IN ATENEO

Il rapporto del Nucleo di valutazione dell'università di Padova

Anche quest’anno si rinnova il tradizionale appuntamento con il rapporto annuale del Nucleo di Valutazione (NdV), l’organismo a cui è assegnato il compito di verificare in maniera indipendente la qualità, l’efficacia e la trasparenza dell’organizzazione e delle attività dell'università di Padova. Un rapporto che quest’anno esce poco dopo il verdetto dell’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (ANVUR), i cui risultati hanno confermato la posizione di eccellenza di Padova: la Valutazione della Qualità della Ricerca (VQR) 2011-2014 vede infatti l’ateneo collocato ancora una volta ai primi posti della graduatoria nazionale (è nelle prime tre posizioni per atenei della medesima ampiezza in 12 aree su 16). 

Come ogni anno, il rapporto passa in rassegna tutti i principali aspetti che compongono una realtà complessa come quella di un grande ateneo. A cominciare da iscrizioni e personale: a questo riguardo appare in aumento il dato sugli iscritti, che arriva a lambire quota 60.000 studenti, mentre sono oltre 4.000 i dipendenti e circa 5.000 le altre persone coinvolte a vario titolo nella vita dell’ateneo (specializzandi, dottorandi, co.co.co., docenti a contratto, operai stagionali, volontari, e altri). Tra gli studenti l’80,1% proviene dal Veneto, il 15,6% da altre regioni e il 4,3% dall'estero, anche se in quest’ultima cifra vengono considerate anche le persone con cittadinanza straniera residenti in Italia.

Per quanto riguarda i docenti, a numeri complessivi pressoché invariati viene registrato un significativo aumento dei professori associati (passati tra il 2014 e il 2016 dal 34% al 43% del totale del corpo docente), accompagnato da una progressiva riduzione dei ricercatori (dal 42% al 34%). Ovviamente ad essere diminuiti sono soprattutto i ricercatori a tempo indeterminato, dato che la legge Gelmini prevede solo l'assunzione di nuovi ricercatori a tempo determinato; questi ultimi sono ancora pochi a Padova, ma l'ateneo ha avviato un piano di assunzioni per aumentarne il numero e, con l'attuazione del "Piano di reclutamento del personale 2016/18", nel prossimo biennio se ne dovrebbe osservare un aumento significativo. Intanto la percentuale di ricercatori a tempo determinato sul totale del corpo docente è già passata dall’8,6% nel 2016, dato del rapporto, al 10% di aprile 2017, e dovrebbe salire al 14% entro la fine del 2018.

La ricerca dell’eccellenza ha portato a iniziative valutate positivamente dal Nucleo di Valutazione, come il progetto Brain Gain per il “ritorno dei cervelli” che ha portato alla chiamata di 22 docenti: 10 vincitori di progetti dell’European Research Council (ERC) e 12 professori italiani e stranieri in servizio presso istituzioni straniere. Un quadro che presenta anche qualche neo, a cominciare dall’ancora insufficiente presenza di donne, soprattutto nelle posizioni apicali: appena il 35% dei docenti, con una percentuale che cala al 20% tra i professori ordinari. Per quanto riguarda il personale dipendente si rileva l’opera di profonda riorganizzazione in seguito alle Linee strategiche deliberate dal Consiglio di amministrazione nel dicembre 2015, che si è riflessa in misure come quelle a favore della trasparenza e dell’integrità dell’azione amministrativa come l’adozione del sistema di rotazione dei dirigenti. Presenti tuttavia anche in questo caso alcune criticità, confermate dai risultati dell’Indagine sul benessere organizzativo: ad esempio nelle possibilità di formazione e di carriera per il personale tecnico e amministrativo.

Rimane stabile l’offerta didattica, che conferma la sua attrattività anche fuori Regione, sia in Italia che all’estero, in particolare nel settore delle lauree magistrali. I servizi agli studenti sono in generale valutati positivamente da beneficiari, con alcune eccellenze: dalle borse Mille e una lode al progetto Dropout, che ha portato a un dimezzamento del tasso medio di abbandono nei 34 corsi oggetto della sperimentazione; dal progetto Risveglio, diretto agli studenti fuori corso, al progetto Cultura e accoglienza, specifico per i rifugiati, che partirà in forma sperimentale quest’anno. Negativo invece il calo degli investimenti regionali nel Diritto allo studio universitario (DSU), che si riflette nell’aumento progressivo del prezzo dei pasti nelle mense ESU e convenzionate e nella contrazione dei posti letto a disposizione (221 in meno nell’ultimo quinquennio).  Così come va segnalata la riduzione significativa del numero di studenti idonei alla borsa di studio, dovuta alle modalità di calcolo del nuovo ISEE, decise a livello statale. Situazioni queste non dovute alla responsabilità dell’università, ma le cui conseguenze rischiano di ripercuotersi sulla sua vita e andranno in qualche modo affrontate. Tra le criticità si segnala anche la bassa partecipazione degli studenti alle elezioni universitarie per gli organi di rappresentanza come le Commissioni paritetiche docenti studenti (CPds), i Gruppi per l'accreditamento e la valutazione (GAV) e il Consiglio degli studenti. 

In relazione al Bilancio, il NdV rileva che il 2015 è stato il primo anno di adozione per l’ateneo di Padova del sistema di contabilità economico-patrimoniale, che ha sostituito la tradizionale contabilità pubblica di tipo finanziario in ottemperanza a quanto stabilito dal D.Lgs. 18/2012. In diminuzione a circa il 53% l’incidenza complessiva del Fondo di finanziamento ordinario (FFO) delle università statali sul totale dei proventi operativi, mentre i proventi propri incidono sul totale per circa il 24%. Questi ultimi derivano in massima parte dalla contribuzione studentesca (72%), e solo in maniera residuale da fondi competitivi per la ricerca (21%) e da proventi della ricerca commissionata e del trasferimento tecnologico (7%). A quest’ultimo proposito il NdV invita l’ateneo a incrementare l’impegno rivolto ad aumentare le risorse provenienti sia dai fondi competitivi per la ricerca sia dalla ricerca commissionata, per evitare che il progressivo taglio di risorse a livello statale si ripercuota soprattutto sugli studenti e sulle loro famiglie.

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