Scienza e Ricerca

23 Settembre 2019

L'evoluzione umana: tutti parenti, tutti differenti

Alle mie spalle, nel video, potete osservare i calchi facciali di Lidio Cipriani, antropologo che li raccolse negli anni Trenta e tra i firmatari del famigerato manifesto della razza del 1938. Ho scelto questa associazione perché dobbiamo dedicare una tappa di questo viaggio al tema delle razze umane. Fino a qualche decennio fa esisteva un modello dell’evoluzione umana, chiamata “multiregionale” che prevedeva soltanto una prima grande uscita dall’Africa e, a partire da questa espansione, le forme umane si fossero succedute una dietro all’altra in parallelo in regioni diverse l’una dall’altra. Questa visione giustificava l’esistenza delle razze umane: significava che un europeo o un cinese o un africano di oggi erano separati da due milioni di anni di storie evolutiva.

Questo modello, non necessariamente razzista, sappiamo essere sbagliato: tutta una serie di dati, soprattutto genetici, ha mostrato che è accaduto qualcosa di molto diverso. Homo sapiens nasce da una terza migrazione recente, dalla terza fuoriuscita dall’Africa. Uscendo dal continente ha incontrato i discendenti di tutte le grandi migrazioni precedenti. Se quindi noi siamo una specie molto giovane con origine unica africana recente e molto mobile e promiscua significa che non c’è stato il tempo e il modo di generare delle razze umane

Ovviamente non significa che siamo tutti uguali: siamo differenti, ma singolarmente. E ancora: non vogliamo dire che non esistono le razze umane perché non vogliamo essere razzisti: noi lo diciamo perché la storia umana ci dice questo. Sono ragioni sperimentali, tecniche, empiriche e oggettive.

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