere l’enigma, in parte ricostruito dalla scoperta della sepoltura di Neve, relativo agli usi e ai costumi degli esseri umani che abitavano quest’area durante il Mesolitico antico e recente.

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