SCIENZA E RICERCA

Unistem Day: alla scoperta della ricerca

“Voglio avere fiducia nella scienza, ma non posso fidarmi del tutto degli scienziati”. È la provocazione di Marco Paolini ai 15.000 studenti degli istituti superiori che lo ascoltano in streaming da Milano al primo degli appuntamenti promossi nel 2013 dal Centro di ricerca sulle cellule staminali dell’università del capoluogo lombardo. Coinvolti nell’iniziativa 35 atenei italiani, tra cui Padova, e otto tra Spagna e Scozia, con lo scopo di divulgare le conoscenze che lo studio delle cellule staminali ci ha permesso di conquistare. Saltella agilmente Paolini, nel suo stile asciutto e illuminante, dal telescopio di Galileo all’eugenetica nazista agli iPhone di ultima generazione per affermare l’importanza di una scienza “ribelle”, autonoma nelle idee, libera dalle influenze del potere.

Anche se non sempre è così, e la storia insegna. Perché gli scienziati, continua, sono uomini prima di tutto. E il bene e il male esistono. “La scommessa sta nell’educazione: solo attraverso la scuola che produce conoscenza possiamo sviluppare gli strumenti per poter valutare e discernere. Su tutti il pensiero critico”. Così Paolini entra in medias res, in silenziosa eleganza, come un funambolo in equilibrio tra passato e presente, tra scienza ed etica. Un giocoliere dalle idee forti che trae spunto dalla cronaca quotidiana, con richiami indiretti ma precisi agli avvenimenti di questi giorni e al caso di Sofia, la bambina fiorentina affetta da leucodistrofia metacromatica, e della Stamina Foundation, che sostiene la ricerca sul trapianto di cellule staminali adulte. Questioni scientifiche ed etiche che si trasformano in vere e proprie controversie giudiziarie basate sulla rivendicazione del diritto alla salute.

Ma quello delle staminali è solo il punto di partenza per un viaggio nelle ragioni della scienza. Come nel caso di Natascia Tiso, ricercatrice di biologia che racconta dello zebrafish, piccolo pesce tropicale d’acqua dolce, e delle sue potenzialità nell’ambito della ricerca: “Così trasparente da poterne osservare a occhio nudo le caratteristiche dell’organismo.” E alla ricerca di collegamenti con il corpo umano una variante di zebrafish ha permesso di osservare lo svilupparsi di una forma cancerosa all’interno di un organismo. Parla invece del telescopio spaziale Fermi a raggi gamma lanciato in orbita nel 2008 Denis Bastieri, docente del dipartimento di Fisica e astronomia: “consente di osservare il lato violento dell’universo di cui ci dà un’immagine nuova consentendoci di osservare pulsar, nuclei galattici attivi e, cosa nuova e più importante, un immenso buco nero nella nostra galassia”. Un universo neppure troppo lontano, ma a portata di click: grazie ad una app sviluppata dallo stesso Bastieri è possibile osservare supernove e sorgenti di raggi gamma sul nostro smartphone come dietro al telescopio.

Prima di tutto “la ricerca è apertura mentale” sottolinea la ricercatrice Michela Pozzobon che ha curato l’evento padovano e ha discusso delle applicazioni cliniche delle staminali assieme al chirurgo pediatrico Paolo De Coppi. “Sta dalla parte dei fatti – continua – e consente di acquisire metodo analitico. È una catena di pensieri che si traduce in applicazioni pratiche e risultati concreti. Divulgare la scienza, nel caso specifico, significa contribuire alla diffusione di un abito mentale incline alla curiosità. Significa spingere a porsi domande nella consapevolezza che quanto ci rimane da conoscere è ancora molto”.

Alfabetizzazione scientifica, dunque. Soprattutto tra i giovani. Tanto più necessaria se si esaminano i risultati recentemente esposti nell’Annuario Scienza e Società 2013, a cura di Federico Neresini e Andrea Lorenzet: nel 2012 in Italia conoscenze scientifiche in calo rispetto all’anno precedente con una tendenza, tuttavia, all’aumento con il grado di istruzione e in corrispondenza di fasce di età più giovani. Sebbene anche in questo caso siamo nell’ordine del 45% dei laureati e del 30% dei giovani tra i 15 e i 29 anni che sanno rispondere esattamente a semplici domande su conoscenze scientifiche di base. Una percentuale significativa.

“La scienza – sottolinea Gianni Tamino, docente del dipartimento di Biologia – non è depositaria di verità assolute. Se rimaniamo a valle il nostro orizzonte è circoscritto; salendo le pendici del monte la visuale si allarga. Fuor di metafora, la conoscenza è fondamentale per acquisire spirito critico con cui valutare i cambiamenti scientifici e tecnologici in atto”. Non sempre il nuovo è “giusto”, e per questo occorre un’etica della responsabilità e un principio di precauzione nell’interrogarsi sulle conseguenze che l’agire scientifico può comportare. Il cerchio dunque si chiude: educare per conoscere, conoscere per sviluppare spirito critico, sviluppare spirito critico per poter valutare autonomamente il cammino della scienza. Oltre i clamori dei media e gli interessi privati e politici di parte.

La seconda delle iniziative organizzate dal Centro di ricerca sulle cellule staminali dell’Università di Milano avrà luogo ad aprile con una serie di Lectures, cui interverranno tra gli altri Oliver Brüstle, direttore dell’Institute of Reconstructive Neurobiology dell’Università di Bonn, e Anders Björklund dello Stem Cell Centre dell’Università di Lund, in Svezia, pioniere nella ricerca sulle cellule staminali come potenziale terapia per la malattia di Parkinson.

Monica Panetto

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