Il 25 novembre ricorre la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne,  ufficializzata dall’ONU in ricordo delle tre sorelle Mirabal, torturate a morte il 25 novembre del 1960 da alcuni agenti del regime dittatoriale dominicano di Rafael Leonidas Trujillo. La loro colpa? Essere donne troppo impegnate, troppo attive nel denunciare le ingiustizie del regime, e per questo punibili.

La violenza sulle donne rimane un fenomeno preoccupante e diffuso. I numeri parlano di 6 milioni e 788mila donne che hanno subito nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale, pari al 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni. Il 20,3% ha subito violenza fisica, il 21% violenza sessuale, il 5,4% forme ancora più gravi di violenza sessuale come stupri e tentati stupri. Questi i numeri dell’ultimo rapporto Istat che, però, vede un lieve miglioramento della situazione rispetto al rilevamento precedente: negli ultimi anni le violenze fisiche o sessuali sono passate dal 13,3% all11,3%, risultato ottenuto grazie a una maggiore sensibilizzazione e attenzione pubblica su questi fenomeni, accompagnata da una più alta consapevolezza da parte delle donne nel prevenire e combattere queste situazioni.  In calo anche le violenze psicologiche perpetrate dai partner in seno al nucleo familiare: scese dal 42,3% al 26,4%.

In quest’ottica l’impegno dell’università di Padova resta alto e proprio a Palazzo Bo, il 7 dicembre, si terrà l’incontro “Sexual harassment, gender-based violence and sexist behaviour in higher education and research: the French vademecum”. La conferenza, che rientra nella campagna UNiTE to End Violence Against Women 2016 dell’ONU, nasce dalla collaborazione tra gli Organismi di tutela e garanzia dell’Ateneo e il corso di Politiche di pari opportunità, con la partecipazione del progetto GenderTime e del Centro interdipartimentale di ricerca sul genere. Per l’occasione interverrà Colette Guillopé, docente di matematica ed ex gender officer all’Università francese Paris-Est Créteil. 

Il suo contributo porterà l’attenzione su come riconoscere e contrastare la violenza in tutte le sue molteplici forme nel contesto accademico e come – in questo processo – gli studenti possano attivarsi per dare un loro contributo significativo.