SOCIETÀ

Le schede grafiche sono introvabili: ecco i motivi

Scrivendo dei numeri della nuova Playstation lanciata a dicembre scorso e della possibile guerra commerciale con la rivale Series X di Microsoft, avevamo accennato alle difficoltà di fare fronte in particolare ai preordini. In Giappone, paese di Sony e uno dei mercati videoludici storici più importanti, l'annuncio dell’arrivo nei negozi di nuovi stock di console ha creato scene come questa della fine di gennaio 2021, in barba alle indicazioni di evitare gli assembramenti:

Se per Playstation 5 siamo oramai in una situazione di difficile reperibilità, al punto che le previsioni di vendita di Sony stessa potrebbero apparire velleitarie, le cose non vanno tanto diversamente per Series X. La console americana è partita in ritardo nella produzione non solo per una presunta cattiva organizzazione interna, ma anche per un problema più generale di approvvigionamento di alcuni componenti essenziali. Sono le schede grafiche, quelle che vengono chiamate in gergo Graphic Processing Units (GPU), a scarseggiare.

Su questo fronte, il sito della BBC sottolinea il ruolo che ha avuto il lockdown cinese dell’inizio dello scorso anno. Fabbriche chiuse o a ciclo ridotto hanno avuto un effetto sulla produzione delle GPU. A cui è seguito, analogamente, un ritardo dovuto alla riduzione dei traffici commerciali sempre legati alla pandemia di coronavirus. Sono le stesse difficoltà che individua Stefania Sperandio, editor-in-chief di SpazioGames.it, uno dei portali italiani che seguono più attentamente il videogaming. «Le catene produttive delle aziende», racconta al telefono, «si trovano quasi tutte in Asia e non erano pronte a riadattarsi al nuovo contesto». 

A questo si aggiunge una domanda che è cresciuta enormemente negli ultimi anni, come sa bene chi come Sperandio segue il mondo dei videogiochi da vicino. C’è una fetta di videogiocatori che premia i giochi in 4K, il fotorealismo spinto delle produzioni più costose e per alcuni videogiochi la grafica di altissimo livello è un asset importante quando si arriva sul mercato a competere tra tutte le altre uscite. Tema che risuona nelle parole di Colette Kress, responsabile dell’ufficio finanziario di Nvidia, uno dei maggior produttori di GPU. A gennaio di quest’anno, parlando a un evento organizzato da J.P. Morgan ha dichiarato che l’azienda non è stata in grado di tenere il passo con la domanda dal mondo dei videogiochi.

Il ruolo del middleman

L’uscita di Playstation 5 e Series X alla fine del 2020 è stato sicuramente un evento centrale per il mercato del gaming. Ma forse, racconta Sperandio, nemmeno Sony pensava che l’aspettativa che loro stessi avevano creato attorno alla nuova console potesse tramutarsi in una scomparsa dei prodotti dai negozi. Anche se pochissimi pezzi sono effettivamente arrivati sugli scaffali. «Un altro effetto dei lockdown è stata la chiusura temporanea dei negozi fisici», aggiunge Sperandio, «lasciando grande spazio ai rivenditori online».

E qui, sulla scorta della grande attesa, si è registrato un fenomeno simile al bagarinaggio: rivenditori che hanno acquistato grande quantità di console e le hanno rimesse in vendita a un prezzo maggiorato. Se si cerca “Playstation 5” su eBay, appaiono moltissime inserzioni di console che vengono vendute attorno ai mille euro: circa il doppio del prezzo di lancio. A conferma del tratto speculativo del fenomeno, Sperandio racconta di come i videogiochi venduti siano poi molti di meno rispetto alle console, «addirittura negli Stati Uniti le Playstation 5 comprate per essere rivendute si aggirano attorno al 15% del totale»: una percentuale molto alta.

 

Scenari ulteriori

In realtà, facendo un focus ancora più stretto solamente sulle GPU, una scarsità sul mercato simile a quella che si registra ora si è già verificata tra il 2017 e il 2018. Un articolo di Zeus News, un sito italiano che segue il mondo dell’elettronica, raccontava come a competere con console e PC da gamer per le schede grafiche più performanti fossero anche i miner, cioè coloro che producono criptovalute. Nell’articolo si trova anche una dichiarazione sempre di Kress: «La forte domanda proveniente dal mercato delle criptovalute è andata oltre le nostre aspettative». Che si traducevano allora in un trimestre record per l’azienda con 2,91 miliardi di dollari di ricavi. Sotto la lente c’era Ethereum, una criptovaluta recente che, a differenza di BitCoin, può essere estratta anche sfruttando le GPU più potenti e non solamente gli Application specific integrated circuit (ASIC).

Negli Stati Uniti le Playstation 5 comprate per essere rivendute si aggirano attorno al 15% del totale Stefania Sperandio, editor-in-chief di SpazioGames.it

Questa competizione sarebbe certificata da una dichiarazione di Nvidia dello stesso periodo dell’articolo di Zeus News. Si trattava di una specie di appello ai retailer di privilegiare i gamer rispetto ai miner quando si trattava di andare a vendere le schede grafiche. Secondo Forbes, uno scenario simile si sta verificando oggi con le criptovalute che stanno raggiungendo quotazioni molto alte. La conseguenza è che GPU pensate per i PC “master race”, quelli più performanti da gaming, possono arrivare a costare attorno ai 2 mila dollari, un prezzo che rende difficile l’approvvigionamento per Sony e Microsoft, che hanno messo in vendita le proprie console a un prezzo molto più basso, attorno ai 500 euro. Erik Kain, nell’articolo di Forbes segnalato, si rivolge ai giocatori su PC, augurando loro che le loro schede «siano abbastanza robuste da poter durare fino a quando le cose non dovessero cambiare e i prezzi iniziare a scendere». Come dire: al momento questi prezzi sono dopati e non è chiaro per quando di possa ipotizzare un ritorno a una certa normalità.

Il maggior interesse per le GPU di una fetta del mondo del cloud computing, quello che si chiama edge processing e che sta alla base di molte applicazioni che richiedono il processamento di grandi quantità di dati in tempo reale, sembra essere certificato da una proiezione degli ultimi mesi elaborata da McKinsey. Secondo l’istituto di analisi, nel 2025 sulle GPU si baserà il 20% dell’edge computing mondiale.

È uno scenario che contrasta in parte con quello che Sperandio vede dal proprio osservatorio. «Abbiamo visto un aumento della domanda anche sulle CPU», ci racconta. Non solo maggiore domande, con le difficoltà produttive di cui si è detto, sulle schede grafiche, ma anche sulle unità centrali di calcolo che stanno al cuore di PC e console. Come a dire che sarebbe una commistione di fattori contingenti (lockdown, pandemia) e strutturali (l’aumento della domanda) a determinare la situazione di mercato di oggi. Saranno i prossimi mesi a mettere alla prova le previsioni di McInsey. L’emergenza potrebbe rientrare, permettendo ai produttori di schede e di console di tirare un sospiro di sollievo, oppure dare qualche indicazione ulteriore sul ruolo del mining nella vicenda.

© 2018 Università di Padova
Tutti i diritti riservati P.I. 00742430283 C.F. 80006480281
Registrazione presso il Tribunale di Padova n. 2097/2012 del 18 giugno 2012