SOCIETÀ

Scuola e cultura: speriamo negli immigrati

Anche per scuola e cultura, l’ultimo rapporto Istat Noi Italia 2014 conferma il trend già evidenziato negli anni scorsi da altri rapporti nazionali e internazionali: il 42,8% della popolazione tra 15 e 64 anni ha solo la licenza media (un dato in linea con gli altri Paesi mediterranei ma molto superiore alla media Ocse). Nella fascia d’età 15-19 l’81,3% dei ragazzi va ancora a scuola, mentre solo il 21,1% della fascia 20-29 anni frequenta l’università. 21% è anche il dato relativo ai laureati della fascia 30-34 anni: 6 punti percentuali in più rispetto al 2004, ma ben lontani dal 40% previsto dalla Strategia Europa 2020 della Commissione europea. Sono tendenzialmente in crescita le lauree di tipo scientifico-tecnologico.

Si confermano le differenze – e le contraddizioni – regionali: al centro-sud si studia mediamente di più ma è maggiore anche la disoccupazione giovanile e la percentuale dei Neet (23,9% a livello nazionale, nella fascia 15-29 anni), in particolare nel segmento femminile della popolazione. Alto è anche il tasso di abbandono scolastico alle superiori, con la Sardegna che raggiunge il 25,5% (30,7% per gli uomini), seguita a poca distanza da Sicilia e Campania.

Anche la formazione permanente registra un dato poco confortante a livello nazionale (solo il 6,6% è impegnato in attività formative tra i 25 e i 64 anni). Il dato risulta migliore per le donne (7%), che in generale si impegnano di più nello studio – a tutti i livelli – ma sono poi poco premiate in ambito lavorativo.

D’altronde l’Italia si conferma Paese poco attento al patrimonio culturale e poco amante della lettura. Solo uno su quattro ha visitato un museo o una mostra negli ultimi 12 mesi, meno di uno su cinque è andato a teatro, meno di uno su dieci a un concerto di musica classica. Si registra una battuta d’arresto nella produzione editoriale (si riduce leggermente il numero di titoli e di copie prodotte), mentre l’Italia si conferma un Paese in cui si legge poco (il 43% dichiara di aver letto solo un libro negli ultimi 12 mesi), e prevalentemente al Nord. Sempre al Nord c’è un maggior utilizzo di internet – anche se non necessariamente collegato alla possibilità di connessioni a banda larga. Ci confermiamo all’ultimo posto per lettura di quotidiani e riviste su internet (30%), e anche i lettori assidui di quotidiani cartacei sono solo il 36,2%, con una contrazione complessiva della quota di lettori pari a circa 9 punti percentuali dal 2007 a oggi.

Un dato interessante e vitale viene invece dalla popolazione immigrata, che raggiunge ormai il 7,4% degli iscritti all’anagrafe (ma rappresenta il 10,6% della forza lavoro) il cui grado di istruzione non è troppo diverso rispetto alla popolazione autoctona. Complessivamente, il 49,8% della popolazione straniera tra i 15 e i 64 anni ha una licenza media, il 40,5% un diploma di scuola superiore e il 9,7% una laurea; i dati migliorano per le donne (42,1% ha un diploma, contro il 41,5% delle italiane; ma addirittura un 12,4% di straniere laureate, a fronte di un 15,9% di italiane laureate, mentre hanno una laurea il 6,8% dei maschi stranieri e il 12,6 dei maschi italiani). Inversamente alla tendenza italiana (più alta la fascia di età, più basso il titolo di studio), il 12,8% degli stranieri di 45-54 anni ha un diploma (italiani al 12,2), mentre il 15,3% di chi ha 55-64 anni possiede un diploma di laurea (italiani all’11,3). Senza contare, in prospettiva, le opportunità di formazione per gli immigrati di seconda generazione: il 15% dei nuovi nati solo nel 2012.

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