IN ATENEO

La missione Rosetta su Science

È dedicato alla missione Rossetta, la sonda europea il cui modulo è atterrato lo scorso novembre sulla superficie della cometa 67P/Churyumov Gerasimenko, l’ultimo numero di Science, del 23 gennaio 2015 che ritrae, in copertina, una immagine di una parete della cometa con un ghiaione simile a quello che si vede nelle Dolomiti. 

La rivista ospita al suo interno due lavori incentrati sui risultati di Osiris, il sistema di immagini a bordo della sonda: uno sulla struttura e attività e l’altro sulla morfologia e mineralogia del nucleo cometario. Un terzo articolo è stato scritto congiuntamente dai ricercatori di Osiris e dal team dello strumento Giada, un altro grande contributo italiano alla missione che misura dimensioni, masse e velocità dei grani di polvere emessi dalla cometa. 

Come il Bo ha già riportato, una parte importante della missione Rosetta ha Padova come suo baricentro: allo strumento Osiris ha infatti contribuito in maniera determinante un team interdisciplinare che fa riferimento al Centro di studi aerospaziali Giuseppe Colombo (Cisas) e che coinvolge ricercatori di fisica e astronomia, di ingegneria industriale e dell’informazione, di geoscienze, dell’Inaf e del Cnr. Una collaborazione che oggi continua a lavorare sia per il mantenimento delle caratteristiche funzionali che per lo sfruttamento scientifico dei dati.

I lavori pubblicati su ScIence, pur così importanti e gratificanti, testimoniano solo l’inizio delle attività del team padovano, in questo momento alle prese con la stesura di una seconda ondata di importanti lavori: quelli collegati ai risultati ottenuti durante il rilascio del modulo Philae il 12 novembre scorso sulla superficie cometaria. Un atterraggio concluso nella zona prevista, ma che purtroppo ha visto il modulo rimbalzare per qualche chilometro a causa del mancato funzionamento dei dispositivi di ancoraggio al suolo. Nonostante l’imprevisto, Osiris e altri strumenti sono comunque riusciti a ricevere dati importanti, su cui gli studiosi riferiranno appena possibile.

La speranza condivisa da tutti i ricercatori è che l’attività cometaria, congiunta con il progressivo alzarsi del sole sulla zona dove è presumibilmente ‘nascosto’ il modulo Philae, permetta ai suoi pannelli solari di caricare le batterie e rimettere in funzione gli strumenti che sono sul suolo.

Intanto 67P/Churyumov Gerasimenko continua nel suo cammino e si prepara ad attraversare l’orbita di Marte, lungo una rotta che porterà al perielio verso la metà di agosto, per poi ritornare all’esterno del sistema solare alla fine del 2015.

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