IN ATENEO

Gare de l'Est: letture e interpretazioni del teatro anatomico

È stata inaugurata oggi all’interno del teatro anatomico dell’università di Padova l’esposizione Gare de l’Est. Il progetto, a cura di Chiara Ianeselli e realizzato con la collaborazione di Giovanna Valenzano prorettore al patrimonio artistico, musei e biblioteche e Maurizio Rippa Bonati, intende valorizzare e diffondere nuove possibili letture e interpretazioni del teatro anatomico, completato nel 1595 sotto il magistero del celebre professore di anatomia Girolamo Fabrici d’Acquapendente.

Il capolavoro architettonico si è mantenuto sostanzialmente intatto e si presta ora, per la prima volta, a custodire quattro opere che ne ripercorrono anche la struttura ovvero la cucina anatomica, dove i corpi venivano preparati per l’anatomia, e il luogo d’eccellenza della visione, il teatro stesso, dove la conoscenza prendeva forma nello studio del corpo umano. Le due stanze ospiteranno fino al 15 marzo 2017 i lavori di Alberto Burri (Città di Castello, 1915 - Nizza, 1995), Nicola Samorì (Forlì, 1977) e Gustave Joseph Witkowski (Nevers, 1844 - Parigi, 1922), in un vivace confronto imperniato sulla visione e la struttura della vista stessa. 

Il tema centrale della mostra deriva da un’accorta lettura del De visione di Girolamo Fabrici d’Acquapendente. In un foglio contenuto all’interno della pubblicazione del 1600 si trovano, infatti, immagini dell’occhio che ricordano la struttura del teatro. Il nome stesso di “teatro” (dal verbo théaomai, vedo) conduce inoltre direttamente alla riflessione sulla vista. 

Lo scarto tra la dimensione micro e macro del vedere è evidente nelle opere esposte: una scultura di Nicola Samorì, che collega nel marmo una radice a un frammento lunare (Lucy), un Cretto di Alberto Burri. La superficie dell’opera, proveniente dalla Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri, ricorda direttamente la struttura dell’epidermide e un atlante del francese Gustave Joseph Witkowski. A completare il ciclo va aggiunta, ancora di Samorì, l’opera Primo bianco

Il progetto segue le mostre realizzate al teatro anatomico de Waag di Amsterdam (Gare du Nord) e al teatro anatomico dell’archiginnasio di Bologna (Gare du Sud). L’obiettivo comune è di porre in primo piano il patrimonio storico-artistico dei teatri anatomici, dando rilievo alle loro vicende e a possibili riletture attraverso la costituzione di esposizioni temporanee realizzate in maniera continuativa, con la collaborazione di specialisti di vari ambiti. La conoscenza progressiva dei teatri, scandita nel tempo e nello spazio, consente di costituire legami fisici o ideali tra di loro, dando al progetto una maggiore coerenza nell’impostazione di ricerca. 

E non è un caso che l’esposizione si inauguri proprio nel giorno di Santa Lucia, in risposta al testo di Goethe che, in occasione del suo viaggio in Italia nel 1786 scriveva: “Essi guardano giù nel ristretto spazio dove è il tavolo anatomico, su quale non cade spiraglio di luce”.

La mostra è visitabile nell'ambito delle visite guidate organizzate di Palazzo Bo.

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