IN ATENEO

Legge Gelmini: le proposte del Cun per modificarla

Un piano organico di modifiche per la legge Gelmini sull’università. È la proposta del Cun, il Consiglio universitario nazionale, che ha pubblicato un documento in cui analizza il provvedimento di riforma degli atenei, entrato in vigore oltre cinque anni fa, e suggerisce le variazioni necessarie per superarne i principali problemi applicativi, pur lasciando immutato l’impianto generale della norma.

In tema di organizzazione, il Cun propone di adottare un decreto ministeriale che permetta agli atenei una maggiore autonomia nella definizione degli organi di governo e delle strutture decentrate. Viene richiesto di attuare la delega per i livelli essenziali delle prestazioni e per rivedere il meccanismo di calcolo dei costi standard per studente in corso. Riguardo al personale, viene chiesta una maggiore attenzione per i ricercatori di ruolo a esaurimento, che rischiano, a parere del Cun, di essere penalizzati nella carriera rispetto ai nuovi ricercatori a tempo determinato. Si suggerisce anche la creazione di un unico profilo post dottorale, che faccia confluire le posizioni di assegnista di ricerca e ricercatore di tipo “a” in un nuovo contratto unico di lavoro subordinato di 3-4 anni, titolo necessario per concorrere a posti di ricercatore di tipo “b”. Viene inoltre proposta la modifica del profilo di tipo “b” istituendo la qualifica di “professore iunior”, di durata massima quinquennale e con successiva immissione in ruolo automatica, salvo parere contrario del dipartimento competente.

Va approvata, secondo il Cun, una convenzione-tipo che regoli i rapporti tra università e regioni per il personale degli atenei che opera presso il sistema sanitario nazionale. Si propone la revisione dei criteri di trattamento economico dei professori e ricercatori di ruolo, pur mantenendo l’invarianza della spesa sostanziale complessiva. Sui procedimenti di disciplina, il Cun chiede l’attribuzione ad un unico organo nazionale delle competenze per valutare la fondatezza delle azioni disciplinari. Per i finanziamenti viene chiesta una clausola di salvaguardia che impedisca che gli interventi perequativi si traducano, di fatto, in maggiori squilibri territoriali nell’assegnazione dei fondi. In tema di abilitazione scientifica, il Cun propone di far valutare le proposte di chiamata diretta dalle commissioni Asn. Sulle chiamate dei docenti previste dall’articolo 18 della legge, viene richiesto di impedire la partecipazione dei professori già in servizio presso l’ateneo che attiva la procedura; a questi potrebbero essere invece riservate le procedure previste dall’articolo 24.

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