IN ATENEO

Università: il rapporto annuale nucleo di valutazione 2015

Una radiografia dell’ateneo padovano che analizza attentamente tutti i principali aspetti che lo compongono: dalla popolazione studentesca all’organizzazione amministrativa, dal personale all’internazionalizzazione passando per la ricerca, la didattica e la gestione finanziaria. È il Rapporto annuale 2013-2014, preparato dal Nucleo di Valutazione di ateneo e presentato il 2 febbraio dal rettore Giuseppe Zaccaria, assieme ad Alberto Martinelli e Luca Illetterati, rispettivamente presidente  e vice presidente  del NVA, e al direttore generale Emanuela Ometto. Un quadro, quello tracciato dal rapporto, soddisfacente al punto da portare il NVA, organismo con un forte carattere di indipendenza e di imparzialità, a concludere che “l’università di Padova si conferma uno dei migliori atenei italiani”.

Per quanto riguarda le iscrizioni, nel quadro generale di un calo delle immatricolazioni a livello nazionale, Padova mostra una sostanziale tenuta con 57.745 studenti iscritti nell’anno accademico 2013/14, dei quali il 71% in corso. Il 16,4% degli immatricolati proviene da fuori regione e il 3,9% dall’estero, dati che confermano la crescita del potenziale attrattivo della sede padovana, in particolare per gli iscritti al primo anno dei corsi di studio magistrali. Una tendenza confermata anche dai buoni livelli di soddisfazione rilevati tra gli studenti. 

Per quanto riguarda i docenti, nel 2013 si registra una lieve diminuzione in tutte e tre le fasce di ruolo (ordinari, associati e ricercatori), da interpretare alla luce della transizione normativa in atto e dei recenti limiti legislativi al turnover, oltre che dei ritardi nello svolgimento delle abilitazioni scientifiche nazionali. Ciò nonostante Padova riesce comunque a mantenere un ottimo rapporto studenti/docenti: 40,8, il dato più basso tra i grandi atenei italiani.

Ottime le performance della ricerca, nonostante la drastica riduzione di fondi a livello nazionale:  il finanziamento da parte del MIUR  infatti, pur essendo stati confermati sia i progetti PRIN che i progetti FIRB, è passato dai 9 milioni di euro del 2012 ai circa 2 milioni del 2013. Tagli che l’ateneo ha quasi interamente compensato con risorse proprie. La ricerca padovana si conferma comunque di qualità: nel VII programma quadro dell’Unione europea, concluso nel 2013, l’ateneo ha visto complessivamente approvati 238 progetti, per un sussidio complessivo che supera i 70 milioni di euro e che lo colloca ai primi posti nel gruppo di confronto insieme a Bologna.

Buone notizie anche per la gestione finanziaria. Nel 2013 il Fondo di finanziamento ordinario (FFO) ha coperto il 56,4% delle entrate dell’ateneo; il resto è venuto da fonti proprie, in primo luogo dai contributi degli studenti (101,5 milioni di euro, il 44,3% delle risorse proprie) e dai finanziamenti da terzi per attività di didattica e di ricerca (73,5 milioni). Per il 2014 il FFO è caratterizzato da un consistente aumento della quota premiale destinata agli atenei più meritevoli, che per Padova ammonterà a 63,5 milioni di euro, ponendola al terzo posto fra gli atenei italiani. In tutto l’importo del FFO per l'università di Padova nel 2014 ammonta a 291,9 milioni di euro, 62,4 milioni in più rispetto al 2013.

Ottime valutazioni hanno infine riguardato l’edilizia universitaria e l’internazionalizzazione, mentre tra le criticità c’è il dato della presenza femminile nel corpo docente (34%), ancora inferiore rispetto alla media degli altri atenei.

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