IN ATENEO

Lotta al contrabbando dei tabacchi: nasce l’Osservatorio nazionale

È nato a Padova, per iniziativa dell’università, l’Osservatorio per la lotta al contrabbando e alla contraffazione di tabacchi lavorati.  L’obiettivo è quello di fornire un contributo concreto al contrasto di un fenomeno che, pur mutando mezzi e forme, sembra non conoscere crisi. Una lotta da condurre con la condivisione di informazioni, l’analisi e l’elaborazione di strategie sulla base delle informazioni raccolte, nonché attraverso ulteriori iniziative, anche in tema di revisione dell’attuale quadro legislativo sulla materia. Oltre all’ateneo di Padova, fanno parte dell’Osservatorio l’Agenzia delle dogane, la guardia di finanza, il ministero dello Sviluppo economico, aziende del settore e la Federazione Italiana Tabaccai. Lo presiederà il padovano Enrico Maria Ambrosetti, ordinario di Diritto penale, anima dell’iniziativa, che si è assicurato anche il contributo scientifico della Direzione nazionale antimafia (Dna).

 L’aver unito sotto l’ombrello dell’Osservatorio un fronte di soggetti tanto diversi è, a giudizio del rettore Giuseppe Zaccaria, un passo importante per ricostruire le molteplici fasi del fenomeno e per meglio contrastarlo. “Una collaborazione stabile e permanente - ha aggiunto - non può che produrre positività attraverso un continuo scambio di conoscenze ed esperienze”. Il contrabbando di sigarette non viaggia mai solo, spiega Franco Roberti, procuratore nazionale antimafia, ma si accompagna al traffico di stupefacenti o dei rifiuti. È, insomma,  propedeutico ad altre attività criminali: “In tempi di crisi - ha continuato - è più facile riciclare proventi di attività illecite, perché imprenditori in difficoltà, trovando rubinetti chiusi in banca, si rivolgono al credito mafioso”. Il procuratore ha anche auspicato un’azione comune dell’Europa. Rocco Antonio Burdo, dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, ha indicato nei porti di Genova, Ancona e Bari i punti d’arrivo delle sigarette di contrabbando. Almeno la metà del materiale sequestrato (un milione e 705.000 pacchetti) arriva dalla Grecia, che non “fa più frontiera” e quindi rende problematico individuare l’inizio della catena del contrabbando. Se i sequestri di sigarette sono il termometro del contrabbando, c’è da sta stare in guardia. Nel primo bimestre di quest’anno sono state infatti sequestrate sigarette pari al 50% di tutta la merce sottratta al contrabbando lo scorso anno: lo ho sottolineato Giuseppe Arbore, colonnello della guardia di finanza. “Il picco 2014 - ha detto - è preoccupante. Le organizzazioni criminali internazionali oltre che sulla droga puntano sul tabacco e sulle stesse rotte viaggiano stupefacenti, armi e sigarette”. 

Il contrabbando di sigarette non è più quello raccontato da De Sica nel 1963 in Ieri, oggi e domani. Sempre più  rari i motoscafi blu. Li hanno sostituiti Tir, navi, aerei. Nel 2012 il consumo illecito di sigarette in Europa ha superato l’11% del totale. In Italia i contributi evasi sono pari a 4,6 milioni di euro, in Europa il danno erariale supera i 10 miliardi. Un pacchetto di sigarette di contrabbando si trova sui banchetti a 2-3 euro. Ma non  sono più i marchi leader del mercato a farla da padrone ma prodotti sconosciuti, fabbricati fuori dall’Europa, composti da tabacchi di bassa qualità e ancor più dannosi per la salute. Arrivano dalla Cina, dalle ex repubbliche sovietiche, dal Sudest asiatico o dal Nord Africa. Non possono esserci controlli e finiscono soprattutto in mano a giovani e a consumatori di basso reddito.

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