IN ATENEO

Editori, ricorso al Tar contro i testi digitali a scuola

Gli editori si oppongono al decreto Profumo, contro il quale ricorreranno al Tar. L'Associazione italiana editori (Aie) ha annunciato che contrasterà per via giudiziaria il decreto ministeriale 209 del 26 marzo 2013, con cui Francesco Profumo ha stabilito nuove disposizioni per l'editoria scolastica.

In particolare, l'atto firmato dall'allora ministro dell'Istruzione (poi sostituito da Maria Chiara Carrozza) prevede che i testi scolastici, a partire dall'anno 2014/2015, vengano adottati in formato digitale o misto (digitale e cartaceo), con l'abbandono totale dei libri puramente di carta. Inoltre il decreto prescrive che dallo stesso anno scolastico i collegi dei docenti riducano i costi della dotazione libraria del 20 % rispetto all'anno precedente, risparmio elevato al 30 % qualora i testi adottati siano esclusivamente digitali.

Entrambe le disposizioni si applicheranno, in via transitoria, solo ad alcune classi nei diversi cicli e gradi di istruzione. Gli editori ritengono che i tempi ristretti per l'adozione del digitale li costringeranno a mandare al macero quote importanti di testi già prodotti; affermano poi che il nuovo tetto di spesa imposto ai docenti si basa sull'errata convinzione che, digitalizzando i testi, i costi diminuiscano in modo sensibile, mentre l'editoria digitale sconta un'Iva molto superiore a quella cartacea. Secondo il ministero, le novità porteranno importanti benefici: i risparmi ottenuti consentiranno alle scuole di investire in pc e tablet; e la progressiva eliminazione del cartaceo, oltre a dotare gli studenti di testi più efficaci per l'apprendimento e favorire lo sviluppo delle competenze informatiche, permetterà di alleggerire notevolmente il peso degli zaini.

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