IN ATENEO

Padova riparte dall’università

Un territorio vivace, che sta finalmente reagendo alla crisi ma che, allo stesso tempo, ha un disperato bisogno di uscire dai limiti troppo angusti imposti da una visione localistica. E in questo l’università deve svolgere un ruolo determinante. È il quadro che esce dall’incontro che si e tenuto durante la tappa padovana del tour Panorama d’Italia, al quale hanno partecipato esperti e rappresentanti del territorio tra cui il rettore Rosario Rizzuto e il sindaco Massimo Bitonci.

Qualche dato economico innanzitutto: nonostante la crisi continui a incombere un po’ di sereno viene dagli ultimi dati sul commercio al dettaglio nella provincia di Padova diffusi dalla Camera di commercio, che nel primo trimestre 2016 hanno registrato un +4,1% sul fatturato. Si tratta dell’incremento maggiore dal 2009 con riferimento ai primi tre mesi dell’anno ed è sostanzialmente dovuto alla grande distribuzione, mentre i piccoli negozi continuano a tirare il fiato. Buone notizie anche dall’export, che nel 2015 si conferma intorno agli 8,7 miliardi, un livello superiore rispetto ai livelli pre-crisi. Tutti dati che confermano la provincia di Padova al primo posto in Veneto per reddito prodotto con oltre 27 miliardi di euro.

Tutto bene quindi? Niente affatto, perché molti posti di lavoro persi durante la crisi difficilmente torneranno; per crescere bisogna quindi provare altre vie: “Oggi le imprese sono costrette a competere sull’innovazione e non basta più sostenere che ‘piccolo è bello’ – ha affermato Rodolfo Cetera, presidente dei giovani imprenditori di Confindustria Padova–. Oggi per stare a galla le piccole imprese devono comunicare ed essere ben organizzate, meglio se in filiera”. Secondo Ferdinando Zilio, presidente della Camera di commercio di Padova, ci vogliono  visione e governo del territorio, che a Padova puntino soprattutto su servizi, innovazione e logistica: “Inutile aspettare porti offshore che non si faranno mai. Meglio collegare l’Interporto di Padova con la ferrovia a est, in modo da creare connessioni con i porti di Venezia, Trieste, Chioggia e Ravenna. Quanto a Padova, se vuole crescere, deve considerare la cintura e pensare come una città di 500.000 abitanti, non come una di 210.000”. Il tutto, ha sottolineato il sindaco Massimo Bitonci, senza però dimenticare il turismo: “A questo proposito stiamo costituendo un unico soggetto che metta insieme l’offerta turistica e culturale della città, dentro il quale possano trovarsi i vari attori del territorio”. “Non credo nella città metropolitana – ha continuato il primo cittadino – ma in un’aggregazione con i comuni della cintura per i servizi, a cominciare ad esempio dalla polizia municipale”.

Su una cosa tutti si sono trovati d’accordo: l’importanza del fatto che Padova abbia una grande università e che questa stabilisca relazioni e contatti sempre più importanti con le imprese e la società. Con un ateneo che da una parte faccia da volano d’innovazione, dall’altra riceva anche le attenzioni e gli spazi che servono per competere a un livello internazionale di eccellenza, a cominciare da quelli necessari per il nuovo ospedale universitario. “Partiamo da un dato di fatto: l’83% dei nostri laureati trova lavoro entro un anno dal titolo – ha spiegato il rettore Rosario Rizzuto –. Questo significa che l’università già oggi riesce a dare competenze immediatamente spendibili nel mondo del lavoro”. Questo però non basta: “Mai come in questo momento l’università deve sentirsi parte integrante della società. Abbiamo in mente un esempio: i nostri ‘quasi gemelli’ di Cambridge. Attorno a questa università si è sviluppato un distretto che nelle ultime due decadi ha prodotto 1.500 spin-off. Lo hanno chiamato Cambridge Spirit: il concetto è che università e territorio si parlino. La ricerca che si svolge nell’università è indispensabile alla formazione moderna, ma bisogna che questa si traduca in un trasferimento tecnologico efficace”. Un’università ‘in uscita’ quindi, verso un territorio che sia disposto ad ascoltarla ed accoglierla. Solo così si può vincere la sfida della crescita. 

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