IN ATENEO

I "Beffeggiatori" di Nievo: l’ateneo acquista il manoscritto

È un manoscritto di 61 carte, una commedia presentata a un premio padovano. Che non vinse. Potrebbe sembrare una storia come molte, se non fosse che l’autore è Ippolito Nievo e il testo I Beffeggiatori. L’autografo, grazie a un’iniziativa di Cesare De Michelis docente del dipartimento di studi linguistici e letterari dell’università di Padova e a un contributo di 16.000 euro da parte della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, è stato acquistato dall’ateneo e va ad arricchire l’Archivio degli scrittori veneti del Novecento

Foto: Nicola Fossella

L’Archivio conserva documenti donati dagli eredi di Giuseppe Berto e dei lasciti, tra gli altri, di Giorgio Chiesura, Sergio Maldini, Giulio Mozzi, Stanislao Nievo ed è consultabile nella sede di palazzo Maldura. Al suo interno ora prende consistenza anche un “nucleo nieviano” che, oltre al manoscritto acquistato, comprende due lettere dello scrittore, una datata 1849 e una 1856 destinata, quest’ultima, al fratello Carlo e ancora inedita. 

“L’acquisto di questo manoscritto – sottolinea Giuseppe Zaccaria – rinsalda il legame tra Ippolito Nievo, la città di Padova e l’università. Deve essere visto non come un episodio contingente e occasionale, ma in una dimensione storica più ampia che vede nel nostro ateneo, dal Novecento ad oggi, protagonisti di assoluto rilievo nello studio delle lettere”. Tra gli altri Iginio De Luca, Vincenzo Mengaldo e lo stesso De Michelis che si sono dedicati alle opere di Nievo. 

“Ritengo sia molto importante – sottolinea Michele Cortelazzo, direttore del dipartimento di studi linguistici e letterari dell’università di Padova – mantenere nel territorio le opere della letteratura veneta e, soprattutto, raccogliere in sede pubblica i testi autografi degli autori che si studiano”.   

Il manoscritto nel tempo subisce alterne vicende. Fino al 1927 rimane nella casa di Colloredo. Successivamente Antonio Nievo decide di donare le carte dello zio alla biblioteca Teresiana di Mantova, ma il manoscritto non è tra queste. In seguito viene venduto a un privato e per 40 anni se ne perdono le tracce. Solo in tempi recenti Gianluca Gulli, collezionista di materiali di Nievo, riesce a rintracciare l’ultimo proprietario e ad acquistare il testo. Nel 2006 la casa editrice Pontremoli pubblica la trascrizione della commedia. Il manoscritto, infine, viene ceduto a Letteratura Tattile – Studio bibliografico da cui lo acquista l’Ateneo.   

Nei giorni scorsi l’intero testo è stato digitalizzato dall’università di Padova e a breve sarà disponibile integralmente on line. 

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