Rilanciare la Fondazione Cuoa come “business school di ispirazione europea, dove sviluppare progetti congiunti anche di respiro internazionale”: è l’obiettivo dei rettori delle università statali trivenete (Padova, Verona, Venezia Ca’ Foscari e Iuav, Trieste, Udine, Trento), che in una nota comune sono intervenuti per chiedere “una assunzione di responsabilità” a tutti i partner che, insieme a loro, partecipano alla Fondazione. Nato nel 1957 come scuola di specializzazione dell’ateneo padovano, il Cuoa è divenuto, in quasi sessant’anni, un centro di alta formazione manageriale e imprenditoriale cui contribuiscono soggetti pubblici e privati, protagonisti della cultura e dell’economia delle tre regioni.

Nel documento, i rettori triveneti individuano la sfida di “attrarre e trattenere i giovani che ogni anno a migliaia, soprattutto nel nostro Nord Est, individuano business school europee per la loro formazione di secondo livello”; un progetto formativo coerente con le esigenze del sistema produttivo. I rettori ricordano come le università del Triveneto sono ai primi posti nelle principali graduatorie curate da Anvur e altri importanti centri di valutazione; un’eccellenza che si coniuga con un sistema di imprese del territorio “che ha trainato l’economia” e che ora “mostra prima di altri i segni di una reazione alla lunga crisi economica”.

Secondo i rettori, inserire il Cuoa nella sfida aperta tra le grandi business school universitarie europee è un progetto “fortemente innovativo” per le università statali del Nord Est: oltre a rappresentare una prova di cooperazione tra atenei, richiede un “nuovo modello di progettazione della formazione” che dev’essere guidato dai fabbisogni formativi e dall’”intenso interscambio con il sistema delle imprese”. Una finalità che non può, tuttavia, far conto solo sulle forze e le risorse degli atenei, ma che ha bisogno di un’assunzione di responsabilità “di tutti i soggetti coinvolti”.