Il rettore dell'università di Padova Rosario Rizzuto. Foto: Massimo Pistore

Competenza, partecipazione, interazione, comunicazione, azione. Sono queste le parole più usate dal rettore Rosario Rizzuto nel suo primo giorno di governo dell’università di Padova dopo aver ricevuto il passaggio di consegne da parte del professor Giuseppe Zaccaria. 

“È il mio primo giorno di scuola - dice scherzando Rizzuto - Un giorno di emozioni, derivanti anche dalle sensazioni che mi dà il nostro ateneo, pieno di aspettative e desideroso di partecipare, di interagire”. Così come farà la squadra di governo scelta dal rettore, più snella rispetto a quanto visto finora: 12 prorettori in tutto, più alcuni delegati “a progetto”, come spiega lo stesso rettore, che avranno il compito di rapportarsi con il prorettorato di riferimento. “Il mio - prosegue Rizzuto - sarà un ‘Consiglio dei ministri’ altamente cooperativo. Ho selezionato una piccola squadra, formata da persone giovani, nuove e competenti, soprattutto”. L’indirizzo è chiaro: la squadra dovrà lavorare molto, collaborare negli aspetti di governo. “Ci incontreremo ogni settimana - dice Rizzuto - per ragionare e lavorare insieme”. Briefing a cui si aggiungerà la trasparenza di lavoro dei prorettori, che dovranno “mostrare quello che fanno”. Ci sarà una pagina web apposita in cui sarà anche possibile intervenire dall’esterno con domande ed eventuali critiche. 

La squadra. I prorettorati tradizionali ci sono tutti, ma Rizzuto ha voluto inserire qualche elemento di novità: “Abbiamo accorpato alcune competenze - argomenta il rettore - riunendo in un’unica delega, per esempio, l’intero ciclo della formazione dall’orientamento fino al job placement”. Si tratta del prorettorato alla Continuità formativa scuola-università-lavoro. A fianco degli accorpamenti alcune deleghe nuove, come quella al Campus e sedi esterne, nata per migliorare le opportunità di vita universitarie oltre il tempo dedicato al lavoro e allo studio. “L’ateneo come luogo di vita - sottolinea Rizzuto - dobbiamo valorizzare questo aspetto come quello delle sedi distaccate non padovane”. C’è spazio anche per la cultura, intesa come patrimonio ideale e concreto per dare valore anche alla città: “Abbiamo voluto un prorettorato al Patrimonio artistico, musei e biblioteche - dice ancora il rettore - per promuovere una strategia complessiva” per la valorizzazione del patrimonio artistico e museale dell’ateneo nel territorio. 

Sono sette le donne della squadra di governo: “Molte sono nei prorettorati più critici - prosegue Rizzuto -  E non si tratta di una questione di quote rosa, le persone che ho scelto sono qui per il criterio di competenza che ha guidato ogni mia decisione”. Tra queste donne c’è anche il più giovane prorettore in carica: Francesca Da Porto, 41 anni e prorettore all’Edilizia e sicurezza. 

A fianco dei prorettori, Rizzuto ha voluto inserire sei figure di rinforzo che dovranno lavorare su altrettanti campi di intervento. Dei veri e propri “delegati a progetto”, scelti per le loro competenze diverse rispetto a quelle del prorettore, con cui dovranno interfacciarsi. Tra queste c’è un’altra novità del mandato Rizzuto: la delega alla Comunicazione istituzionale in mano al professore Michele Cortelazzo. Quest’ultima rimane sotto la competenza diretta del rettore. Nascono anche tre commissioni permanenti, integrate nell’attività di governo e che lavoreranno a stretto contatto con il rettorato. “La prima - spiega Rizzuto - è la commissione per l’Immagine dell’università e del ranking”, al cui interno ci sono professori competenti per diversi ambiti: dal ranking ai social media, passando per la comunicazione scientifica e il web. La seconda è la commissione per i Rapporti con il servizio sanitario nazionale: “Non serve un prorettore a medicina - dice Rizzuto - ma serve un rapporto quotidiano tra la parte che si occupa di ricerca e formazione medica e quella clinica, assistenziale dell’ospedale”. Questo sarà il compito della commissione, attraverso cui il rettore avrà il polso di uno dei più importanti ambiti di eccellenza dell’ateneo.

Mattia Sopelsa