SOCIETÀ

I migranti della Diciotti è come se si trovassero in un consolato, nessuno ha il diritto di trattenerli

Quando si parla male, si pensa male, e non è solo Nanni Moretti a dirlo. Il fascismo inizia dal linguaggio razzista e fascista, non dalle sfilate, dalle bandiere o dagli slogan. E, visto che la questione più urgente, per ragioni umanitarie, e più scottante, per ragioni politiche, è quella dei migranti a bordo della nave della Guardia Costiera Diciotti, a cui viene impedito di sbarcare, partiamo da lì.

Due giorni fa, il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha twittato: “Pare che per la nave Diciotti, ferma a Catania, la Procura stia indagando “ignoti” per “trattenimento illecito” e sequestro di persona. Nessun ignoto, INDAGATE ME! Sono io che non voglio che altri CLANDESTINI sbarchino in Italia. Se mi arrestano, mi venite a trovare Amici?”. Ci sarebbero mille cose da dire su queste quattro righe ma per ora concentriamoci sulla parola “clandestini”.

Il dizionario Treccani ci dà due significati: “che è fatto di nascosto” (per esempio una bisca cladestina) oppure “passeggero sprovvisto di biglietto”. Chiaramente è a quest’ultimo significato, esteso a tutti i migranti in situazione irregolare, che fa riferimento il ministro Salvini. E’ lecita questa estensione di significato, sul piano linguistico ancor prima che su quello giuridico?

I 150 migranti della Diciotti non sono affatto “sprovvisti di biglietto” in quanto sono stati salvati in mare, il che era un preciso obbligo della nave, parte del suo compito istituzionale. Sono stati quindi invitati a salire a bordo, non ci sono arrivati di nascosto, quindi non sono clandestini. La loro situazione è quanto di più regolare ci sia, essendo sulla nave per decisione del capitano.

In secondo luogo, i migranti sono presumibilmente richiedenti asilo in quanto in fuga da situazioni di pericolo o di persecuzione. La loro domanda potrà essere accettata o respinta ma in ogni caso deve poter essere inoltrata, tanto più se queste persone si trovano già in territorio italiano, come ha sottolineato il prof. Maurizio Malo (una nave militare è per definizione territorio della Repubblica) perché lo impone l’articolo 10 della Costituzione.

Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle liberta` democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge.

I migranti della Diciotti è come se si trovassero in un consolato o in una ambasciata e nessuno ha il diritto di trattenerli, men che meno il ministro Salvini: in quanto parte della Marina Militare, la Guardia costiera dipende dal ministro della Difesa Elisabetta Trenta, mentre il porto dipende dal ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli.

Il ministro Salvini sia assume in pieno la responsabilità di vietare lo sbarco? E’ non solo giusto ma necessario che la magistratura indaghi su questo abuso di potere e stabilisca se si tratta di violenza privata o addirittura di sequestro di persona.

fabrizio tonello

FABRIZIO TONELLO

Fabrizio Tonello insegna un corso sulla politica estera americana in prospettiva storica: “Republic” and “Empire” in American Political Thinking. Ha insegnato anche Storia del giornalismo e Istituzioni politiche dell’America del Nord. Ha insegnato anche nel dipartimento di Scienze della Comunicazione presso l’università di Bologna e nella Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste. È stato Visiting Fellow della Columbia University di New York e Fulbright Scholar presso la University of Pittsburgh (PA).

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