IN ATENEO

Cun, abolire il Mepa sugli acquisti per la ricerca

Le università statali devono essere esentate dal ricorso obbligatorio al Mepa (Mercato elettronico della pubblica amministrazione) per gli acquisti che gravano su fondi di ricerca: è la richiesta del Consiglio universitario nazionale, che sul Mepa ha pubblicato lo scorso 9 aprile una raccomandazione rivolta al ministro Stefania Giannini. Nel documento, il Cun rileva come l’acquisto di beni e servizi inferiori alla soglia comunitaria (200.000 euro) sia segnato, per gli atenei, dall’incertezza normativa. La legge che disciplina gli acquisti delle amministrazioni pubbliche (n. 296/2006) da un lato sembra escludere le università dall’obbligo di ricorrere al Mepa; dall’altro rinvia a specifiche linee guida, da adottarsi con un decreto del Miur che, ad oggi, non è stato mai emanato. Di qui il sorgere di applicazioni difformi della norma da parte dei diversi atenei. Nella nota, il Cun sottolinea come gli acquisti normalmente compiuti grazie ai fondi di ricerca delle università abbiano caratteristiche opposte a quelle richieste dal Mepa (alta frequenza di acquisto, bassa specificità dei beni o servizi da acquisire, alto numero di fornitori); il sistema inoltre non garantisce agli atenei informazioni sufficienti e abbastanza dettagliate su aziende e prodotti offerti. Il Cun conclude invitando il Miur a emanare con urgenza le linee guida per l’utilizzo del Mepa da parte delle università.

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